Turismo, l’effetto Covid nella Bergamasca: in 2 anni «perse» 400 mila presenze - I dati

A gennaio-aprile 2021 -42,2% di arrivi. Pesa l’assenza di stranieri. A maggio segnali di ripresa.

Anche il turismo paga pesantemente gli effetti della pandemia. Nel primo quadrimestre del 2021 la nostra provincia ha registrato 238.500 presenze, 400 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. In due anni la Bergamasca è così tornata indietro nel tempo, quando il comparto rappresentava un’attività marginale rispetto ad altri settori. La città ha sofferto il calo maggiore, lasciando sul tavolo quasi 170 mila presenze e meno 100 mila arrivi rispetto al 2019, principalmente a causa della carenza di turisti stranieri, che grazie all’aeroporto di Orio arrivavano a Bergamo a frotte fino a febbraio 2020. I dati aggiornati ad aprile di quest’anno, elaborati da Visit Bergamo e dall’Osservatorio della Provincia, disegnano un quadro dalle tinte fosche, anche se arrivi e presenze stanno aumentando insieme alle riaperture delle attività e alla maggior fiducia dei visitatori. Il periodo gennaio-aprile 2021 ha subito un drastico – 42,2 % negli arrivi e un – 26,3% delle presenze (che tengono conto del numero di notti che ogni individuo trascorre in terra orobica) rispetto all’analogo quadrimestre dello scorso anno. Gennaio e febbraio dello scorso anno erano stati due mesi da record per il turismo nella nostra terra, con più di 160 mila arrivi e 290 mila presenze. Poi il crollo verticale per la pandemia e il conseguente lockdown, con una ripresa dell’incoming durante i mesi estivi, a cavallo tra le due ondate pandemiche.

Mancano gli stranieri

L’emergenza Covid ha di fatto azzerato arrivi e presenze, soprattutto straniere (che rappresentavano il 68% delle presenze in città). Dal 38,6% di arrivi stranieri registrati a Bergamo nei primi quattro mesi del 2020, siamo scesi al 12,6% del 2021. Solo in città, nel primo quadrimestre sono state 13.100 le presenze di turisti stranieri (- 85,6 %) rispetto alle 62 mila dell’anno precedente, calo che si somma ad un ulteriore – 57% registrato sul 2020 rispetto al 2019, quando nel primo trimestre arrivarono più 144 mila stranieri.

I primi segnali di ripartenza

Ad un autunno «freddo» è seguita una ripartenza a inizio 2021, con un picco registrato a febbraio (39 mila arrivi e 76.500 presenze), giustificato con il periodo delle vacanze di Carnevale e le prime notizie di riapertura delle attività.

Ad aprile 2021 la nostra provincia ha registrato 20.900 arrivi e 58.600 presenze contro rispettivamente i 493 e 9.135 dello stesso mese del 2020. I segnali positivi riguardano principalmente il turismo locale e bisogna tener presente che nel conteggio non rientrano i visitatori che arrivano in Bergamasca per una gita giornaliera, senza fermarsi a dormire. Oltre l’87% degli arrivi registrati nei primi mesi del 2021 è di tipo nazionale: a fronte degli 85.900 turisti italiani che hanno soggiornato nel territorio, si registrano solo 12.400 turisti stranieri. Analogo è il valore registrato dalle presenze: oltre l’83% delle presenze è di tipo nazionale (199.900) a fronte di 38.600 presenze straniere. Si alza anche la durata media di soggiorno, attestandosi attorno ai 2,4 giorni rispetto all’1,9 registrato nello stesso periodo del 2020. Questo aumento è probabilmente dovuto a soggiorni di lavoro, specialmente nell’area della pianura.

In provincia

Valle Imagna (+ 20,3%), pianura (+ 8%) e Isola Bergamasca (+ 4,2%) sono le aree che hanno registrato un maggiore incremento degli arrivi nel primo quadrimestre 2021. Se invece valutiamo le presenze, sul podio troviamo al primo posto la pianura (+ 60,3% a 24100) seguita dalla Valle Imagna (+ 37,2% a 5.100) e dal Basso Sebino (+ 19% a 10700). Chiaramente il dato è influenzato dai soggiorni di lavoro che hanno un peso maggiore in alcune zone del territorio.

Le previsioni

Gli addetti ai lavori, analizzando i dati forniti, ipotizzano un’estate in crescita rispetto a quella registrata nel 2020. È positivo il primo dato grezzo relativo al mese di maggio (24 mila arrivi con un incremento di 3 mila sul mese precedente), mentre nella prima settimana di giugno l’infopoint di Visit Bergamo in aeroporto ha registrato una media settimanale di 368 ingressi contro i 93 di aprile. Ma quando torneremo ai livelli pre Covid? Difficile fare previsioni, a causa delle numerose variabili che coinvolgono gli spostamenti dei turisti. Ora si punta ad una ripresa sostanziosa nei mesi autunnali, in particolare settembre e ottobre, tradizionalmente i più gettonati per la nostra città. «Marzo e aprile 2020 sono stati i due mesi peggiori degli ultimi decenni – commenta il sindaco Giorgio Gori, presente alla conferenza stampa insieme all’amministratore delegato di Visit Bergamo, Cristophe Sanchez e alla funzionaria della Provincia, Gloria Cornolti –. Siamo in recupero, anche se è difficile prevedere i tempi. Stiamo lavorando su più fronti, facciamo rete con altre realtà e sulla coda dell’estate potremmo avere flussi turistici stranieri importanti, con una piena ripresa tra settembre e ottobre». Dello stesso avviso anche il consigliere delegato al turismo per la Provincia di Bergamo. «Contiamo che l’estate riporti il turismo internazionale – spiega Claudio Bolandrini –. È ora di passare dalla crisi alle opportunità, creare offerte turistiche di qualità e mettere in campo strategie di promozione innovative. Grazie al progetto Seav - Lombardia Europa 2020 promuoviamo percorsi formativi finalizzati anche al rilancio del settore».

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