Truffa alla Totò nel centro di Bergamo: affitta per tre mesi una casa non sua

Giovane spagnolo ha spacciato la casa vacanze dove ha alloggiato una notte (pagando) per sua e ha incassato 1.400 euro. Poi si è dileguato. La vera proprietaria ha chiamato la polizia, che sta indagando.

Totò nel film vendeva la Fontana di Trevi. Qui invece siamo ai livelli di un appartamentino di cinquanta metri quadrati del centro di Bergamo affittato per tre mesi. Ma la truffa – singolare – c’è stata senza dubbio: anche perché il giovane spagnolo che si è fatto dare ben 1.400 euro in contanti da una coppia di ragazzi si è dileguato con i soldi che le due vittime pensavano servissero per pagare l’affitto dell’appartamentino. Che non era, però, di proprietà dello spagnolo: ci aveva trascorso solo una notte, pagando regolarmente gli 80 euro alla vera proprietaria di quella che è una «casa vacanze», messa in affitto temporaneo a chi arriva in città per periodi limitati di tempo.

Mercoledì sera il ragazzo si è presentato all’abitazione dopo aver contattato la proprietaria, alla quale ha fornito la carta d’identità (ora la polizia ne sta accertando la veridicità), dalla quale risultava un trentasettenne di Barcellona. «Sto solo una notte, domani a mezzogiorno ho l’aereo per la Spagna», aveva spiegato. Così l’indomani, alle 13, la donna si è presentata all’appartamento pensando fosse vuoto: invece si è vista aprire la porta da due giovanissimi, lui marocchino e lei bengalese, in Italia da tempo tanto da parlare regolarmente la nostra lingua. «Scusi, lei chi è?», ha chiesto il giovane. «Veramente, chi siete voi?», ha replicato la donna. Dando vita a un surreale botta e risposta. «Noi siamo gli inquilini». «Inquilini? Io sono la proprietaria». «Ma il proprietario è un ragazzo spagnolo al quale abbiamo pagato tre mesi anticipati d’affitto, la cui suocera è morta lasciando questa casa libera». Ed ecco la truffa. Prima di andarsene, lo spagnolo aveva incassato l’affitto («I documenti li firmate domani», aveva assicurato ai due) e reso l’appartamento anonimo: ha tolto la scritta «casa vacanze», i quadri con le foto di Bergamo e ogni riferimento al turismo, nascondendo il tutto nel cassettone del letto. Quando i due ospiti hanno capito cos’era davvero accaduto, sono trasecolati: «Erano tutti i miei risparmi e ci serviva una casa perché io devo lavorare», ha spiegato il giovane alla polizia, nel frattempo intervenuta. I due hanno sporto denuncia e lasciato inevitabilmente dopo un’ora quella pensavano sarebbe stata casa loro almeno per tre mesi.

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