«Troppe vittime sulle strade»: Bergamo quinta per incidentalità - La mappa

STRADE. Presentato il progetto «Mobilità sicura», che ha ottenuto centomila euro dalla Presidenza del Consiglio. Bergamo quinta per incidentalità: quest’anno 16 vittime. Gandolfi: «Mille chilometri di arterie: rete per renderli più sicuri».

Quest’anno si sono già registrati 16 morti sulle strade bergamasche (più 4 fuori provincia), mentre in tutto il 2024 le vittime erano state 56. Un dato preoccupante, che ora la Provincia vuole contrastare anche con un nuovo progetto, del quale è capofila, presentato ieri mattina nella sala del Consiglio e il cui titolo – «Mobilità sicura» – è già emblematico.

«La nostra rete viaria provinciale è formata da oltre mille chilometri di strade – ha spiegato il presidente Pasquale Gandolfi –, la cui gestione è particolarmente complessa per la loro manutenzione. Ora abbiamo attivato questo percorso perché l’incidentalità, preoccupante, venga ridotta». L’accordo prevede il coinvolgimento di dieci Comuni Albino, Caravaggio, Dalmine, Mozzo, Paladina, Ponte San Pietro, Romano, Stezzano, Treviglio e Treviolo – e 7 partner: Aci, Aga, Università, Ats, Ragazzi On the Road e associazioni nazionali di carabinieri e polizia locale.

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Il progetto durerà un anno e ha ottenuto un finanziamento di centomila euro (di due milioni complessivi a livello nazionale) dal «Fondo contro l’incidentalità notturna», gestito dal Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base di un accordo stipulato con Anci, l’associazione dei Comuni italiani, e Unione Province d’Italia. La durata sarà di un anno, ma il presidente Gandolfi si è già spinto oltre, spiegando di volerlo comunque far proseguire con risorse dell’ente, «perché sono soldi ben investiti sul futuro dei bergamaschi: se darà frutti, non vogliamo quindi che sia una iniziativa estemporanea».

Protagoniste le polizie locali

Protagoniste saranno le polizie locali dei dieci Comuni coinvolti, che dovranno mettere in atto tutta una serie di iniziative per «migliorare la sicurezza stradale attraverso un approccio integrato di prevenzione, sensibilizzazione e controllo» con l’obiettivo di «ridurre il numero di incidenti stradali, con particolare attenzione alla guida sotto l’effetto di alcol e droga, promuovendo comportamenti responsabili tra gli utenti della strada». Per questo i beneficiari diretti saranno soprattutto i ragazzi tra i 14 e i 25 anni, tramite campagne mirate di prevenzione, automobilisti e motociclisti, ma anche gli stessi operatori delle forze dell’ordine «ai quali verranno forniti strumenti per intensificare il controllo e la prevenzione sulle strade».

E, non da ultime, le scuole e le autoscuole del territorio, che riceveranno materiali informativi «per implementare programmi educativi sulla sicurezza stradale». Se da un lato è vero che le vittime di incidenti nella Bergamasca è passato dalle 147 del 2007 alle 56 dell’anno scorso, è altrettanto vero che Bergamo resta la quinta provincia italiana per incidentalità stradale. «Per questo – aggiunge Gandolfi – siamo convinti che sia fondamentale fare rete tra diversi soggetti sul territorio. Il progetto che abbiamo presentato a Roma è stato talmente apprezzato che diventerà modello per altre province italiane». Proprio sulla collaborazione fa leva Matteo Copia, comandante della polizia provinciale e coordinatore del progetto: «Per noi è motivo di orgoglio poter collaborare con le polizie locali al servizio dei territori, lavorando su due canali: la formazione e l’informazione. Oggi sappiamo quanto le principali cause di incidenti siano l’alcol, la droga e l’uso del cellulare. Ecco il perché del coinvolgimento degli enti partner, in un’ottica di sinergia d’intenti».

Il supporto degli enti partner

Il presidente di Aci, Valerio Bettoni, ha evidenziato che «il mondo oggi va oltre le pratiche burocratiche e il tema della sicurezza in una provincia con un milione di motori è fondamentale. Come Aci portiamo in media mille giovani nella nostra sede per la formazione» Luca Assi, dell’Associazione genitori antidroga, l’Aga di Pontirolo Nuovo, ha evidenziato: «È strategica la collaborazione tra gli enti perché il disagio di una persona che arriva da noi contagia 6 o 7 persone solo nella sua famiglia. Metteremo quindi anima e cuore in questo progetto». Per l’Università di Bergamo è intervenuto il prof Francesco Romolo, titolare della Medicina legale del dipartimento di Giurisprudenza: «Siamo convinti che si impari più fuori dalle aule che al loro interno: chi vive l’università deve relazionarsi con il territorio e le parole chiave del nostro ateneo, impara, cresci e vivi, le ritroviamo in questo progetto».

«Il nostro lavoro accanto alle scuole è quotidiano, a partire dal progetto “Giovani spiriti” alle superiori – ha evidenziato Sara Bernardi, della struttura di prevenzione delle dipendenze di Ats –: per i ragazzi è fondamentale lavorare con adulti di riferimento». L’associazione «Ragazzi On the Road» coinvolgerà 12 studenti nel progetto, affiancandoli nelle attività delle polizie locali sulle strade, come annunciato da Luca Zanchi. Roberto Frambrosi, presidente della sezione di Bergamo dell’associazione nazionale carabinieri, ha evidenziato che «il progetto è trasversale perché quello che accade oggi sulla strada è lo specchietto di tornasole della società. Ora poniamo le basi per la formazione dei giovani perché diventi un modo per vivere nella collettività». Infine, Giansandro Caldara, presidente provinciale dell’associazione polizia locale, ha parlato di «progetto stimolante, visto che il clima tra le nuove generazioni è molto cambiato e il rispetto spesso è venuto meno».

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