Troppe spese postali, dal Comune di Bergamo le Pec gratuite ai cittadini

LA NOVITÀ. L’assessore Angeloni: «1,2 milioni all’anno per mandare le raccomandate degli atti». Parte la campagna per il domicilio digitale.

Troppe spese postali, Palafrizzoni cambia rotta, investendo sull’innovazione. Da fine estate, infatti, avvierà una campagna pro «domicilio digitale», ovvero la possibilità per i residenti di ricevere, tramite Pec (la Posta elettronica certificata), tutti gli atti della pubblica amministrazione (sanzioni, cartelle esattoriali, comunicazioni), in tempo reale e in qualsiasi luogo, senza bisogno di essere in casa per la notifica del postino. Un risparmio per il Comune e un vantaggio per il cittadino. «Non è più possibile spendere 1,2 milioni di euro all’anno solo per le spese postali».

Costi troppo elevati

Per l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni è diventato un «contrappasso» insostenibile. «Ogni raccomandata inviata dalla Pubblica amministrazione per notificare gli atti come le sanzioni, le questioni amministrative legate alla residenza o la riscossione tributi è arrivata a costare 7 euro, con un aumento di oltre tre euro nell’ultimo anno e mezzo. I conti sono presto fatti, non è più possibile andare avanti così», è tranchant Angeloni.

Le varie fasi

Parte quindi dalla voce di Bilancio per annunciare la spinta che vuole dare al domicilio digitale. Che cosa è? È come il domicilio fisico, solo che invece di chiamarsi ad esempio «viale Papa Giovanni XXIII» si chiama «[email protected]». Da settembre-ottobre, quindi, il Comune partirà in due fasi: una più informativa con una campagna a tappeto per spiegare ai cittadini i vantaggi dell’attivazione di una Pec, e soprattutto di registrarsi in modo gratuito sulla Piattaforma «Inand». «Cercheremo di contattare per primi i mille cittadini che ricevono più notifiche», precisa l’assessore.

Per arrivare a uno step successivo: «Con le stesse modalità in atto per lo Spid – anticipa – sarà direttamente il Comune a erogare la Pec». In questi giorni è infatti in corso un’indagine di mercato per trovare l’operatore con l’offerta più vantaggiosa. «L’idea – entra nel dettaglio Angeloni – è comprare un pacchetto iniziale di 10mila Pec da dare poi gratuitamente ai cittadini per un paio di anni; dopodiché saranno loro a sostenere i costi, che comunque sono contenuti, si aggirano sull’1-2 euro all’anno. Ci piacerebbe una Pec con dominio bergamasco tipo “Bergamo facile”». Ma qual è l’utilità del domicilio digitale? «Oltre a far risparmiare l’ente pubblico, che può utilizzare le risorse risparmiate per i servizi, per il cittadino è una semplificazione – risponde l’assessore –: risparmia tempo e non deve girare per gli uffici per ritirare una raccomandata o gli atti giudiziari». Significa anche prendere visione della comunicazione in qualsiasi momento e luogo a prescindere dalla presenza o meno sul posto, una minore necessità di stampare con un risparmio di carta, velocizzare le procedure.

Sistema da incentivare

Il domicilio digitale non è (ancora) obbligatorio, lo è invece per gli operatori iscritti agli Ordini professionali. «Ma il compito di tutti gli enti locali – dice Angeloni – è incentivare questo sistema». Per chi è già in possesso di una Pec, gli step da seguire per chiedere il domicilio digitale sono essere in possesso di indirizzo di posta elettronica certificata; comunicare tramite il servizio https://www.domiciliodigitale.gov.it il proprio indirizzo Pec mediante la carta identità elettronica o lo Spid. A questo punto l’indirizzo comunicato diventa di pubblico dominio e tutte le Pubbliche amministrazioni possono prenderne visione.

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