Troppa gente in strada, giro di vite
In 24 ore ben 3.172 controllati

La stretta dopo il richiamo della Prefettura: cresce la percentuale di multati. Identificate 50 mila persone.

I primi a segnalare che qualcosa non andava sono stati i soccorritori. A differenza dei giorni precedenti, in particolare nella giornata di mercoledì 1 e giovedì 2 aprile – complice il bel tempo primaverile – si sono viste tante, troppe persone in giro per le strade, in auto o a piedi. Così giovedì pomeriggio la Prefettura aveva diramato una nota a tutti i sindaci perché facessero rispettare le norme per contrastare il coronavirus. Norme che non sono cambiate e che girano tutte attorno a un’unica regola centrale: non uscire di casa. Così già da giovedì le forze dell’ordine hanno potenziato i controlli e i risultati hanno di fatto confermato che di gente in giro ce n’era di più.

I dati diffusi venerdì 3 aprile dalla Prefettura – e dunque riferiti alle attività di controllo del giorno prima – parlano chiaro: in 24 ore sono stati controllati ben 3.172 cittadini. Si tratta del dato più alto a partire dal 9 marzo scorso, quando sono entrate in vigore le prime restrizioni, che si sono fatte via via sempre più stringenti. Alto anche il numero dei sanzionati: 145 persone, pari al 4,57% dei controllati.

A questi si aggiungono due denunciati a piede libero (e che dunque dovranno rispondere di un’accusa di natura penale) per false dichiarazioni: percentualmente sono solo lo 0,06% dei controllati. Con l’attività di giovedì di polizia di Stato, polizia stradale, carabinieri, esercito e polizie locali, il numero dei controllati e identificati ha infranto quota 50 mila nella nostra provincia, assestandosi a 52.841. Gli irregolari (inizialmente denunciati e poi, con la derubricazione del reato, solo sanzionati) sono stati in tutto 1.960. Dunque la percentuale degli irregolari rispetto ai controllati è pari a 3,71%. Un dato che è stato superato dai controlli di giovedì, quando la percentuale è stata pari a 4,57%: ulteriore confermato del fatto che ci fosse più gente in giro. E soprattutto senza alcun motivo valido.

E se il dato assoluto delle persone controllate non era mai stato così alto come giovedì, il raffronto percentuale controllati-sanzionati lo era invece stato in tre giornate: il 23 marzo, quando si toccò il record del 7,68%, con 117 irregolari su 1.523 controllati. E poi il 25 marzo, con il 5,11%, e il 20 marzo, con il 4,71%. Il 28 marzo è stato il giorno in cui invece si sono registrate più denunce di natura penale: ben 49, a fronte di una media di due o tre nelle altre giornate. C’è poi il versante dei negozi, anch’essi nel mirino delle forze dell’ordine per la verifica del rispetto delle norme di contrasto al Covid-19. E in questo la giornata di giovedì è stata fruttuosa: le attività commerciali controllate in 24 ore sono state 831, ma quelle sanzionate ben 20, pari al 2,41% e anche a quasi la metà di tutti i multati dall’inizio dei controlli. La percentuale media tra i commercianti controllati e i multati è stata invece, dal 9 marzo al 2 aprile, dello 0,28%. In tutto, nel periodo dei controlli, sono stati ispezionati 15.521 punti vendita e i multati sono stati in tutto solo 43, di cui appunto 20 nella sola giornata di giovedì.

Ma, tornando ai cittadini fermati per strada, se è vero che i multati sono stati il 3,71% del totale, è anche vero che il 96,29% è risultato fuori casa per un motivo conclamato. Quale? In primis il lavoro. La stragrande maggioranza dei bergamaschi (e non) fermati dalle forze dell’ordine si trovavano per strada per recarsi o tornare dal posto di lavoro.

Un’altra buona fetta di persone controllate era fuori casa per fare la spesa, mentre altri – anche se di meno – per motivi di salute: raggiungere la farmacia o uno studio medico (o dentistico) per visite non rimandabili. Del resto, il lavoro, la salute e la necessità-urgenza sono le uniche tre motivazioni che ci consentono di uscire di casa. Tutte le altre sono scuse, in questo periodo, da evitare. Per non incappare nelle sanzioni e soprattutto per evitare il rischio di diffondere ulteriormente il contagio.

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