Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 27 Luglio 2020
Tribunale, udienze civili al pomeriggio
Ipotesi anti assembramento per l’autunno
In vista dell’autunno, per tornare a celebrarle in presenza ma evitando pericolosi assembramenti. De Sapia e Pierantoni: «Valutiamo un nuovo calendario».
«Le udienze dei procedimenti civili al pomeriggio da settembre è un’opzione che abbiamo anche noi e che ci vede favorevoli. La valuteremo». Non perché il tribunale di Bergamo debba per forza seguire la strada tracciata dal tribunale di Brescia, «perché ogni tribunale ha le proprie peculiarità e noi, anche come organico, rispetto a Brescia siamo un po’ i fratelli minori», spiega con una battuta il presidente Cesare de Sapia. E non necessariamente declinando l’ipotesi secondo le linee guida del palazzo di giustizia distrettuale: in aula tre giorni alla settimana, martedì, mercoledì e giovedì pomeriggio, da settembre, per recuperare terreno e celebrare le udienze (civili) in presenza. L’ipotesi è stata avanzata nei giorni scorsi e a Brescia si attendono conferme dal presidente del tribunale Vittorio Masia.
«Ma anche noi ci stiamo pensando», spiega de Sapia mentre sta lavorando in via Borfuro alle ultime questioni sul tavolo prima della sosta estiva. Il decreto n.31 del 2020, firmato il 6 luglio, «Linee guida per lo svolgimento delle attività giudiziarie dal primo al 31 luglio 2020 nei settori penali, civile e lavoro», prende atto dell’anticipazione della fine della fase 2 dell’emergenza sanitaria al 30 giugno ma ribadisce la necessità «di continuare a osservare le precauzioni già indicate nei precedenti decreti», visti gli effetti particolarmente gravi della pandemia a Bergamo. E tra i punti disposti dal decreto vengono confermati l’accesso a rotazione degli avvocati con le parti e i testimoni, sia nel penale sia nel civile, il cosiddetto giuramento telematico del consulente nelle udienze civili per ridurre il numero dei partecipanti in aula, la rivisitazione degli orari nei processi penali per evitare sovrapposizione di udienze, la scelta di aule di maggiori dimensioni per i processi con più parti per garantire il distanziamento.
Ma ora, spiega de Sapia, «siamo nella fase della convivenza con il virus, dopo aver avuto a disposizione strumenti straordinari tra cui l’udienza da remoto e quella cartolare (per il civile, ndr)» e le prospettive potrebbero cambiare. «Qual è l’alternativa? Le udienze in presenza che però vanno suddivise e calendarizzate in modo diverso. Ne abbiamo parlato con i presidenti di sezione (nel civile, ndr) perché va cambiata la modalità di fissazione delle udienze: ho chiesto ai presidenti di non fissare più per esempio tutte le prime udienze contemporaneamente al martedì, bensì di variare giorno, prendendo in considerazione anche il lunedì».
Le ipotesi sul tavolo
Non è l’unica ipotesi. Un’altra strada percorribile, conferma il presidente de Sapia, è la fissazione delle udienze «sforando» al pomeriggio, a partire dalla ripresa dell’attività dopo la sosta estiva. «È tra gli accorgimenti da considerare, non è vietato tenere udienze al pomeriggio. Bergamo è in fase di controllo e di verifica, ci stiamo confrontando con i presidenti di sezione, fermo restando l’obiettivo di evitare il sovraffollamento e di garantire sempre il massimo delle cautele e delle garanzie sul fronte della sicurezza. Ma prima di decidere dovremo parlarne con tutti gli interlocutori, compreso l’Ordine degli avvocati, con il quale siamo in quotidiano contatto». Gli avvocati, appunto. Se dal tribunale arrivasse un input per le udienze al pomeriggio, da settembre, come reagirebbero i legali bergamaschi?
La posizione degli avvocati
«È una soluzione che prenderemmo in considerazione, siamo disponibili a parlarne», spiega Francesca Pierantoni, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo. «La giustizia è un servizio essenziale, è prioritario evitare che si fermi, certo con tutte le tutele del caso dal punto di vista sanitario. Sino alla fine di giugno, nel civile, non sono state celebrate udienze in presenza fisica, dai primi di luglio qualche udienza in presenza è stata celebrata, ma in misura ridotta. Noi siamo convinti che la ricalendarizzazione delle udienze, che evita più comparizioni alla stessa ora per cause diverse, sia la soluzione migliore anche nel futuro. Se in quest’ottica fosse necessario sforare al pomeriggio, per evitare il rischio di lunghi rinvii e quello di pericolosi assembramenti nei corridoi e nelle aule, sarebbe una misura di buon senso che potremmo accogliere, a condizione di essere informati per tempo in modo da poter organizzare il resto del nostro lavoro». Con il conforto di un precedente, che potrebbe fare scuola. «Già a giugno il giudice di pace ha fissato sessioni pomeridiane, dalle 14,30 in poi, con un quarto d’ora per ogni udienza.Una soluzione che abbiamo avallato con un protocollo condiviso e che riteniamo abbia garantito un buon servizio. Se per settembre il tribunale avanzerà la proposta di estendere le udienze pomeridiane ad altre sezioni del civile ci confronteremo. Potrebbe essere una strada percorribile».
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