Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 28 Marzo 2022
Trent’anni del 118, da 2 è la trincea della pandemia. «Oggi il 30% di chi ci chiama per Covid va in ospedale»
L’anniversario Compie 30 anni il servizio di assistenza 118 attivo 24 ore su 24 in tutta Italia, da due anni diventato la trincea della pandemia con gli equipaggi e i mezzi occupati fino al 60 per cento nei periodi peggiori della seconda ondata nell’autunno del 2020.
Ancora oggi il 118, spiega Mario Balzanelli, Presidente Nazionale SIS118, in un caso su tre di chiamate per Covid, si occupa di portare in ospedale i pazienti. «Con il Covid noi, operatori del 118, abbiamo retto all’assalto più spaventoso alla vita e alla salute degli italiani dopo la seconda guerra mondiale, mettendo in sicurezza l’intero Sistema Sanitario Nazionale. E ancora oggi, alla quinta ondata, quell’assalto è in pieno corso, la gente, per quanto con minore frequenza rispetto alle fasi 1 e 2 della pandemia, continua a non respirare, e noi serriamo i ranghi», spiega Balzanelli.
La storia
Il primo nucleo 118 è nato a Bologna, il primo giugno 1990 in occasione dei mondiali di calcio. In contemporanea il 118 è stato attivato a Udine ma il primo servizio a coprire una intera provincia è nato a Gorizia nel 1991, scelta come laboratorio dalla Regione FVG che, assieme all’Emilia-Romagna, è stata quindi la prima regione ad attivare il servizio. Nel 1990 Bologna Soccorso era ancora un nucleo indipendente, ma già rispondeva al numero 118.
Nel 1992
Il servizio «118» vero e proprio come lo è oggi, è stato istituito in seguito dal «decreto De Lorenzo» firmato del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga del 27 marzo 1992, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 31 marzo 1992, dove furono costituite le centrali operative 118 anche nelle altre città, sulla base delle innovazioni introdotte a Bologna.
«Trenta anni, intensissimi ed appassionati, di cura e di prendersi cura, con dedizione totale e incondizionata nei confronti del malato, concretamente vicini a chi soffre, a distanza zero, incessantemente, qui ed adesso, di giorno e di notte, in qualsiasi momento. Intenti, semplicemente, nella ristrettissima unità di tempo, a salvare vite. Innumerevoli vite. In questi trent’anni - aggiunge Balzanelli - la gente ha compreso molto bene, perchè direttamente sulla loro pelle, e su quella dei propri cari, che nel momento dell’inatteso pericolo di vita, noi siamo la certezza dello Stato che c’è. Proprio la minaccia sempre permanente e sempre incombente dell’emergenza e della maxiemergenza, temporanea e propratta, chiamiamola COVID-19 o minaccia di guerra, facciano riflettere i massimi decisori istituzionali, il Parlamento e il Governo: il Sistema di Emergenza Territoriale 118 è un bene della nazione, è un bene di tutti e ciascuno, inalienabile, perchè il 118 è lo scudo salvavita del Paese».
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