Trasporto pubblico locale, venerdì 8 novembre sciopero nazionale di 24 ore

LA MOBILITAZIONE. Gli addetti del comparto incroceranno le braccia venerdì 8 novembre per uno sciopero nazionale dell’intera giornata con riduzione delle fasce di garanzia.

I lavoratori di questo comparto avevano già scioperato il 18 luglio e il 9 settembre. L’iniziativa di protesta è proclamata in tutt’Italia da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl.

Cosa chiede il comparto

Nella provincia di Bergamo sono attivi oltre mille addetti tra aziende del servizio extra urbano, cioè Arriva Italia srl, Autoservizi Locatelli srl, Tbso spa, Sav srl, Sai Treviglio srl, Aschedamini srl e Bonomi srl, e quelle della città, Atb e Teb. Venerdì torneranno a chiedere il rinnovo del loro contratto nazionale, migliori condizioni di lavoro e una profonda riforma del settore che possa garantire un servizio pubblico di qualità da offrire alla cittadinanza.

Manca personale

La scarsa attrattività del comparto provoca una difficoltà a trovare personale, che di conseguenza fa registrare una contrazione di lavoratori operativi in continuo peggioramento: a livello nazionale la Filt-Cgil stima una carenza tra il 10% ed il 15% del personale necessario, più di 10.000 autisti che mancherebbero all’appello per garantire non solo il servizio programmato, ma anche quello minimo essenziale.

Le richieste: il rinnovo del loro contratto nazionale, migliori condizioni di lavoro e una profonda riforma del settore che possa garantire un servizio pubblico di qualità da offrire alla cittadinanza

Rischio aggressioni

C’è poi la questione della sicurezza a bordo dei mezzi e nelle stazioni. Alessandro Petrungaro, un autista, racconta di un’aggressione che ha vissuto personalmente, una sera in cui era appena smontato dal servizio. «Chiediamo si faccia un coordinamento tra addetti di Questura, Prefettura, Carabinieri, Polizia Locale e Comune di Bergamo per cercare di trovare una soluzione e prevenire le aggressioni. Si devono assicurare più controlli. Ma non serve che gli agenti piantonino le stazioni, occorre che si facciano vedere sui mezzi» spiega un autista.

«A Bergamo il piano di trasporto pubblico è sempre stato visto come servizio esclusivamente per chi deve raggiungere la scuola o il proprio posto di lavoro, ma negli anni il turismo ha vissuto un picco di presenze che dovrebbe far ripensare gli orari, soprattutto nei periodi estivi, nei week end e nelle ore serali»

A proposito delle gare di appalto future, attese per il 2026, e delle modifiche del servizio sul territorio provinciale a seguito dei cantieri di T2, e-BRT per i bus elettrici tra Bergamo, Dalmine e Verdellino e del treno per Orio, aggiunge: «Chiediamo che per tempo si riorganizzi il settore e si preveda con cura la quantità di chilometri di servizio da garantire alle aziende che prenderanno gli appalti».

L’autista conclude poi il suo racconto con una riflessione sull’allargamento dell’offerta all’utenza: «A Bergamo il piano di trasporto pubblico è sempre stato visto come servizio esclusivamente per chi deve raggiungere la scuola o il proprio posto di lavoro, ma negli anni il turismo ha vissuto un picco di presenze che dovrebbe far ripensare gli orari, soprattutto nei periodi estivi, nei week end e nelle ore serali. È necessario un rafforzamento. E invece sono statti eseguiti tagli di quelle fasce orarie, senza pensare in prospettiva. Occorre allargare la maglia oraria, che prima della pandemia era più ampia, e che dopo la crisi da Covid non è più stata ripristinata».

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