Transizione climatica, un energy manager a Palafrizzoni e squadra con otto città

L’obiettivo Entro il 2030 bisognerà raggiungere l’impatto zero fissato dall’Europa. Intanto centrato il monitoraggio Paes: -23% di tonnellate di Co2 prodotte nel 2020 .

Un energy manager per migliorare ancora le prestazioni energetiche della città, lavorando su trasporti ed edifici, le principali fonti di inquinamento. È una delle azioni che Palafrizzoni ha in testa per centrare l’obiettivo di città a impatto climatico zero stabilito dall’Europa entro il 2030. «Un obiettivo che si vuole raggiungere facendo squadra con le altre otto città italiane selezionate da Bruxelles come esperienze pilota per la transizione climatica, visto che i fondi a disposizione saranno di 1-2 milioni di euro per tutta Italia», commentano l’assessore all’Ambiente Stefano Zenoni e il dirigente di settore Silvano Armellini.

«Faremo squadra con le altre otto città italiane selezionate dall’Europa per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di impatto climatico zero»

Punto di partenza sono i risultati del Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile), il cui monitoraggio decennale è stato approvato dalla Giunta Gori. Palafrizzoni ha superato la quota del 20% di abbattimento delle emissioni di Co2 fissato dal «Patto dei sindaci per il clima e l’energia» per il 2020. Partendo dalla «base» del 2005 quando lo scenario emissivo era di 581.191 tonnellate di Co2 prodotte, nel 2019 sono scese a 457.532 (-21,3%) e nel 2020 a 447.503 tonnellate (-23%), superando la performance di 464. 952 fissata dall’Europa (-20%).

«L’obiettivo complessivo è stato raggiunto», commenta l’assessore Zenoni, che invita comunque a guardare avanti, visto che l’Europa ha già alzato l’asticella generale al -40% di Co2 entro il 2030 e Bergamo avrà anche la sfida dell’«impatto zero»: «A questo scopo l’amministrazione dovrà dotarsi del Paesc (il piano sul Clima), che mi auguro sia al centro dei prossimi programmi elettorali». Efficientamento energetico dei trasporti e degli edifici (le principali fonti di inquinamento, escluso il settore produttivo che però non rientra nel piano) resta il binari su cui correre. Il settore dei trasporti privati e commerciali è infatti uno dei pochi che segnala una crescita delle emissioni (+16% tra il 2005 e il 2020) mentre l’84% degli edifici cittadini risulta costruito prima del 1981.

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