Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 13 Giugno 2022
Transizione, Bergamo settima tra le province maggiori: punto a favore il secondo tram, punto debole le energie green - Il report
La classifica Nella fotografia del Censis la nostra provincia al 7° posto tra quelle con oltre 500mila abitanti e al 23° nel ranking generale. La Bergamasca, che registra il voto 78 complessivo, ha tradotto il concetto di transizione ecologica in una serie di opere e provvedimenti, ma il lavoro non manca
Uno studio ad ampio raggio che misura lo sviluppo sostenibile dei territori, o più precisamente il grado di «transizione ecologica» delle province italiane, colloca Bergamo al 7° posto tra le province con oltre 500mila abitanti che hanno adottato politiche virtuose nel solco della sostenibilità ambientale. La fotografia scattata dal primo rapporto Censis sull’economia verde e la transizione ecologica, nell’ambito del festival Green&Blue del gruppo Gedi, restituisce un quadro con molte luci e qualche ombra, in cui la provincia orobica è 23a nel ranking delle 107 province italiane, seconda solo a Brescia in Lombardia nel punteggio globale sul processo di transizione ecologica, una graduatoria formata tenendo conto del contesto (qualità dell’aria, trasporto pubblico, dispersione idrica, verde per abitante, energia rinnovabile), della popolazione (comportamenti, percentuale di raccolta differenziata, consumo domestico di energia) e delle imprese (investimenti su risparmio energetico, aziende green e sostenibilità ambientale).
La provincia di Bergamo registra un indice di transizione ecologica pari a 78 (prima in graduatoria Bolzano con 81,6, a seguire Trento con 80,1 e Brescia con 78,9), fatto cento il valore di una provincia ideale. Le altre province lombarde con oltre 500mila abitanti registrano punteggi più bassi: Como si piazza al 12° posto (voto 76,7), Pavia al 13° (76,6), Varese al 15° (76,2), Monza e Brianza al 19° (75,3). La città metropolitana più avanti nella transizione ecologica è Firenze (voto complessivo 80,1), Milano è al 9° posto (76). La provincia di Bergamo, che registra il voto 78 complessivo (73,3 per contesto, al nono posto tra le province con oltre 500mila abitanti; 86,3 per popolazione, al 4° posto; 74,3 per imprese, al 16° posto) ha tradotto il concetto di transizione ecologica in una serie di opere e provvedimenti, ma il lavoro non manca.
Il capoluogo
Ad esempio il capoluogo sta investendo nella realizzazione di una seconda linea tranviaria (Bergamo-Villa d’Almè) e nell’ampliamento delle infrastrutture ferroviarie di accesso alla città per ridurre il traffico sulle strade (collegamento con l’aeroporto di Orio, raddoppio della linea che passa per Ponte San Pietro-Montello, potenziamento dei servizi ferroviari da e per Milano). L’obiettivo per il 2025 è di sostituire tutti i veicoli fossili della società Atb con modelli alimentati con energia elettrica e ampliare la rete delle piste ciclabili.
La Provincia
L’ente Provincia punta sul tema delle comunità energetiche, associazioni tra enti locali, privati e aziende nel solco del risparmio e appunto della sostenibilità ambientale, con la produzione di energia da fonti rinnovabili per favorire la transizione ecologica.
Gori: «Abbiamo un’idea chiara di dove dover andare in termini di adattamento e quindi assorbimento di carbonio attraverso gli strumenti urbanistici»
Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, presente insieme ad altri primi cittadini al festival Green&Blue, ha interpretato così i dati del rapporto Censis sulla transizione ecologica: «Siamo messi abbastanza bene in diversi ambiti e indicatori, penso ai miglioramenti realizzati o in procinto di essere realizzati nella mobilità sostenibile pubblica, con nuove infrastrutture che dovrebbero alleggerire il carico di trasporto privato che ogni giorno si riversa da fuori città in città; siamo messi abbastanza bene nel trattamento rifiuti, raccolta differenziata ed economia circolare, non mandiamo via niente in discarica, e abbiamo un’idea chiara di dove dover andare in termini di adattamento e quindi assorbimento di carbonio attraverso gli strumenti urbanistici, con la riassegnazione all’agricoltura di quasi un milione di metri quadrati che il precedente Piano di governo del territorio (Pgt) assegnava all’edificazione e che noi quindi spostiamo e riportiamo all’agricoltura».
«Ma ho capito anche dove non stiamo lavorando bene – ha aggiunto Gori -. Siamo indietro sull’efficientamento energetico degli edifici e sulla produzione di energie rinnovabili, sul fotovoltaico abbiamo fatto finora poco. C’è da ribadire che siamo tra le 9 città italiane selezionate dalla Commissione europea per realizzare l’obiettivo della neutralità carbonica e l’impatto zero entro il 2030, Bergamo quindi capofila della transizione ecologica e riferimento di buone pratiche. Sulla riqualificazione energetica e la produzione di energie rinnovabili invece dobbiamo andare a scuola, siamo ripetenti. Il settore dei trasporti privati non ha sviluppato miglioramenti, e ci sono più auto in giro e maggiori emissioni nonostante lo sharing. Qui c’è da migliorare».
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