Cronaca / Bergamo Città
Martedì 11 Maggio 2021
Trading on line? No, truffe:
«Persi i risparmi di una vita»
Centinaia i bergamaschi contattati ogni giorno da finti broker. «Con soli 200 euro investiti simulano guadagni esorbitanti in poco tempo».
C’è stato anche chi, a fronte di un investimento iniziale di soli 200 euro, alla fine di euro ne ha persi diverse centinaia di migliaia. Perché credeva di aver affidato i risparmi di una vita ad affidabili – e «moderni» – broker on line, invece ha avuto a che fare con truffatori che lo hanno raggirato con tante belle parole e qualche finta mail, con l’unico obiettivo di ripulirgli il conto corrente. Le denunce di persone truffate da fantomatici investitori del cosiddetto «trading on line» sono purtroppo in crescita anche nella nostra provincia, così come lo sono, più in generale, le truffe e le frodi, soprattutto ai danni di anziani, che hanno registrato un’impennata – a differenza degli altri reati – durante i mesi più duri della pandemia. Il trading on line truffaldino – perché esistono anche broker ovviamente onesti e regolari, ma che hanno modalità e sistemi d’approccio del tutto diversi – comincia sempre con una telefonata dal numero di una località straniera: si va dal Belgio al Regno Unito, dalla Svezia alla Danimarca, dall’Olanda alla Francia.
Dall’altra parte del filo si presenta una persona che parla italiano con accento straniero: «Fornisce nome e cognome – spiega la vittima bergamasca di una truffa, che preferisce mantenere l’anonimato – solitamente piuttosto semplice. A me è capitato di essere contattato da John Brown. A quel punto, con la scusa di fornirti informazioni su come funziona il trading on line, ti promette guadagni consistenti e sicuri. Viene quindi chiesto di investire 200 euro, che possono sembrare tanti ma che, a fronte dei guadagni promessi dal fantomatico investitore, risultano ben poca cosa».
A quel punto solitamente la maggior parte delle persone declina la proposta e mette giù. E si tratta di centinaia di cittadini tutti i giorni, perché in realtà – e la polizia postale lo sa bene perché raccoglie decine e decine di denunce – dietro queste truffe ci sono call center ben organizzati, che letteralmente martellano di telefonate il povero cittadino che ha avuto la sfortuna ritrovarsi col proprio recapito telefonico – chissà come – negli elenchi di quei call center. «Dopo aver investito tremila euro, mi sono accorto che qualcosa non andava – prosegue la vittima – e per fortuna sono riuscito a fermarmi in tempo. I siti che mi avevano indicato avevano un qualcosa di poco chiaro, i contatti telefonici sembravano con perfetti incompetenti più che con addetti del settore. I miei tremila euro erano diventati rapidamente trentamila, ma mi sembrava tutto molto strano».
E infatti lo era: i guadagni indicati sul sito della fantomatica società inglese erano solo uno specchietto per le allodole, con lo scopo di far spendere ancora di più le vittime. «C’è chi ha investito, cioè buttato, tutti i risparmi di una vita», ammette una vittima. Tutto avviene rigorosamente on line, tramite piattaforme tarocche create ad hoc. E c’è anche un altro fronte, che fa somigliare le vittime di queste truffe alle vittime dello stalking telefonico: una volta che il numero di cellulare è infatti finito in mano a una finta società, si rischia di essere contattati all’infinito: «Non so come abbiano avuto il mio numero – spiega un altro bergamasco –, ma dall’aprile del 2016 vengo contattato almeno una o due volte la settimana, quando va bene, da numeri stranieri. Tutte le volte l’interlocutore mi dice che la sua società non c’entra con chi mi ha chiamato prima. Avrò bloccato 400 numeri. Nell’ultima chiamata hanno cambiato la tecnica: “Lei aveva investito 200 euro con una società che ora è fallita, ma intanto ha fruttato 1.600 euro: li vuole ritirare tramite noi?”. Non sanno più cosa inventarsi. E, purtroppo, in tanti ci cascano».
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