Tracciamento, flop Immuni: in Lombardia
la app «intercetta» solo un caso su 238

Uno ogni 238. Sono i casi positivi intercettati dalla app Immuni in Lombardia dall’inizio della sua diffusione a pieno regime. Una rete evidentemente a maglie troppo larghe, quella del tracciamento automatico garantito da un programma per smartphone che in tutta sicurezza – e in tutto anonimato – dovrebbe contribuire a contenere l’epidemia.

Più nel dettaglio, analizzando gli open data messi a disposizione dalla stessa piattaforma, dal 3 agosto al 24 gennaio gli utenti lombardi di Immuni che hanno segnalato la propria positività – avviando così il sistema di notifiche finalizzato a individuare i contatti stretti – sono stati 1.818: nello stesso periodo, tuttavia, il totale dei contagi maturati in regione è arrivato a 432.662, e quindi la quota di Immuni rappresenta solo lo 0,42% dei casi totali. In Lombardia, tra l’altro, Immuni è stata scaricata da 1,6 milioni di persone, il 18,3% dei lombardi al di sopra dei 14 anni (l’età minima per utilizzare la app), contro una media nazionale del 19,3%. Il numero maggiore di utenti positivi – in valore assoluto – si è osservato in coincidenza del picco maggiore della seconda ondata, con un picco settimanale di 215 utenti che hanno segnalato la propria infezione tra il 9 e il 15 novembre. Finora è capitato solo una volta, nella settimana tra 21 e 27 settembre, che Immuni abbia intercettato più dell’1% dei positivi lombardi.

Non sono disponibili dati su base provinciale, ma per avere un ordine di grandezza dell’apporto di Immuni nel contenimento dell’epidemia in Bergamasca si può tratteggiare una stima basata sul trend regionale: applicando la stessa percentuale lombarda, gli utenti di Immuni della provincia di Bergamo che hanno segnalato il proprio contagio sarebbero circa una sessantina, a fronte di oltre 15 mila infezioni segnalate dal 3 agosto al 24 gennaio.

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