Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 23 Ottobre 2020
Test rapidi in arrivo nelle scuole
«Per la Bergamasca 130 mila»
Dopo la gara per l’acquisto di 1,2 milioni di tamponi, la Regione avvierà la distribuzione a giorni. L’esito in pochi minuti.
In una settimana, secondo i dati di Ats, sono più che raddoppiate le classi in quarantena (da 16 a 34). Anche in Bergamasca, quindi, si fa sempre più urgente tracciare i casi positivi, per evitare perdite di lezioni e disagi. La nostra provincia, però, visto che al momento sta meglio di altre in materia di contagi, riceverà solo a fine mese il kit di tamponi rapidi che la Regione ha predisposto proprio per lo screening della popolazione scolastica (alunni e personale).
La sperimentazione è partita dagli istituti superiori delle attuali «zone rosse» - Milano, Monza e Varese - e solo nelle prossime settimane, appunto, raggiungerà la nostra provincia. «Siamo partiti dai territori più colpiti in questa fase - spiegano dalla Regione - dove sono state usate le 30 mila dosi che la Lombardia aveva già a disposizione». Altro capitolo, infatti, è la mega gara, in tandem col Veneto (capofila), per l’aggiudicazione di 1,2 milioni di test antigenici rapidi per la prevenzione in ambito scolastico (e non solo). «Si stanno concludendo le procedure - fanno sapere dall’assessorato al Welfare -. Per l’ultima settimana di ottobre saranno disponibili e copriranno tutte le scuole lombarde, in prevalenza istituti superiori».
Quelli bergamaschi compresi: si stima una quota del 10% destinata al nostro territorio, tra le 120 mila e le 130 mila dosi in arrivo. Ats ha già raccolto l’elenco di sedi individuate dalle Asst per l’offerta dei tamponi rapidi. «È iniziata, in alcune scuole di Milano e dei territori di riferimento delle Ats della Brianza e Insubria, la sperimentazione dei tamponi antigenici rapidi il cui esito si ottiene in circa 15 minuti. L’obiettivo è quello di individuare e isolare velocemente tutti i potenziali casi positivi in una fase di particolare incremento della diffusione dei contagi», ha annunciato il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Quello in corso è un tracciamento sperimentale, uno screening epidemiologico per verificare, nelle classi dove c’è un alunno positivo, la percentuale di contagiati tra i compagni, anche asintomatici. L’esito si ottiene appunto in pochi minuti, senza macchinari per processarli. Se il risultato è negativo la persona è «libera», altrimenti si procede al test molecolare.
Il punto tamponi è stato allestito in luoghi neutri (ad esempio un auditorium), organizzato con posti d’attesa distanziati e percorsi differenziati di entrata e uscita. «Il progetto in ambito scolastico prevede l’esecuzione di tampone nasofaringeo antigenico - entra nel dettaglio l’assessore al Welfare Giulio Gallera - nei soggetti sintomatici all’interno dell’istituto. In caso di positività, il test rapido e quello molecolare standard vengono estesi a tutti i compagni di classe». L’assessore fornisce anche i tempi per la partenza della campagna vera e propria: «Entro i prossimi dieci giorni arriveranno in Lombardia 1,2 milioni di test antigenici rapidi che la Regione ha acquistato recentemente e che saranno utilizzati nel settore scolastico, nei Pronto soccorso e sul territorio». Una risposta anche al pressing di questi giorni per incrementare i controlli. Dall’assessore alle Politiche sociali di Palafrizzoni e dal consigliere regionale di Azione (nonché coordinatore della Lista Gori) Niccolò Carretta è infatti arrivato il richiamo alla Regione «per potenziare, velocizzare l’arrivo e incrementare il numero di “test rapidi” detti anche “salivari”». «Si tratta di uno strumento nuovo e fondamentale per la tutela delle persone più fragili, per monitorare la situazione nelle scuole e nei pronti soccorso, ma anche per garantire tutele alle persone con malattie croniche nelle Rsd e nelle Rsa - commenta l’assessore Messina - perché avere a disposizione test rapidi, oltre che aiutare a monitorare la situazione generale, permetterebbe di aiutare un mondo che altrimenti verrebbe, per la seconda volta, abbandonato a sé stesso.
L’auspicio, da parte del Comune, è che, almeno la gran parte dei test rapidi siano garantiti alle strutture, al personale e ai residenti più fragili, così come alle scuole e ai pronto soccorso che rappresentano i luoghi più sollecitati e da attenzionare maggiormente». E Carretta rincara: «Non è possibile che ogni giorno si scopra una nuova emergenza e non è accettabile che ci vadano di mezzo le famiglie che già devono quotidianamente fare i conti con malattie croniche. L’Ats di Bergamo risulta essere già al collasso per il numero altissimo di diagnosi dei test che deve licenziare poiché tra pronto soccorso e scuole, la richiesta di tamponi è altissima. Bisogna fare il possibile per recuperare il numero massimo di test rapidi che risolverebbero problemi alle Rsd, scaricherebbero di molto la pressione nelle Ats e garantirebbe il giusto monitoraggio a scuola».
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