Test rapidi già in magazzino
Ma manca la procedura

Prevenzione, sono 63 mila i test antigenici destinati alla Bergamasca, 28 mila già nelle disponibilità di Ats.

Tamponi rapidi, qualcosa finalmente si muove. Con numeri contenuti e ancora qualche (molti) nodi da sciogliere, ma si muove. Alla Bergamasca Regione Lombardia ha assegnato 63mila test antigenici, di cui 28mila già arrivati nelle mani di Ats. Il resto della fornitura dovrebbe arrivare nei primi giorni di settimana prossima. Si tratta di tamponi che vengono eseguiti con il metodo «tradizionale»», nasofaringeo: a differenza di quelli molecolari – ritenuti i più affidabili in assoluto - del virus i test rapidi intercettano le proteine (antigeni), anziché l’acido nucleico. L’esito arriva dopo solamente un quarto d’ora, senza la necessità di esami di laboratorio: la risposta si legge ad occhio nudo oppure mediante un piccolo lettore. Per contro, i test antigenici sono meno accurati dei tamponi tradizionali: ecco perché Regione chiede che, in caso di positività, chi si è sottoposto a test rapido debba eseguire anche il tampone molecolare classico, per verifica.

In ogni caso, si tratta di uno strumento di diagnosi che accorcia esponenzialmente i tempi: non a caso, pediatri e medici di famiglia – oltre che gli stessi cittadini – ne chiedono l’arrivo a gran voce.

Ma chi potrà utilizzarli? Secondo la delibera approvata lo scorso 13 ottobre dal Pirellone, il test antigenico dovrebbe servire per rendere più rapida la diagnosi nei casi sospetti e nei contatti stretti dei positivi. Dunque, a disporne saranno pediatri e medici di base per i loro assistiti, ma anche ospedali (nello specifico i reparti di Pronto soccorso) e scuole: agli alunni il test rapido potrà essere fatto in postazioni ad hoc allestite da Ats, ma anche all’interno dello stesso istituto scolastico, impiegando gli operatori sanitari delle Usca.

Si diceva dei nodi da sciogliere: i medici di famiglia sono ancora in attesa di capire come procedere. «Serve definire le modalità operative con cui effettuare i test antigenici– dice il presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo Guido Marinoni –. Bisogna costruire una macchina organizzativa simile a quella messa in moto per la campagna di vaccini antinfluenzali: i medici bergamaschi che avranno bisogno di sedi esterne all’ambulatorio per fare i tamponi rapidi in sicurezza saranno moltissimi, ecco perché è necessario partire subito con l’organizzazione della campagna».

Ats Bergamo, dal canto suo, fa sapere che «deve essere sottoscritto uno specifico accordo a livello nazionale per definire le modalità di coinvolgimento dei medici e dei pediatri». Tradotto: c’è ancora da attendere. E difatti, l’altro nodo da sciogliere è proprio quello relativo alle tempistiche: non è ancora chiaro quando i tamponi rapidi già a disposizione di Ats Bergamo saranno effettivamente utilizzabili. Medici e pediatri, ancora, non ne hanno ricevuti. Con ogni probabilità l’Agenzia di tutela della salute attende (anche) di mettere a punto le modalità operative con cui i test potranno essere effettuati al di fuori del Servizio sanitario regionale. Nelle scorse ore Regione Lombardia ha infatti concesso il via libera ai privati: potranno fare ricorso ai test antigenici anche le aziende per lo screening (su base volontaria) dei propri dipendenti , così come le farmacie, che li metteranno a disposizione – naturalmente a pagamento – dei cittadini. Questo non significa che, da domani, chi vorrà potrà fare i tamponi rapidi nella farmacia sotto casa: «Non li abbiamo ancora – frena il presidente dell’Ordine dei farmacisti Ernesto De Amici -. Non possiamo acquistarli senza conoscere quali tipologie di test la Regione ritiene siano ottimali, o senza sapere a quali protocolli organizzativi dobbiamo attenerci per eseguirli in sicurezza. Attendiamo indicazioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA