Tende per la Palestina, il finale è con polemica

La manifestazione si è svolta lunedì 20 maggio all’esterno della sede universitaria di via Salvecchio in Città Alta.

Da un lato gli studenti di UniBg For Palestine che chiedono di «discutere in modo franco» con il rettore quali siano le relazioni in atto tra la nostra università e quelle israeliane e dall’altro l’università, che ribadisce la disponibilità mostrata sin dall’inizio per un dialogo all’insegna della lealtà collaborativa. Lunedì pomeriggio nessun rappresentante dell’Ateneo ha risposto all’invito del collettivo indipendente alla conferenza stampa indetta nella sede di via Salvecchio. Conferenza che si è svolta all’esterno perché gli agenti della sicurezza lasciavano entrare solo gli studenti che dovevano andare a lezione.

«In occasione di un primo incontro il rettore ci aveva invitato a presentare le nostre mozioni alla Consulta studentesca che le doveva approvare – ha spiegato una portavoce del collettivo indipendente -. Cosa che noi abbiamo fatto. Peccato che una volta approvate queste mozioni non sono mai arrivate sul tavolo del Senato Accademico perché il rettore ha messo il suo veto. In pratica si è rimangiato la parola data», accusano. Unibg in un comunicato ha disconosciuto la conferenza stampa a seguito «delle asserzioni denigratorie pronunciate dal collettivo UniBg For Palestine in cui si dichiara la complicità del nostro Ateneo alla pulizia etnica palestinese. Tali accuse – prosegue la nota – risultano ulteriormente stridenti se si considerano i diversi momenti di dialogo che il rettore ha sempre cercato sin dall’inizio perché ci fosse sempre lealtà collaborativa, nonostante l’occupazione abusiva del Chiostro di Sant’Agostino da parte di un’associazione non riconosciuta dall’Università e con costi non indifferenti per la collettività cui l’Ateneo ha messo a disposizione risorse e finanze perché “l’acampada” possa godere di energia elettrica, servizi igienici sempre puliti e vigilanza notturna che possa proteggere i manifestanti durante la notte».

L’Università di Bergamo «riconferma la propria posizione sul conflitto in Medio Oriente nel testo della mozione approvata all’unanimità nella seduta del Senato Accademico del 13 maggio scorso, sostenuta anche dai rappresentanti della Consulta. UniBg non solo ha dichiarato di unirsi a tutti gli appelli al cessate il fuoco immediato ma anche si è impegnata in una serie di azioni concrete volte fra l’altro alla creazione di accordi bilaterali con le università palestinesi». Ieri sera a cancelli chiusi non restavano più manifestanti all’interno dell’Università. Sono rimasti solo una bandiera, una tenda aperta e un piccolo ulivo piantato nel prato

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