Tempo di manutenzione per le caldaie
Ecco i costi medi da sostenere

Con l’arrivo dell’autunno e l’abbassamento delle temperature, è arrivato il momento dell’accensione degli impianti di riscaldamento.

Salvo prescrizioni diverse dell’installatore ricavabili dal libretto d’uso, la cadenza dei controlli sull’efficienza della caldaia è ogni due anni per gli impianti termici a combustibile liquido o solido. Due anni anche per l’analisi fumi degli impianti a gpl o metano, oltre alle già citate prescrizioni del produttore e del manutentore che possono prevedere anche manutenzione annuale.

Ecco la tabella precisa indicata dal CURIT

Se la potenza termica della caldaia è maggiore o uguale a 100 Kw i tempi si dimezzano. Un passo avanti nella promozione della cultura del risparmio energetico, della tutela ambientale e della sicurezza. È importante quindi rivolgersi a dei manutentori qualificati e di fiducia.

I costi da prevedere
Archiviata la questione termovalvole (per la quale non sono mancati i ritardatari), il dilemma per non incappare in multe salate resta uno: quanto costa mettersi in regola effettuando i dovuti controlli di manutenzione della caldaia? Secondo l’Osservatorio di ProntoPro, la spesa media nazionale è di 68 euro. Ma le tariffe degli operatori specializzati, variano da città a città. Si va ad esempio dai 55 euro per le città del Sud agli 80-90 per la nostra provincia.

A dettare la periodicità dei controlli di manutenzione della caldaia è il libretto fornito. Al termine della revisione, il tecnico specializzato provvede a rilasciare un rapporto di controllo da allegare alla documentazione del dispositivo. Per chi avesse smarrito il libretto, il costo per averne uno nuovo varia in media dai 5 ai 10 euro. Occorre tuttavia distinguere la manutenzione della caldaia dal controllo dei fumi. Chi intende effettuare anche questa verifica – la cui periodicità è stabilita dal d.p.r. n. 74 del 2013 – deve mettere a budget una cifra che si aggira sui 110 euro (media nazionale).

Sicurezza e inquinamento
Al termine delle dovute verifiche, in caso di esito positivo, il tecnico rilascia un bollino blu, che solitamente ha un prezzo che si aggira sui 10 euro. È un dovere del cittadino in base alle norme vigenti tenere sotto controllo il funzionamento e i consumi della propria caldaia sia per la sicurezza che per il contenimento dell’inquinamento atmosferico, per ridurre le emissioni inquinanti. Anche a Bergamo il problema delle polveri sottili è ben presente, con conseguenti danni alla salute.

Molti italiani hanno preferito invece fare una scelta rivolta al risparmio energetico (e dunque economico) e alla riduzione delle emissioni inquinanti: approfittando degli ecoincentivi validi fino al 31 dicembre 2018, il 41% ha scelto di sostituire la vecchia caldaia con una nuova.

In caso di Ecobonus, l’aliquota di detrazione varia dal 50% al 65%: appartengono alla prima categoria, ad esempio, le caldaie a condensazione di classe A, alla seconda le caldaie a condensazione di classe A+ con sistema di termo-regolamentazione evoluto.

Il Catasto unico regionale degli impianti termici (Curit) conta circa 400.000 impianti per la provincia bergamasca. Sul sito www.curit.it , oltre a trovare tutte le informazioni utili, ciascun cittadino può verificare personalmente che il proprio impianto sia accatastato correttamente e se risulta in regola coi pagamenti dovuti. Per consultare il Curit occorre utilizzare la Carta regionale dei servizi con lettore smart card, o in alternativa il proprio codice fiscale e il numero di matricola dell’impianto.

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