Tel Aviv, un bergamasco 39enne tra i feriti nell’attentato

ISRAELE. Uno dei due italiani feriti nell’attentato di venerdì 7 aprile è bergamasco: Roberto Nicoli, originario di Gandino ma residente a Bergamo, è stato operato. Le sue condizioni non sono gravi.

È bergamasco uno dei due italiani rimasti feriti nell’attentato avvenuto venerdì 7 aprile a Tel Aviv, dove è morto l’avvocato romano Alessandro Parini di 35 anni: si tratta di Roberto Nicoli, 39 anni, originario di Gandino ma residente a Bergamo. È un germanista e lavora all’Università degli Studi di Bergamo.

Il ferito non è in condizioni gravi ed è ancora ricoverato dopo aver subito un intervento ortopedico alla tibia. Insieme agli italiani nell’attentato si contano anche diversi feriti di nazionalità britannica.

Il trentottenne ha riportato una frattura ed è stato operato all’ospedale della città. Non è grave e dovrebbe essere dimesso nell’arco di due giorni, quindi rientrare in Italia. Nella serata di venerdì ha ricevuto la visita dell’ambasciatore italiano a Tel Aviv Sergio Barbanti e del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. Il ministro ha espresso cordoglio, suo e a nome dello Stato di Israele, per l’attentato terroristico in cui è rimasto ucciso Parini e ha augurato pronta guarigione al bergamasco che ha ricevuto anche la visita del fratello, giunto dall’Italia e accompagnato dai funzionari dell’ambasciata.

L’attentato sul lungomare

Alessandro Parini era arrivato insieme ad altri italiani venerdì stesso e contava di ripartire lunedì: una breve vacanza pasquale in un luogo meta in questo periodo di migliaia di turisti, di cui molti italiani.

Appena arrivato era andato subito in albergo proprio dietro la lunga passeggiata che costeggia il mare. Da lì - ha raccontato un suo amico - dopo un aperitivo si è incamminato sul lungomare - meglio conosciuta come «Tayelet» - per raggiungere Giaffa e cenare con un gruppo di amici. L’auto ad alta velocità l’ha colpito dopo aver scavalcato il marciapiede e la pista ciclabile. Gli operatori del pronto soccorso hanno provato a rianimare il giovane ma - secondo i media - era già morto quando l’hanno portato via. La polizia israeliana e lo Shin Bet - ha fatto sapere il portavoce - stanno trattando il caso «come un attacco terroristico» senza aggiungere altri dettagli «vista l’indagine in corso». I familiari di Abu Jaber, l’uomo alla guida dell’auto, hanno invece parlato di «un colpo di sonno» del loro congiunto poi ucciso dai colpi di arma da fuoco di due agenti accorsi sul posto.

La procura di Roma apre un fascicolo

La salma di Parini - ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani in stretto contatto con il suo omologo israeliano Eli Cohen - «dovrebbe rientrare nei prossimi giorni in Italia». Poi ha sottolineato «la vicinanza del governo alla famiglia» e di aver parlato a lungo con il padre. La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine: i pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall’aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos. Si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni.

I giovani amici di Parini - che subito dopo l’episodio sono stati diverse ore davanti l’ospedale Ichilov di Tel Aviv in attesa di notizie - sono intanto rientrati in serata con un volo diretto a Roma, accompagnati all’aeroporto Ben Gurion da funzionari dell’ambasciata italiana che hanno assistito i connazionali dal primo momento.

Accanto alla morte di Alessandro Parini, 35 anni, il bilancio parla quindi anche di altri due connazionali feriti: uno è stato dimesso dall’ospedale, mentre per il bergamasco 39enne ci vorrà ancora qualche giorno per riprendersi dall’intervento sostenuto venerdì.

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