Tarlo asiatico, a rischio altre 2.643 piante: si allarga «l’area cuscinetto» in città

IL PARASSITA. Nuovi casi a Treviolo e Curno: la sorveglianza estesa nel raggio di 2 chilometri ad altri quartieri di Bergamo, ma anche a centro e Colli.

Grumello del Piano, San Tomaso, San Paolo, Loreto e Longuelo ci sono dentro in pieno. Ma anche parte di Santa Lucia, del centro (in zona viale Papa Giovanni XXIII), Malpensata-Carnovali, Colognola, Campagnola e i Colli (zona Madonna del Bosco) sono entrati nell’area «cuscinetto» di sorveglianza del tarlo asiatico (nome scientifico Anoplophora glabripennis). Non che in città siano stati trovati altri esemplari, la situazione è ferma allo scorso febbraio, con il primo focolaio al Villaggio degli Sposi. Ma è successo nei confinanti Comuni di Curno e Treviolo. E Regione Lombardia, ad ogni ritrovamento della larva in un albero, traccia una linea di due chilometri creando un cerchio dentro il quale tutti gli alberi attaccabili dal tarlo perché a lui graditi (aceri, ippocastani, betulle, pioppi, salici e olmi), diventano osservati speciali.

«L’area cuscinetto è stata aggiornata, ampliandosi ad altri quartieri, con 2.643 piante possibilmente attaccabili, ma sane fino a prova contraria» spiega Filippo Grasso, agronomo del Comune di Bergamo che ieri ha portato a Palazzo Lombardia l’esperienza di Bergamo, al convegno organizzato da Regione sui «20 anni del tarlo asiatico in Lombardia».

Per eradicare la presenza dell’insetto, Ersaf e il servizio fitosanitario regionale hanno proceduto al taglio di 204 piante in città, a fronte delle 4 trovate «abitate» dal parassita nei parchi del Villaggio degli Sposi e alla Trucca. «Tutti gli abbattimenti sono stati effettuati e l’area cuscinetto è stata aggiornata da Regione Lombardia lo scorso 23 aprile – fa il punto l’agronomo Grasso -. A luglio e poi a novembre, saranno effettuati altri monitoraggi da parte di Ersaf per verificare l’eventuale presenza dell’Anoplophora glabripennis».

Il mese di luglio sotto la lente

Cruciale, per capire la diffusione del parassita, saranno le prossime settimane. A luglio si attende infatti lo «sfarfallamento». Il tarlo, da stato larvale, è passato a quello di adulto, metamorfosi che avviene nel tronco. La sua presenza si paleserà quando uscirà dal foro che l’insetto stesso ha aperto nel tronco, cerchio perfetto del diametro di una moneta. «Sarà più facile riconoscerlo – continua Grasso –. Nei mesi scorsi abbiamo ricevuto solo un paio di segnalazioni dai cittadini, ma erano falsi allarmi. Il tarlo asiatico è un insetto rodilegno e ne esistono tantissime varietà di cui solo alcune controllate perché aliene». Ed è il caso dell’Anoplophora glabripennis, di provenienza asiatica, classificato dall’Unione europea «tra i 20 organismi nocivi prioritari per gli elevati rischi per il tessuto economico, ambientale e sociale».

La normativa

È sempre la norma europea a prevedere la sorveglianza e la distruzione delle piante infestate. Inoltre, una volta rilevata la presenza, si impone l’adozione di una serie di misure obbligatorie, prima tra tutte l’abbattimento delle altre piante sensibili fino a 100 metri da quella infestata, come è stato fatto in città, con i 204 esemplari abbattuti nel mese di marzo e aprile: «La tempestività di intervento e il lavoro di rete con Regione Lombardia ci ha consentito di evitare l’espansione di un’epidemia – sottolinea l’assessore al Verde pubblico Marzia Marchesi –. Speriamo davvero di essere riusciti a contenere il fenomeno, ne avremo prova nelle prossime settimane, quando gli insetti potrebbero “sfarfallare”. È stata fondamentale l’attività di comunicazione fatta, per informare i cittadini rispetto a cosa stava succedendo. Voglio ringraziare gli uffici, e in particolare l’agronomo Filippo Grasso, per l’impegno profuso».

L’area cuscinetto

Il Comune in primis, ma anche i cittadini devono rispettare alcune prescrizioni se ricadono nell’area cuscinetto stabilita da Regione. È necessario ad esempio informare il servizio fitosanitario regionale nel caso in cui si abbattano o si effettuino potature su alberi delle specie gradite al tarlo (acero, ippocastano, betulla, pioppo, salice e olmo). Vietato, fuori dall’area cuscinetto, lo spostamento di legname o residui di potatura: tutto deve essere cippato (distrutto) in loco. Non è inoltre possibile mettere a dimora nuovi alberi delle specie attaccabili dal parassita. Per informazioni e notifiche abbattimenti: [email protected].

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