Stazione, il sottopasso chiude a ottobre: per 2 anni si passerà in mezzo al cantiere

VIA GAVAZZENI. Proseguono i lavori di rifacimento dello scalo di Bergamo: previsto un percorso pedonale protetto a raso. Valesini: «Il transito sarà sempre garantito». Nessun disagio per i circa tremila studenti del vicino polo scolastico.

Chiuderà presto, probabilmente entro la prima metà di ottobre – anche se ancora non c’è una data certa – e non riaprirà più. Atteso per oltre mezzo secolo, il sottopasso pedonale della stazione terminerà il suo servizio (giorno più, giorno meno) dopo appena 16 anni dalla sua inaugurazione. I lavori di rifacimento della stazione ferroviaria proseguono e nel nuovo progetto che guarderà anche allo sviluppo di Porta Sud non ci sarà più spazio per quei circa 300 metri che collegano piazzale Marconi a via Gavazzeni. Non almeno nella forma in cui siamo ormai abituati a percorrerli: al termine dei lavori il sottopassaggio sarà sostituito infatti da tre collegamenti che contribuiranno a «ricucire» meglio (e, si spera, in maniera più sicura) la parte a nord con quella a sud della città. Nel frattempo, almeno per i prossimi due anni, il transito sarà comunque garantito con un percorso provvisorio a raso che attraverserà il cantiere, per non creare disagi ai tanti studenti e ai lavoratori che ogni giorno passano da una parte all’altra della città.

In futuro non ci sarà più un tunnel sotterraneo, ma due elementi di scavalco del sedime ferroviario ai lati dell’attuale fabbricato, e una terza direttrice

In futuro non ci sarà più un tunnel sotterraneo, ma due elementi di scavalco del sedime ferroviario che sorgeranno ai lati dell’attuale fabbricato e una terza direttrice, ribattezzata «landbridge», equipaggiata con seimila metri quadrati di aree verdi che collegherà la via Fantoni al polo scolastico di via Gavazzeni e via Europa e che andrà a connettersi con un nuovo parco ad est dello scalo di oltre 25mila metri quadrati e con una nuova pista ciclopedonale che si snoderà fino al quartiere di Boccaleone.

La nuova stazione

Un progetto ambizioso, il cui primo cantiere è stato aperto all’inizio di febbraio e che inizierà a vedere la luce nel 2026, quando sarà operativa una prima fase funzionale della stazione. Il progetto di Rfi consiste nella realizzazione di una nuova stazione che punta a diventare il cuore pulsante di un sistema organico più complesso, sia per le funzioni legate al trasporto e scambio ferro-gomma, sia in senso urbano e ambientale. L’intervento sarà improntato infatti alla continuità dei flussi, alla riqualificazione funzionale, con un focus sulla sostenibilità ambientale e sull’intermodalità. Un vero e proprio nodo di servizi e scambio intermodale che prevede spazi per i viaggiatori più ampi e calibrati sul futuro bacino di utenza della stazione e due nuovi attraversamenti pedonali coperti di alta qualità architettonica e urbana. Rete Ferroviaria Italiana, capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo Fs Italiane e committente dell’opera, ha affidato alla società di ingegneria Italferr la direzione dei lavori, che a sua volta ha appaltato la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori per 100 milioni di euro. Nell’ambito di questo maxi progetto, per cui è prevista anche una nuova distribuzione dei binari (nel 2026 passeranno anche i convogli del collegamento per Orio), è inserito anche il raddoppio ferroviario verso Ponte San Pietro, per un investimento complessivo di circa 460 milioni di euro, in parte finanziati anche dai fondi del Pnrr.

Il percorso alternativo

Ma torniamo al sottopasso: la prossima settimana, con la ripresa delle lezioni, il collegamento tornerà ad essere frequentato quotidianamente dai circa 3mila studenti del polo scolastico di via Gavazzeni e via Europa. E così sarà ancora almeno per un mese, fino a che non sarà pronta l’alternativa a raso. In un primo momento si era ipotizzata una possibile chiusura dei cancelli del sottopasso all’inizio dei lavori. Nell’attesa della costruzione della nuova stazione e dei nuovi collegamenti (tre anni in tutto) i disagi per gli studenti sarebbero stati però enormi: in pratica si sarebbe tornati indietro di oltre 15 anni, quando per raggiungere piazzale Marconi era necessario percorrere tutta la via Gavazzeni, fino alla Malpensata, per poi risalire lungo via Bonomelli. «L’ipotesi di un percorso protetto a raso attraverso il cantiere è stata valutata nel tavolo congiunto insieme a Rfi – spiega Francesco Valesini, assessore comunale alla Riqualificazione urbana –. Stiamo aspettando la conferma sui tempi precisi di chiusura del sottopasso e sul tracciato di questo nuovo percorso a raso, prima di aprire un’interlocuzione con gli istituti scolastici interessati affinché, a loro volta, possano informare i loro studenti». Il collegamento temporaneo è attualmente in costruzione a pochi metri dal sottopassaggio, un po’ più spostato verso via Europa.

Degrado

Nel frattempo da sette mesi il sottopassaggio sta conoscendo una rapida parabola verso il degrado, una condizione che si è accentuata durante i mesi estivi. Con la chiusura e la successiva rimozione dei binari (è attivo solo il primo, con le partenze per Milano e Brescia spostate di alcune decine di metri fuori dalla stazione) il tunnel non viene più utilizzato per accedere alle banchine, gli accessi sono stati murati e il passaggio viene utilizzato sempre di più da pusher e sbandati, che lo utilizzano come passaggio «protetto» per i loro traffici.

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