Stalking e violenze, boom di ammonimenti

I provvedimenti della polizia di Stato a fronte di episodi persecutori e di aggressioni in casa sono passati dai 10 del 2020 ai 41 del 2021. De Nunzio: «Efficaci anche perché i soggetti sono indirizzati in percorsi di sostegno»

Un provvedimento amministrativo che ha la caratteristica – non irrilevante di questi tempi – di poter essere adottato in tempi rapidissimi. Anche poche ore, quando necessario, di fronte a episodi di stalking o di violenze domestiche. Forse per questo – e per il fatto che i fenomeni che portano alla sua adozione da parte della polizia di Stato sono purtroppo in netta crescita – l’ammonimento del questore, così si chiama, ha fatto registrare un’impennata. Lo dicono i dati. Nel 2019 a Bergamo e provincia ne vennero applicati 8, nel 2020 si salì a 10 e l’anno scorso si era arrivati a ben 41. Ma nei primi 40 giorni di quest’anno si è già arrivati a quota 7: un trend destinato ad aumentare in questo 2022 e che riaccende inevitabilmente i riflettori su argomenti che di solito balzano alle cronache quando si arriva a fatti di sangue, oppure in occasione delle giornate di sensibilizzazione contro le violenze di genere. Dalla sua introduzione, dunque, l’ammonimento del questore è già stato adottato a Bergamo e provincia in totale 67 volte.

«Di fatto abbiamo assistito al quadruplicamento dei provvedimenti di ammonimento – spiega Marco De Nunzio, dirigente dell’Anticrimine della questura –, che scattano in casi di stalking e violenza domestica. Per quanto riguarda lo stalking è necessario vi sia la reiterazione dei comportamenti molesti minacciosi e petulanti, come si chiamano in gergo: possiamo intervenire soltanto se la vittima lo richiede specificamente. Invece per le violenze domestiche possiamo intervenire d’ufficio, anche a fronte di una notizia che ci può giungere in maniera ufficiosa magari da un vicino di casa preoccupato per le grida o per una situazione che sa essere di violenza. Chiaramente in questi casi noi non faremo mai il nome di chi ci ha segnalato il caso: la tutela è massima».

L’ammonimento è una sorta di ultimatum che viene riservato a chi commette violenze domestiche. A differenza della denuncia, infatti, non sfocia in un procedimento penale e, dunque, anche l’autore dei comportamenti persecutori ha la possibilità di smettere. «Non solo perché il passo successivo all’ammonimento è la denuncia – sottolinea il primo dirigente De Nunzio –, ma perché il soggetto viene anche indirizzato in un percorso di sostegno psicologico, per il quale come questura abbiamo di recente rinnovato i protocolli con le associazioni “La Svolta” e “Zeus”. E i casi di recidiva sono davvero molto pochi: il 90% delle persone raggiunte dall’ammonimento smette di perseguitare o percuotere la vittima. Questo senza che si macchi la sua fedina penale e possa avere ripercussioni sul lavoro o in altre realtà. È dunque un intervento di natura preventiva, precoce, un’ultima possibilità di redimersi che viene data al soggetto».

La proporzione è di un ammonimento per stalking a fronte di tre per violenza domestica. La particolarità di questo provvedimento è la rapidità: di fronte a un episodio di schiaffeggiamento tra le mura domestiche o di minacce, l’intervento è molto rapido. Arriva sul posto la volante, si inquadra la vicenda e già il giorno successivo il provvedimento di ammonimento è già sulla scrivania del questore per essere firmato. Il tutto senza che vi sia la necessità di chiedere autorizzazioni alla procura o ad altri uffici, perché in certe situazioni intervenire in tempi rapidi è fondamentale.

Gli ammonimenti possono colpire anche i minorenni che si macchino di situazioni di bullismo, su segnalazione delle scuole: finora a Bergamo e provincia, però, nessuna scuola ha segnalato alla questura, nemmeno informalmente, situazioni a rischio.

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