Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 18 Dicembre 2019
Stadio, obiettivo 25 mila spettatori
Slittano i lavori per le facciate laterali
Sfruttando gli spazi aperti della Ubi la capienza aumenterebbe di duemila posti. La lamiera per coprire l’attuale rivestimento arriverà solo a gennaio. Costo tra i 200 e i 300 mila euro.
Obiettivo 25 mila. L’Atalanta è al lavoro per aumentare la capienza del Gewiss Stadium: «La scorsa settimana abbiamo approvato l’aspetto architettonico della sistemazione della tribuna Ubi di viale Giulio Cesare» ha spiegato il direttore operativo della società nerazzurra, Roberto Spagnolo, ospite della trasmissione «TuttoAtalanta» di Bergamo Tv. «Stiamo lavorando all’ipotesi di riempire i due spazi laterali aperti, quelli verso le curve, così da recuperare posti e arrivare a 25 mila».
In prima battuta lo stadio doveva avere una capienza di 24 mila posti «ma poi con il progetto si è scesi a poco più di 23 mila. In questo modo contiamo di recuperarne qualcuno». Perché dalla ristrutturazione della Ubi, inevitabilmente, qualcosa andrà perso: «Demoliremo l’attuale gradinata e la ricostruiremo con gradoni più ampi e nuovi spazi hospitality». Il che comporta la sparizione dell’attuale parterre e una riduzione di posti che verrà compensata riempiendo i vuoti laterali. Niente da fare, per il momento, invece per la nuova copertura della Ubi, come già anticipato nelle scorse settimane: «Per ora resterà l’attuale. Ragioniamo comunque su una sua possibile estensione o sostituzione, ma non in questa fase».
Fase che vuol dire fine del campionato in corso: «L’obiettivo è partire allora con il cantiere della Ubi (l’ultima partita è il 24 maggio con l’Inter – ndr) e completare il tutto con il via della stagione 2020-21. Non c’è l’intenzione di anticipare e giocare fuori le ultime partite». Come invece successo per il cantiere della Nord che ha comportato il trasloco a Reggio Emilia per gli ultimi due match casalinghi della passata stagione e a Parma per i primi due di quella in corso. «Il Piano attuativo approvato prevede il mantenimento dell’attuale copertura: una variazione avrebbe comportato un iter di un anno e mezzo. I nostri tempi sono stretti: per la prossima settimana contiamo di definire la squadra di tecnici che ci affiancherà nei lavori e per febbraio di avere già il permesso di costruire».
Slittano invece di un mese i lavori di sistemazione delle tanto discusse facciate laterali della Nord: «Il codice Ral è quello approvato nel progetto, 1035, purtroppo la resa non è stata quella attesa». Comune e Sovrintendenza hanno così chiesto all’Atalanta di trovare una soluzione, approvata nelle scorse settimane: la sovrapposizione di una sottile lamiera con tagli verticali, intervento da effettuarsi entro fine anno. «Da un incontro con il fornitore è emerso che il materiale necessario non sarà disponibile nei tempi previsti: per fine gennaio sistemeremo comunque tutto». Ad un prezzo non proprio regalato: «Tra i 2 e i 300 mila euro» rivela Spagnolo. Capitolo curva sud: «Appena termineremo la progettazione della Ubi ci metteremo subito a ragionare su quell’intervento». Che prenderà comunque il via non prima del termine della stagione 2020-21.
«Qui è tutto molto complesso, perché oltre alla demolizione e ricostruzione della curva sul modello della Nord c’è da realizzare il parcheggio interrato». Quello da 300 posti sotto piazzale Goisis, che comporta almeno un raddoppio dei tempi. E se per la Nord sono serviti 5 mesi di cantiere, il calcolo è presto fatto. «Ci sarebbe anche l’ipotesi di discutere con il Comune un intervento in due fasi: prima la curva e dopo il parcheggio, ma non è semplice». Anche perché senza il secondo, non si può avere l’agibilità per la prima. Salvo appunto un accordo tra le parti. Nel caso non ci fosse, la soluzione più probabile è giocare il campionato 2020-21 con soli tre settori: la Nord e le due tribune. A lavori tutti finiti lo stadio sarà pronto per l’Europa League, mentre per la Champions la questione è più complessa «ma stiamo lavorando per avere quel minimo di spazi indispensabili per poterla giocare qui».
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