Sprint per le cattedre: l’algoritmo assegnerà 2.246 supplenze annuali

SCUOLA. Nel weekend del 31 agosto - 1 settembre il sistema informatico incrocerà nominativi e sedi. Altri 332 incarichi brevi in attesa dei concorsi, i sindacati: «Un pasticcio».

È partito lo sprint per l’assegnazione delle cattedre vacanti in vista dell’imminente avvio dell’anno scolastico. Al momento si è conclusa solo la prima fase della complessa procedura, con 296 posti a tempo indeterminato assegnati nella Bergamasca a neo insegnanti di ruolo (la quota autorizzata dal Ministero dell’Istruzione è di 11.500 assunzioni di ruolo in tutta la Lombardia).

I supplenti e l’algoritmo

Ma la grossa partita, che consiste in altre 2.246 cattedre a tempo determinato per le supplenze annuali, si aprirà a partire da venerdì 30 agosto (e comunque entro il weekend): un esercito di supplenti, a cui i posti saranno assegnati da un algoritmo ministeriale, vale a dire un sistema informatizzato predisposto per l’attribuzione delle cattedre di supplenza, che incrocerà i posti disponibili con i «desiderata» (si potevano esprimere fino a 150 preferenze) espressi dai docenti in graduatoria, in attesa di un posto.

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Non è finita qui. In programma c’è anche una seconda fase in cui 332 cattedre verranno «accantonate», perché saranno da assegnare entro il 31 dicembre ai vincitori del concorso indetto con i fondi del Pnrr (andato per le lunghe). Che significa? È presto spiegato: fino al momento del conferimento del ruolo al docente titolato, la cattedra sarà data in supplenza a (breve) termine. Una situazione che riguarda tutto il territorio nazionale e che, se possibile, complica ulteriormente la delicata fase delle assegnazioni.

I sindacati: «Cambiare sistema»

Martedì i sindacati del mondo della scuola hanno fatto il punto con l’Ufficio scolastico regionale. Al netto delle difficoltà, prima dell’inizio delle lezioni la quasi totalità delle cattedre in Bergamasca dovrebbe essere coperta, fatti salvi i fisiologici casi di rinunce per cui l’Ufficio scolastico prima, e poi ai singoli dirigenti, dovranno attivarsi per trovare un nuovo supplente. «È vero che in questo caso parliamo di numeri risicati, ma l’anno scorso abbiamo avuto nomine per far fronte alle rinunce fino a metà gennaio – sottolinea Paola Manzullo, segretaria provinciale della Cisl Scuola –. Comunque a causa dei concorsi Pnrr quest’anno la situazione è ancora più confusa. Per non dimenticare poi l’annoso problema relativo alle cattedre per il sostegno. Delle 2.246 cattedre da assegnare a supplenti annuali 769 sono per posti comuni e ben 1.477 per il sostegno, per alunni che necessitano di attenzioni particolari. Un numero così alto sarà necessariamente coperto da personale non specializzato che, per quanto saprà dare il meglio di sé, non ha le competenze necessarie ad assolvere un compito così delicato».

«È vero che in questo caso parliamo di numeri risicati, ma l’anno scorso abbiamo avuto nomine per far fronte alle rinunce fino a metà gennaio – sottolinea Paola Manzullo, segretaria provinciale della Cisl Scuola –. Comunque a causa dei concorsi Pnrr quest’anno la situazione è ancora più confusa»

In pratica nel 2024/2025 si ripropongono le stesse criticità di sempre: «La “supplentite” resta una malattia difficile da curare, perché non si vogliono fare le scelte necessarie, sia sul reclutamento, sia nella gestione degli organici – puntualizza Manzullo –. Il sistema del reclutamento in ruolo non può essere basato solo sui concorsi – è la posizione della sindacalista – ma dovrebbe basarsi anche sulle Graduatorie provinciali delle supplenze (Gps) o su quelle che includono docenti con almeno tre anni di servizio. Certo, i concorsi ci devono essere – precisa la segretaria Cisl – però dovrebbero essere affiancati all’assunzione dalle Gps di prima o seconda fascia. Non ultimo, le regole introdotte dal Pnrr in termini di reclutamento sono inefficaci: sebbene ci siano docenti che hanno superato il concorso del 2020, non si possono al momento assumere, perché i posti ancora liberi devono essere tenuti a disposizione dei vincitori del prossimo concorso Pnrr che verrà bandito ad ottobre».

Considerazioni condivise dalla Cgil Scuola: «A pochi giorni dal formale avvio dell’anno scolastico, la situazione del reclutamento del personale ci vede in alto mare e al centro di una tempesta – conferma Fabio Cubito, segretario provinciale –. Ancora una volta si dimostra che il ministero è molto distante dalla realtà didattica. Quest’anno poi, oltre ai ritardi ormai cronici, si aggiunge un ulteriore pasticcio di questo governo e di questo ministro che, approvando un’apposita norma, consente le assunzioni ben oltre l’avvio dell’anno scolastico, ovvero fino al 31 dicembre 2024. In pratica, dalla questione delle reggenze dei dirigenti all’assegnazione delle cattedre, passando per il reclutamento del personale ausiliario, la situazione è ancora più confusa e incerta rispetto al passato».

I presidi: meccanismo obsoleto

Sconforto e rassegnazione anche sul fronte dei dirigenti: «Siamo alle solite – commenta Claudio Ghilardi, dirigente del liceo Sarpi e presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi –. La situazione è eterogenea, varia da scuola a scuola. Al Sarpi, ad esempio, non abbiamo problemi di supplenze perché i docenti sono praticamente tutti di ruolo. La cosa certa è che il meccanismo di reclutamento è obsoleto, inefficiente e inefficace – sottolinea Ghilardi –. Nemmeno la digitalizzazione è riuscita a migliorare, anzi forse ha peggiorato, la situazione. Quest’anno poi potrà solo essere ancora più complicata, perché sono state abolite le Mad, vale a dire le «messe a disposizione» dei docenti che facevano domanda direttamente alle scuole e che le scuole stesse potevano assumere con chiamata diretta, anche per le supplenze brevi. Adesso questi docenti devono iscriversi in una sorta di graduatoria, e questo porterà inevitabili ritardi, soprattutto per quanto riguarda le materie scientifiche o materie come informatica, meccanica e elettrotecnica, discipline per le quali storicamente si fa fatica a trovare insegnanti».

Il personale ausiliario

Sul fronte degli Ata, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, le cose non vanno meglio: «A fronte dell’assunzione in ruolo di 45 assistenti amministrativi, 12 assistenti tecnici e 133 collaboratori scolastici, verranno dati in supplenza 183 posti di amministrativi, 486 di collaboratori e 39 di tecnici – precisa Manzullo –. Le scuole saranno in sofferenza inoltre perché non è stato dato l’organico aggiuntivo, assegnato con il Pnrr. Peccato però che le scuole ne abbiano ancora bisogno, perché i progetti avviati con quei fondi sono ancora attivi. Avremo problemi sia nelle segreterie, sia per i collaboratori scolastici, pochi rispetto ai tanti plessi degli istituti comprensivi».

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