Smog, in Lombardia un inverno nero. Ma Bergamo regge: 23 giorni «fuorilegge»

Il report In occasione della Giornata della salute, Legambiente ha diffuso i dati stagionali. La nostra provincia al 9° posto per concentrazione di Pm10 e superamento della soglia critica.

Ad aprile la qualità dell’aria in Lombardia sembra migliorata, ma il bilancio dell’inverno appena trascorso è negativo: prolungati livelli di inquinamento da polveri sottili e aria classificabile come insalubre per la salute dei lombardi, con concentrazioni di polveri sottili (Pm10) tre volte superiori rispetto al valore medio annuo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (15 microgrammi per metro cubo). Ma Bergamo, nel quadro delineato da Legambiente Lombardia, risulta tra le province più virtuose per qualità dell’aria nel periodo invernale, al 9° posto sia per concentrazione media giornaliera di Pm10 (40,2 microgrammi/mc, la soglia di tollerabilità è 40, le peggiore aria a Cremona con 50,5), sia per giorni di superamento della soglia critica pari a 50 microgrammi/mc.

Le regole anti smog

Il livello di inquinamento non può essere superato per più di 35 giorni nell’anno solare, ma dal 1° gennaio al 31 marzo 2022 sono già 51 le giornate con qualità dell’aria «fuorilegge» a Milano, 42 a Mantova, 41 a Cremona, 40 a Monza, 37 a Brescia, con Bergamo che segna 23 giorni oltre il limite (fanno meglio solo Lecco con 18, Sondrio e Varese con 12). In occasione della Giornata mondiale della salute (oggi) Legambiente Lombardia evidenzia che il mese di aprile «ha portato rimescolamento atmosferico e qualche precipitazione, interrompendo la sequenza di giornate invernali di perdurante alta pressione.

Dal primo aprile decadute le limitazioni

Dal primo aprile sono venute meno le limitazioni previste dall’accordo sull’aria tra Ministero dell’Ambiente e regioni del Nord e la qualità dell’aria è migliorata. Ma l’inverno è stato negativo per i lombardi. Le concentrazioni più alte di polveri si sono registrate nel triangolo zootecnico tra Cremona, Mantova e Brescia e nell’area a più elevata densità di popolazione e di traffico stradale (Milano e Monza)». L’effetto del perdurante regime anticiclonico si evidenzia soprattutto nei dati relativi al numero di giornate in cui i livelli di Pm10 hanno superato la soglia critica per la salute, pari a 50 microgrammi/mc. Per le norme attuali, destinate però a diventare più restrittive con il recepimento delle raccomandazioni dell’Oms, questo livello di inquinamento non può essere superato per più di 35 giorni nell’anno solare.

Bergamo, livello inquinamento tollerabile

Solo Bergamo, Lecco, Sondrio e Varese potrebbero confermare, come avvenuto nelle annate recenti, un livello di inquinamento tollerabile secondo le norme vigenti. «Al netto dei primi tre mesi del 2022 dobbiamo guardare al trend pluriennale – sottolinea l’assessore bergamasco alla Mobilità, Stefano Zenoni –. La media annuale del Pm10 è in costante e stabile diminuzione a Bergamo. Siamo nei parametri dell’Unione Europea per la media annuale, non siamo invece ancora sotto il numero di giorni di superamento del limite di 35 giorni (50 microgrammi/mc), perché siamo intorno ai 40-45 giorni. Solo nel 2019 eravamo rimasti sotto, ma nel 2005 si era arrivati a 112 giorni di sforamento.

Il trend in discesa

Il trend è quindi in discesa. Le politiche su mobilità e riscaldamento partono da una riflessione macroregionale e il fattore meteo incide molto. La strada è ancora lunga, Bergamo è in situazione migliore rispetto ad altre province, tuttavia la soglia di attenzione resta molto alta. I valori dell’Oms, molto più bassi di quelli dell’Unione europea, sono complicati da raggiungere, ma tendiamo a quegli obiettivi». «I dati delle centraline di misura dello smog – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – confermano la necessità di intensificare gli interventi su due fronti: riduzione delle emissioni da traffico e di quelle prodotte dai troppi allevamenti intensivi della pianura padana».

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