Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 29 Novembre 2024
Smog, già 37 giorni oltre i limiti dell’Ue. Sforato il tetto, l’ultima volta nel 2021
POLVERI SOTTILI. Il superamento della soglia rilevato dalle centralina Arpa. Due i momenti critici nel 2024: tra gennaio e febbraio e a novembre.
Troppe volte oltre i limiti. Bergamo torna a sforare il tetto annuo del Pm10, una delle polveri sottili più diffuse e responsabili della scarsa qualità dell’aria: la centralina Arpa di via Garibaldi è arrivata infatti a contare 37 giorni oltre i limiti, valicando così la quota massima di 35 giorni di «sforo» prevista dalla normativa europea. In quella centralina, mediamente la peggiore delle due presenti in città (l’altra, in via Meucci, è «solo» a quota 27) e dunque la più sensibile per cogliere i momenti «neri» per la qualità dell’aria, il superamento dei limiti annuali non capitava dal 2021, quando le giornate in eccesso di Pm10 furono 39: nel 2022 si era scesi a 29 giorni e nel 2023 a 22, il miglior dato di sempre.
Smog: i dati degli ultimi giorni
In punta di diritto, le direttive fissano a 50 microgrammi per metro cubo d’aria la concentrazione media giornaliera di Pm10 da non oltrepassare, concedendo un «jolly» di 35 giorni al di sopra della soglia di tolleranza. E quest’anno i sensori di via Garibaldi hanno accertato appunto per 37 volte lo «scavalco»: un risultato raggiunto sostanzialmente a causa di due momenti critici durante l’anno, il primo a cavallo tra gennaio e febbraio e l’altro in queste ultime settimane all’imbocco dell’inverno; il 36° sforamento è stato registrato il 25 novembre (59 microgrammi), il 37° mercoledì (55 microgrammi), il picco recente è caduto il 18 novembre (90 microgrammi).
Diversa interpretazione nel lungo periodo
L’oggettività dei dati indica però una tendenza di miglioramento nel medio periodo: nel 2011 la centralina aveva segnalato 99 giorni oltre i limiti, nel 2012 era capitato 98 volte, ancora nel 2017 si viaggiava a quota 70; nel 2019 si era scesi a 28 e dunque per la prima volta sotto quota 35, risultato poi centrato appunto nel 2022 e nel 2023, prima della recente inversione di tendenza.
Miglioramento nel medio periodo
«Bergamo stava migliorando negli ultimi anni – conferma Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia –. Leggendo con oggettività i dati, la qualità dell’aria di Bergamo è ancora migliore rispetto a province limitrofe come Brescia e soprattutto Cremona. È giusto guardare all’attualità, ma occorre anche osservare il lungo periodo, che è positivo per la gran parte della fascia pedemontana».
Perché negli ultimi anni la qualità dell’aria è migliorata
«Fino ai primi anni Duemila – ragiona Di Simine – c’è stato un ruolo attivo delle scelte fatte a livello nazionale e regionale sugli inquinanti, dalla combustione a legna all’uso del gasolio e fino alle attività industriale. Negli ultimi vent’anni, invece, hanno inciso solo le decisioni prese a livello europeo in tema di motorizzazione e insediamenti produttivi. Peccato però che quelle misure siano ancora insufficienti per la pianura padana: è il territorio con la situazione più sfavorevole in Europa dal punto di vista morfologico-orografico».
La strada della transizione è ancora lunga: «Il settore industriale lombardo avrebbe dovuto anticipare le trasformazioni, guidando questa fase – rileva Di Simine -. C’è un tema di prestazioni del trasporto pubblico, ma anche l’agricoltura ha un impatto rilevante, e lo dimostra il fatto che la qualità dell’aria di Cremona sia peggiore di quella di Milano, e non solo per una questione orografica. Le fonti inquinanti dalla zootecnia intensiva stanno diventando prevalenti: servono politiche di sostenibilità e innovazione anche in questo ambito».
In questi anni, rileva Oriana Ruzzini, assessore all’Ambiente, «c’è stata una tendenza di miglioramento, e il singolo anno può essere influenzato anche da fattori meteorologici. Il nostro impegno sul tema della qualità dell’aria si gioca su più fronti, dall’incentivare la mobilità sostenibile all’ampliamento della rete del teleriscaldamento. C’è una sinergia sempre più stretta tra Ambiente e Mobilità, come dimostra anche la delibera di questi giorni per aumentare le colonnine elettriche in città».
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