Sindache al lumicino in Bergamasca: scese al 14%

I DATI. Il nuovo rapporto Anci-Ifel sui Comuni certifica il calo: sotto la media lombarda e nazionale. I municipi con guida «in rosa» sono oggi 34. Ma dal 2024, per la prima volta, c’è una donna al timone del capoluogo.

Numeri così bassi non si vedevano da anni. La Bergamasca segna una battuta d’arresto nella presenza di donne al vertice dei municipi: il dato al settembre 2024 è del 14% di sindache, a fronte dell’86% di colleghi uomini. Con però una novità importante: dal 2024, per la prima volta, è il capoluogo a essere guidato da una donna, Elena Carnevali. A livello nazionale, due anni fa, le donne con la fascia tricolore nei Comuni capoluogo erano solamente l’8,4% (fonte OpenPolis), e dunque si tratta di un passaggio rilevante.

Sindache in Bergamasca, i dati

Guardando alla provincia nel suo insieme, tuttavia, una percentuale inferiore alla nostra in Lombardia la registra soltanto la provincia di Cremona, con l’11,7%. Il dato più elevato è invece quello della Città metropolitana di Milano, con il 23,8% di donne elette ai vertici dei Comuni. Il 14% orobico di «quote rosa» che emerge dall’ultimo aggiornamento si colloca sia al di sotto della media lombarda (18%), sia di quella nazionale (15,4%).

Le cifre sono contenute nel rapporto Anci-Ifel «I Comuni della Lombardia 2025», diffuso nei giorni scorsi. La quota bergamasca è la più bassa da quando il rapporto ha avviato la pubblicazione, nel 2017: il dato del settembre 2016 vedeva la sindache in Bergamasca al 18,8%. Il «picco» degli ultimi anni si era raggiunto nel novembre 2020, con il 19,7%: comunque meno di un Comune su cinque aveva una donna alla guida.

Oggi le sindache in carica nella nostra provincia sono 34. Al timone da più tempo, se si guarda ai mandati consecutivi, è Eleonora Ninkovic, a Torre de’ Busi dal 2009. Proprio con lei al vertice, nel 2018, il piccolo paese ha «lasciato» la provincia di Lecco per tornare bergamasco. La tornata elettorale del giugno scorso ha contribuito in modo rilevante alla diminuzione delle prime cittadine, visto che a fronte delle 33 uscenti, ne sono state elette 25, di cui undici «new entry» e 14 riconfermate.

Le commissarie

Curiosità: sono escluse dal conteggio, ma per il loro ruolo sono a loro volta donne alla guida di Comuni Marisa Amabile e Iole Galasso, commissarie prefettizie rispettivamente a Canonica d’Adda e Castione della Presolana, per il traghettamento fino al voto di fine maggio.

I dati in Italia

A livello nazionale, i dati Anci aggiornati alle scorse settimane evidenziano che le donne rappresentano il 34,1% degli amministratori locali. Le sindache sono 1.189, il 15,4%, con una tendenza che negli anni è stata di evidente crescita: basti pensare che nel 1986 in tutta Italia le prime cittadine erano 154.

Vicesindache e consigliere

Nei dati attuali, più alta è la quota femminile tra i vicesindaci: 31,8%. Le consigliere comunali sono il 33,6% del totale, mentre con gli assessori – su cui vigono le norme sulle parità di genere nella composizione delle Giunte – si sfiora la parità: è donna il 45,6%. Quanto al personale, le donne rappresentano più della metà, il 57% degli impiegati comunali.

Il Consiglio provinciale

In Bergamasca, il tema di una presenze femminile inferiore a quella maschile – e in arretramento – riguarda anche il Consiglio provinciale: con il voto di settembre, l’aula di Via Tasso ha visto l’ingresso di una sola donna, Giorgia Gandossi, oggi delegata a Montagna, Formazione e Lavoro. Nel precedente mandato erano tre: accanto a Gandossi sedevano Romina Russo e Chiara Drago. Da segnalare invece che la Bergamasca vanta la più giovane consigliera comunale d’Italia: Elisa Redolfi è stata eletta a giugno a Seriate, pochi giorni dopo il suo 18° compleanno.

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