Sicurezza sul lavoro, un mercoledì nero: «Fare più prevenzione»

L’EMERGENZA. Mercoledì 22 gennaio 6 lavoratori soccorsi in aziende per incidenti (anche causati da malori). La presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil.

Quello costato la vita a Fabrizio Ghezzi non è stato l’unico, benché il più grave, infortunio che si è verificato mercoledì 22 gennaio nella nostra provincia. Ben 6 gli episodi che hanno richiesto l’intervento dei mezzi di soccorso, tutti di entità minore e in alcuni casi provocati da malori, ma che accendono la luce su un fenomeno preoccupante.

Gli interventi dei soccorsi

Le ambulanze, le auto infermierizzate e le automediche del 118 sono state impegnate fin dalle prime ore della giornata per soccorrere persone rimaste ferite all’interno di impianti lavorativi. Il primo intervento alle 8,15 in un’attività lavorativa della frazione Battaglie, alle porte di Treviglio: un uomo di 57 anni è stato colto da malore sul lavoro ed è stato trasferito al locale ospedale in codice verde, dopo che inizialmente aveva perso i sensi. Mezz’ora più tardi, a Torre Boldone, un analogo fatto è avvenuto in un’azienda della zona industriale: anche in questo caso l’uomo, di 55 anni, è stato trasferito in ospedale, al Bolognini di Seriate, in codice verde. E un infortunio si è verificato alle 14,45 in un’attività commerciale alle porte di Clusone: un uomo di 59 anni è stato trasferito con l’ambulanza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice giallo. E, ancora, praticamente negli stessi momenti, ma a Lallio, è finito all’ospedale un quarantottenne rimasto vittima di un infortunio avvenuto in una ditta situata lungo l’ex statale 525. L’uomo è stato portato in codice giallo alle cliniche Gavazzeni. E alle 16,30, a Calcio, un sessantenne è caduto mentre era al lavoro al deposito Italtrans alle porte del paese. È stato anche lui trasferito all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo in codice giallo. Mezz’ora più tardi, alle 17, a San Paolo d’Argon, vittima di un infortunio non grave è stato un ventiduenne, soccorso in un’azienda di via Trento e portato al Bolognini di Seriate in codice giallo.

Il commento dei sindacati

Sul tema ieri hanno fatto sentire la loro voce anche i sindacati bergamaschi di settore. Giuseppe Mancin, di Feneal-Uil, Daniel Piatti, di Ficla-Cisl, e Marco Bonetti, di Fillea-Cgil scrivono in una nota: «Purtroppo siamo anche nel 2025 a piangere un secondo morto nel settore edile, in una cava a Ghisalba dove un lavoratore di 64 anni ha perso la vita, secondo le prime ricostruzioni, scivolando dalla scaletta di una cisterna. Siamo dinnanzi a un drammatico stillicidio quotidiano che ci porta, di continuo, a piangere per lavoratori che non fanno più ritorno a casa dal loro posto di lavoro. Tra novembre 2024 e questo inizio anno davvero drammatico siamo già a 7 morti nel settore delle costruzioni e affini. È dunque urgente intervenire sulla cultura della prevenzione ma ancora di più rivendicare, un’attenzione particolare al Governo per quei lavoratori che hanno un’età avanzata e sono costretti a fare lavori particolarmente gravosi e usuranti, con tutti i rischi che ciò comporta visto che l’attuale sistema pensionistico non permette loro di arrivare alla pensione».

Concludono i sindacati: «Chiediamo quindi che nelle aziende tali soggetti possano essere adibiti a lavori meno rischiosi e, mediante la bilateralità del settore edile, si possano mettere in campo delle risorse che aiutino senza penalità al raggiungimento del requisito pensionistico della anzianità».

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