«Sicurezza, giovani e cultura in una città in movimento. Aspettando Bergamo Brescia». Il video messaggio del sindaco Gori

31 dicembre. «Il piacere di farvi gli auguri è anche l’occasione per fare con voi il punto sullo stato di salute della città, tracciare un breve bilancio dell’anno trascorso e gettare uno sguardo su quello ci attende». Inizia così il tradizionale messaggio di fine anno del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, pubblicato sui Social nel pomeriggio di sabato 31 dicembre..

«Come sta Bergamo, alla fine di questo 2022? - si domanda il primo cittadino -. Io mi sentirei di dire: “Abbastanza bene”. Nonostante le preoccupazioni, nonostante l’inflazione e il rincaro delle bollette che ci hanno messo in difficoltà già dalla fine dello scorso anno. “Abbastanza bene” è però una media, che mette insieme situazione differenti. E’ vero che inflazione e rincaro delle bollette colpiscono tutti, ma non tutti nello stesso modo: per qualcuno rappresentano al massimo un fastidio; per altri segnano invece la differenza tra farcela e non farcela, tra arrivare o non arrivare alla fine del mese».

«Per molti quell’“abbastanza bene” non dice la verità. Per chi fa fatica, sapere che il PIL della provincia di Bergamo è cresciuto non è una grande consolazione - continua Gori -. Una città come la nostra lo deve sapere, e ha il dovere di prendersi cura di chi è più fragile».

«Tanta voglia di fare»

Bergamo vive però, nell’insieme, un buon momento. I tanti cantieri che hanno punteggiato il 2022 – creando anche qualche disagio, soprattutto agli automobilisti – sono un po’ il simbolo di una città che è riemersa dalla brutta stagione del Covid con una grande energia e tanta voglia di fare; una città che sta cambiando sotto i nostri occhi e che capisce di vivere una stagione di importanti opportunità» continua Gori che aggiunge: «Da una parte le risorse del PNRR, i fondi europei destinati anche ai Comuni attraverso una serie di bandi. Per Bergamo parliamo di quasi 250 milioni di euro, che abbiamo potuto aggiudicarci grazie anche alla collaborazione con tutte le principali istituzioni del nostro territorio. Risorse che ci consentono di realizzare tanti progetti: dalle infrastrutture – nuova stazione, tranvia delle Valli, collegamento Bergamo-Dalmine - alla riqualificazione di edifici o di intere zone della città; dalle scuole (8 nuovi asili nido) alla mobilità ciclabile, dai servizi sociali al sistemazione delle case popolari».

«Bergamo e Brescia Capitali ella Cultura 2023»

«Ormai mancano poche settimane all’inaugurazione – fissata per il 20 e 21 di gennaio - e devo confessarvi un po’ di tensione e di emozione. Abbiamo lavorato tanto, e tanto abbiamo fatto lavorare tutti quelli che abbiamo coinvolto perché a loro volta pensassero, progettassero, si facessero venire un’idea per fare una cosa bella e nuova – possibilmente insieme agli amici di Brescia».

Tanti hanno risposto positivamente a questa sollecitazione, e li voglio davvero ringraziare. Il grande puzzle di BergamoBrescia2023 è andato così riempiendosi via via di pezzi, e ancora molti sono in lavorazione, a comporre grazie al contributo di tutti il disegno di un territorio in movimento verso il futuro, un territorio con due capoluoghi che diventano una sola Capitale. Un territorio che riconosce la cultura - in tutte le sue espressioni, tra cui la bellezza - come il dono più grande che si può fare ad una persona, perché cultura è sinonimo di libertà e di emancipazione: il miglior antidoto alla paura, allo spaesamento e alla tristezza: per questo è importante che sia accessibile a tutti. Viviamo l’attesa dell’Anno della Cultura come la vigilia di una festa a cui tutti i cittadini, senza eccezione, sono invitati, con la speranza che ognuno di voi si senta partecipe e protagonista, non solo spettatore.

Non sarà però solo una festa: «Non saranno solo eventi e iniziative - spiega Gori. I temi caratterizzanti di BergamoBrescia2023 si ritrovano infatti nelle scelte e nelle strategie che stiamo cercando di portare avanti, insieme agli altri protagonisti del nostro territorio. Parlavo della città in cammino, della città in movimento».

E poi Gori parla di ambiente, della battaglia contro il cambiamento climatico, delle politiche a una migliore mobilità e di una Bergamo più attrattiva per i giovani, «perché ci rendiamo conto che questo è fondamentale per arginare una tendenza demografica che altrimenti rischia di farci diventare comunità di persone anziane».

«C’è stato un momento, poco meno di tre anni fa, in cui noi eravamo in estrema difficoltà, e abbiamo avvertito il calore e il valore della solidarietà che ci arrivava dall’Italia e dall’estero. Oggi mi piacerebbe che fosse Bergamo, città illuminata, ad emanare luce e solidarietà a vantaggio di chi soffre a causa della guerra»

«E cosa serve perché una città sia in grado di trattenere ed attrarre i giovani? - un’altra domanda del sindago Gori -. Perché li induca a vivere qui, e possibilmente a creare qui la loro famiglia? Cosa può rendere Bergamo ancora più attrattiva? Tanti fattori: il buon livello delle scuole, lo sviluppo dell’università, l’accessibilità, l’aeroporto, la qualità ambientale e quella dei servizi sanitari, la disponibilità di alloggi a prezzi affrontabili, l’efficienza dell’amministrazione pubblica, la pulizia, il decoro, la sicurezza, la vivacità della vita culturale e associativa: concorre tutto. E come dicevo, non basta l’impegno dell’Amministrazione comunale. E’ l’insieme dei soggetti sociali ad essere coinvolto in questa sfida. E decisivo è il ruolo del mondo associativo e del volontariato. E’ una partita che dobbiamo giocare insieme».

Poi un messaggio al popolo ucraino e alla città di Bucha dove con il Cesvi il Comune di Bergamo ha aperto dei punti di riscaldamento: «Undici “punti di riscaldamento”, heating points, per dare un po’ di conforto a quelle persone. Una piccola cosa. Però è quello che possiamo fare e che ognuno di voi può contribuire a estendere, partecipando alla raccolta fondi lanciata dal Cesvi - e aggiunge -. C’è stato un momento, poco meno di tre anni fa, in cui noi eravamo in estrema difficoltà, e abbiamo avvertito il calore e il valore della solidarietà che ci arrivava dall’Italia e dall’estero. Oggi mi piacerebbe che fosse Bergamo, città illuminata, ad emanare luce e solidarietà a vantaggio di chi soffre a causa della guerra».

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