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(Foto di Foto Bedolis)
IL PROGETTO. Completata la riqualificazione dell’area adiacente alla Curva Sud. Sulla pavimentazione libera dalle auto una frase del Capo dello Stato. Valesini: «Frutto del confronto con la rete di quartiere». Ora collaudo e inaugurazione.
Il dolore, la ripartenza e la responsabilità di fare memoria sono ora incisi nella pietra della nuova piazzetta che si apre davanti al Lazzaretto, dietro alla rinnovata Curva Sud, ultimo tassello del ridisegno dello stadio cittadino. E proprio nei giorni in cui si ricorda la pandemia da Covid-19, si svela il volto di quei 10mila quadri che un tempo erano asfalto e carrozzeria delle auto lì parcheggiate. Tra le fenditure della nuova pavimentazione di piazzale Goisis nella sua porzione più nascosta, tre nastri in acciaio raccontano la pandemia con un testo di Alessandro Manzoni e un passaggio del discorso tenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la sua visita a Bergamo il 27 ottobre 2021, in commemorazione delle vittime del Covid. Viene così esplicitato, inciso sul piano di calpestio, un legame storico di cui fare memoria, tra il Lazzaretto costruito nel Cinquecento per accogliere i malati di peste e la pandemia da Covid-19, con le tante vite che ha portato con sé.
Il ridisegno dello spazio pubblico di piazzale Goisis è dunque terminato, frutto della riqualificazione urbana dello storico impianto sportivo, realizzata in virtù della convenzione siglata tra Comune e Atalanta. «L’area pubblica – sottolinea l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo, Francesco Valesini – è stato un intervento a scomputo di oneri, esito di un confronto con la rete di quartiere. Lo spazio è ancora in via di collaudo».
Tra le fenditure della nuova pavimentazione di piazzale Goisis nella sua porzione più nascosta, tre nastri in acciaio raccontano la pandemiacon un testo di Alessandro Manzoni e un passaggio del discorso tenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la sua visita in città.
La mutazione è ben visibile passando da via del Lazzaretto. Un progetto a cura del l’architetto Mauro Piantelli, dello studio De8: «Questo spazio urbano, piazzale Goisis, è un’area complessa, un ritaglio generato dall’incontro tra le differenti geometrie dello stadio e del Lazzaretto. Inoltre, funge da accesso per alcuni edifici privati, tra cui la Casa Minima dell’architetto Pino Pizzigoni, prototipo tipologico progettato nel 1946. Nel ripensare la sua configurazione, abbiamo distinto chiaramente l’accesso carrabile, riservato al Lazzaretto e alle residenze, dal resto dello spazio pubblico. Questo semplice gesto ha generato uno “spazio altro”, pensato per le persone, fruibile da pedoni e biciclette. L’asfalto del parcheggio è stato sostituito da una pavimentazione in pietra e da nuove aree verdi. Un filare di alberi, perpendicolare alla facciata principale del Lazzaretto, restituisce valore alla sua monumentalità fino ad oggi offuscata, riconoscendone l’importanza storica nel quartiere». Un passo in più è il monumento «lineare» in memoria della pandemia. «Lazzaretto richiama la peste - continua Piantelli -. I testi incisi nel pavimento ricorderanno a noi e alle generazioni future due eventi drammatici indissolubilmente legati alla storia di questa città».
L’asfalto del parcheggio è stato sostituito da una pavimentazione in pietra e da nuove aree verdi. Un filare di alberi, perpendicolare alla facciata principale del Lazzaretto, restituisce valore alla sua monumentalità fino ad oggi offuscata, riconoscendone l’importanza storica nel quartiere
Il primo testo è un passaggio de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, quando cita il «Memorando Contagio – Seguito in Bergamo l’anno 1630 Historia scritto da Lorenzo Ghirardelli nel 1631 su incarico del Maggior Consiglio cittadino per documentare ufficialmente la peste a Bergamo». Ecco dunque la prima scritta incisa sulla pavimentazione: «Scoppiata poi la peste nel milanese, e appunto, come abbiam detto, sul confine del bergamasco, non tardò molto a passarlo; e... non vi sgomentate, ch’io non vi voglio raccontar la storia anche di questa: chi lo volesse, là c’è scritta per ordine pubblico da un certo Lorenzo Ghirardelli: libro raro però e sconosciuto, quantunque contenga forse più roba che tutte insieme le descrizioni più celebri di pestilenze: da tante cose dipende la celebrità de’ libri!». Continua Piantelli: «Contagio non può che riportare alla memoria i tragici eventi del 2020. La seconda citazione è del presidente Sergio Mattarella». Che recita così:«Fare memoria significa, quindi, anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. La memoria ci carica di responsabilità. Senza coltivarla rischieremmo di restare prigionieri di inerzie, di pigrizie, di vecchi vizi da superare. Da quanto avvenuto dobbiamo, invece, uscire guardando avanti».
Per Andrea Fabris, direttore generale corporate dell’Atalanta, «non si è completata solo la riqualificazione del Gewiss Stadium, ma è stata anche donata al quartiere una piazza fruibile da tutti. Il lavoro è anche un importante simbolo della resilienza di città e provincia in un periodo terribile quale è stato quello del Covid. È il giusto coronamento di un percorso condiviso da tutta la comunità».
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