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Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 10 Febbraio 2025
Si copre la roggia Colleonesca, il ricordo: «Quando nell’alveo le nostre nonne facevano il bucato»
L’ANTICO LAVATOIO. La copertura della roggia Colleonesca per il cantiere della nuova linea di autobus elettrici e-Brt è un richiamo che rimanda ad anni lontani.
La copertura della roggia Colleonesca, laddove non già realizzata in passato, per il cantiere della nuova linea di autobus elettrici e-Brt (Bus Rapid Transit), che collegherà Bergamo a Verdellino, è un richiamo che rimanda ad anni lontani, quando Bergamo presentava panorami differenti e, forse, più romantici. Lo è soprattutto per chi scrive, nato in via Ruspini e trasferitosi poi, ancora fanciullo, nella casa confinante che s’affacciava su via Moroni. Il numero civico (305) svelava quanto fosse distante dal centro, superato il passaggio a livello, chiuso da cancelli al transito del treno per Lecco, con le sbarre che arriveranno molto dopo.
Le acque limpide
Verso Lallio e il Villaggio degli Sposi in costruzione, nei primi anni Cinquanta, c’erano solo prati e campi, fatta eccezione per la «Pastorino» (l’attuale Aprica), anche lei scendendo sulla sinistra, leggendaria impresa di smaltimento rifiuti che prendeva il nome dal suo fondatore Bruno, piemontese di nascita e medaglia d’oro al valor militare, e che fornirà il suo prezioso operato fino al 1963, occupandosi anche della pulizia nelle città di Sulmona e dell’Aquila con encomiabile efficienza. Dall’altra parte di via Moroni, accompagnandola in modo parallelo, scorreva a cielo aperto la roggia Colleonesca con le sue acque discretamente limpide. Al punto che, proprio di fronte alla nostra casa, numerose donne vi organizzavano il bucato in momenti in cui le lavatrici erano assai di là da venire.
La pesca delle rane
Superato il lavatoio, affollato e gioiosamente chiassoso, e l’attuale via Calvetti, scendendo, si trovava la bella casa a corte delle Maffioletti, care amiche di mia nonna, abitazione anch’essa affacciata sulla roggia nelle cui acque i più grandi, e più in gamba, si cimentavano nella pesca delle rane col mitico «bacchettone», una lunga canna di bambù con appeso in cima un filo di nylon e un’esca fatta con un fiocchetto di cotone rosso che attirava i piccoli anfibi. La vita, all’epoca, scorreva allegra e spensierata come la roggia, ai bordi della quale, nostro immaginario Mississippi, ci sentivamo tutti dei novelli Tom Sawyer in ricerca perenne di avventure. Adesso le rane sono quasi sparite per colpa del gambero rosso della Louisiana, lo stesso stato d’America in cui il leggendario fiume caro a Mark Twain sfocia nel Golfo del Messico (al momento di scrivere si chiama ancora così), crostaceo immesso sciaguratamente nelle nostre acque e vorace di uova di anfibi.
Le lavanderine
Il vociare allegro delle lavanderine è solo un ricordo sbiadito. Ora la roggia verrà coperta del tutto, «tombata» per usare un termine terribile, sicuramente per permettere il passaggio più agevole del futuro autobus elettrico, ma privando noi nostalgici di quei giorni lontani di un panorama pieno di speranze e con tanti affanni di meno. Quelli sì, ci piacerebbe «tombarli».
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