Si accascia durante la partita. Muore a 50 anni, lascia tre figli

VILLAGGIO SPOSI. Victor Enrique Araoz, peruviano, abitava a Ponte San Pietro. Vani i tentativi di rianimarlo

Lorenzo Catania

Aveva accusato un dolore al petto prima di iniziare la partita. Una fitta non comune, ma aveva comunque deciso di giocare. Si è fermato un paio di volte per riposare durante l’incontro amichevole fino a quando, a un paio di minuti dalla fine, si è accasciato colpito da un attacco di cuore.

Victor Enrique Araoz è morto nella notte tra venerdì e sabato, all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove era stato trasportato d’urgenza dopo avere accusato un malore mentre giocava a calcetto con gli amici al centro sportivo don Bepo Vavassori del Villaggio degli Sposi. I tentativi di rianimare Victor, operaio cinquantenne di Ponte San Pietro, ma nativo del Perù, sono stati vani. Gli amici e i gestori del centro sportivo hanno provato a fare ripartire il suo cuore utilizzando anche il defibrillatore, ma Victor non ha più ripreso i sensi e si è spento intorno alla mezzanotte.

Lo smarrimento degli amici

Sono sconvolti gli amici, che l’altra sera si stavano divertendo insieme a lui come erano soliti fare tutti i venerdì. L’appuntamento settimanale con il calcetto era una tradizione per loro, una compagnia allegra e variegata di giovani e adulti perlopiù di origine sudamericana.

Gli amici e i gestori del centro sportivo hanno provato a fare ripartire il suo cuore utilizzando anche il defibrillatore, ma Victor non ha più ripreso i sensi

In molti tra loro avevano conosciuto Victor proprio giocando a calcio, come Cesar Altamirano di Stezzano. «È una grande tristezza per me. Ho conosciuto Victor un anno fa giocando a calcio. Era una bellissima persona, allegra, divertente e semplice. Era un uomo casa e lavoro, ma amava il calcio. Era tifoso dell’Alianza Lima, la squadra della sua città. Dopo le partite tutti i venerdì ci trovavamo al bar e lui era sempre il primo a scherzare, aveva sempre la battuta pronta. E gli piaceva mangiare» aggiunge ricordandolo con un sorriso.

Le grigliate e le cene insieme erano una costante anche per Jerry Garay, uno dei suoi più cari amici che l’altra sera era al campo a giocare con lui. Per Jerry, 32 anni, Victor era un punto di riferimento. «Una persona molto espansiva, gentile e rispettosa con tutti. Una gran brava persona – lo descrive l’amico –. Era a casa mia tutti i giorni, mangiavamo insieme con le nostre famiglie. Ed era il padrino di mia figlia, io e mia moglie l’abbiamo battezzata a maggio. Victor mi trattava come un figlio. Quando avevo bisogno correva a casa mia, mi dava sempre consigli. Ho perso mio padre nel 2013, per me è stato come un secondo papà».

Victor lascia nel dolore gli amici e la sua famiglia: la moglie e i suoi tre bambini di 1, 4 e 14 anni. La salma è composta alla camera ardente dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.

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