«Senza ascensore da tre mesi, mi sento come una prigioniera»

LA STORIA. A 85 anni, dal 9 settembre non può uscire di casa. L’impianto messo ko dall’alluvione. Ora finalmente sono arrivati i pezzi di ricambio.

Sono passati quasi tre mesi dall’alluvione che il 9 settembre ha colpito Bergamo e il suo territorio, lasciando dietro di sé ingenti danni ad abitazioni, ma anche automobili e moto, e spazzando tanti ricordi, pezzi di vita che non torneranno più.

Senza ascensore da tre mesi

Tre mesi dopo alcune tracce di quella disastrosa notte fanno fatica ad andare via. «È dal 9 settembre che non esco di casa perché l’ascensore è rotto dal giorno dell’alluvione». Lo dice piangendo Germana Panchetti, 85 anni e residente nel condominio di via del Guerino al civico 3, una delle vie più colpite dal disastro dove per settimane in tanti hanno continuato ad uscire dai cortili con secchi di fango, mobili marci e rifiuti di ogni genere. La signora Panchetti, abitante al quarto piano, è impossibilitata a fare le scale perché dal mese di febbraio scorso ha subito un intervento al piede che le rende difficile la deambulazione. «Ma una volta uscita di casa sono autonoma – racconta – faccio i miei giri nel quartiere, aiutata dal bastone o dal braccio di qualche amica. Sono le scale che proprio non riesco a fare».

Un problema in via di risoluzione

La situazione è stata più volte segnalata alla «Fan Service Amministrazioni condominiali» che gestisce il condominio e, sentita per delucidazioni, la referente Federica Pezzoli ha fatto presente che «la situazione ci è ben nota e abbiamo lavorato per risolverla. Tanto è vero che dal 16 dicembre l’ascensore tornerà a funzionare. I ritardi sono stati dovuti al fatto che l’ascensore è vecchio (risale al 1978) e abbiamo fatto fatica a reperire i pezzi di ricambio». Intanto Germana Panchetti resta nel suo appartamento, impossibilitata ad uscire. «Mi sento come una carcerata, non ce la faccio più. Mi avevano assicurato che l’ascensore sarebbe stato aggiustato entro fine novembre», dice disperata. Ad aiutarla ci sono dei vicini che hanno fatto rete anche con alcuni negozi del vicinato per garantire la primaria assistenza alla signora che vive da sola nell’appartamento. «Le portiamo medicine e da mangiare, ma anche per me a volte è difficile aiutarla con tutte quelle scale» dice Carla, un’amica che abita nelle vicinanze. Della situazione si è interessata anche la Fondazione Comunità Bergamasca contatta dai vicini per avere informazioni sul «Fondo di solidarietà per l’alluvione» rivolto ai soggetti colpiti dalla calamità naturale.

«Ma non è una questione di soldi – precisa l’amministratore di condominio, Pezzoli –. Il condominio non ha problemi a livello finanziario. Si tratta di una problematica legata alla difficoltà di recuperare i pezzi di ricambio dell’ascensore che, ora, abbiamo risolto».

«Nell’alluvione ho perso tutto: nel mio garage, il cui stato attuale ancora non sono riuscita nemmeno a vedere, c’erano dentro tutti i ricordi della mia vita. Quelli, temo, non li recupererò più. Ma voglio almeno riprendermi ciò che resta della mia vita», conclude Germana Panchetti.

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