
(Foto di Perfect Snacks on Unsplash)
LA LETTERA. Lo sconforto di una mamma, chiamata dalle insegnanti della figlia, che ha 4 anni e mezzo: «Chiede permesso per ogni cosa e interviene per far da paciere in ogni lite».
Non è raro leggere sulle pagine dei quotidiani, anche il nostro, notizie allarmanti di adolescenti che minacciano o aggrediscono coetanei per pochi euro o per un cellulare. Abbiamo pubblicato più volte «lettere aperte» di genitori esasperati e preoccupati della deriva di una gioventù che sembra aver dimenticato l’educazione, le buone maniere, il rispetto verso il prossimo, incapace di riconoscere ciò che giusto da ciò che è sbagliato. Parole dure verso una società che sembra si stia quasi abituando a questo genere di notizie, impotente di fronte a violenze e prevaricazioni. Il tema centrale resta quello dell’educazione, quella che dovrebbe partire dalla famiglia ed essere supportata, negli anni della formazione, dalla scuola.
Il paradosso dei nostri tempi ci siamo ritrovati a leggerlo in una lettera giunta in redazione, scritta da una giovane mamma e rivolta alla sua bimba di quattro anni e mezzo. Una dichiarazione di amore, intrisa da un profondo rammarico dopo aver incontrato un’educatrice della scuola materna frequentata dalla piccola. L’insegnante ha tenuto a sottolineare al genitore come la bimba sia «troppo educata», premurosa e sensibile nei confronti dei compagni. Un tratto che - secondo la maestra - non solo non è adeguato ai tempi, ma che rischia di trasformare la bambina in una giovane debole, in una potenziale vittima di quella stessa società che mostra sempre più un lato aggressivo e violento. C’è poco da aggiungere alle parole di questa mamma che ha deciso di non arrendersi di fronte a chi sostiene che la buona educazione sia oggi sinonimo di fragilità.
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