Scuole superiori, in provincia le migliori. Sul podio nazionale «Celeri» e «Fantoni»

La classifica. I dati di Eduscopio: il liceo classico di Lovere primo in Italia, lo scientifico di Clusone è secondo. Tra i tecnici, il «Marconi» di Dalmine vanta l’82% di occupati tra i suoi diplomati, il «Rubini» di Romano il 77%.

La «rivincita» della provincia, ormai, è una conferma consolidata. La classifica di Eduscopio, il focus annuale della Fondazione Agnelli sulla qualità delle scuole superiori, proietta ancora il «Decio Celeri» di Lovere e l’«Andrea Fantoni» di Clusone ai vertici delle graduatorie nazionali per quanto riguarda la preparazione al balzo nel mondo dell’università. Sono solo due delle anticipazioni filtrate dal report che verrà svelato in versione completa quest’oggi, ma che già danno un quadro indicativo di alcune tendenze: il «Celeri» si conferma appunto primo – a pari merito con alcune altre scuole – tra i licei classici d’Italia, il «Fantoni» è secondo – posizione condivisa con altri istituti – tra i licei scientifici italiani (lo scorso anno era primo).

Per disegnare la «geografia» della preparazione superiore, la Fondazione Agnelli ha analizzato i dati di 1.289.000 diplomati italiani di 7.700 scuole in tre successivi anni scolastici (2016/2017, 2017/2018, 2018/2019), «ponendo l’attenzione sulla capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari, sia sulla capacità di istituti tecnici e istituti professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università e vogliono subito trovare un impiego». Ne discendono così due graduatorie, di cui ieri sono stati diffusi i risultati completi provinciali, mentre per il confronto nazionale i dati completi arriveranno quest’oggi.

La preparazione all’università

Sul fronte della preparazione all’università, il «Decio Celeri» è giocoforza anche il miglior liceo classico della Bergamasca, seguito dal «Sarpi» in città, e dal «Weil» di Treviglio, così come nel 2021. La gran parte delle classifiche è peraltro immutata. Sempre guardando alla classifica provinciale, il podio dei licei scientifici mette in fila appunto il «Fantoni» di Clusone, poi il «Lussana» in città e l’«Amaldi» di Alzano; per i licei scientifici delle scienze applicate, la graduatoria vede il «Mascheroni», il «Lussana» e il «Valle Seriana» di Gazzaniga. Capitolo liceo delle scienze umane: il «Federici» di Trescore balza in testa, seguito dal «Romero» di Albino e dal «Secco Suardo»; per il liceo delle scienze umane a opzione economico-sociale, podio immutato con «Fantoni», «Federici» e «Oberdan» (Treviglio). Il «Romero» rimane il miglior liceo linguistico, precedendo il «Don Milani» di Romano e il «Galilei» di Caravaggio. Il «Celeri» è primo anche tra gli artistici, superando «La Traccia» di Calcinate e il «Manzù» in città.

Poi, i tecnici. Tra gli Itc, il «Romero» conserva la vetta precedendo il «Belotti» in città e il «Piana» di Lovere. Negli istituti tecnici tecnologici, il «Natta» sale al primo posto sorpassando il «Rigoni Stern» e il «Paleocapa» in città.

Il mondo del lavoro

Eduscopio premia poi gli istituti tecnici col miglior indice di occupazione tra i propri diplomati. Quest’anno, sempre su scala provinciale, il «Rubini» si aggiudica la palma di istituto tecnico economico con i numeri migliori (77% di occupati), seguito dal «Belotti» e dal «Romero»; il «Marconi» di Dalmine primeggia tra gli istituti tecnici tecnologici (82% di occupati), seguito dal «Majorana» di Seriate e dal «Paleocapa»; per gli istituti professionali dei servizi il primo posto è del «Leonardo Da Vinci» (75%), poi il «Riva» di Sarnico e il «Betty Ambiveri» di Presezzo; tra gli Ipia vince il «Betty Ambiveri» (83%), alle spalle ci sono il «Pesenti» in città e il «Majorana».

«Effetto Covid»

Dalla nuova edizione di Eduscopio si scorgono anche i primi effetti del Covid. «Per quanto riguarda la sezione Università – evidenzia la Fondazione Agnelli - sembra che a livello generale il Covid non abbia mutato i criteri di valutazione degli atenei e dei loro corsi di laurea. Il fatto che per molti mesi gli esami siano stati fatti online sembra avere portato a un maggiore uniformità di valutazione». Sul fronte lavorativo, invece, commenta Mario Mezzanzanica, prorettore al Placement dell’Università di Milano Bicocca, «emergono dati sul lavoro certamente penalizzati dalla pandemia di Covid-19. Il tasso di occupazione dei diplomati del giugno 2019 è pari al 42,5%, rispetto ai 47,9% dei diplomati 2018 e al 53,7% dell’anno ancora precedente».

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