Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 17 Aprile 2020
Scuole paritarie e rette degli alunni
«Servono per non fermare l’attività»
Per le scuole che hanno proseguito l’attività, facendo ricorso alla didattica online, la retta scolastica va regolarmente e indiscutibilmente pagata.
La Fidae (Federazione Istituti dipendenti Autorità ecclesiastica) torna sul tema delle rette alle scuole paritarie: qualche settimana dopo la decisione di chiudere gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, associazioni di categoria e alcune famiglie si erano appellate al diritto di non pagare la retta scolastica vista la mancata frequenza delle lezioni. «Ma la scuola, dal punto di vista della didattica – spiega don Giorgio Zucchelli, presidente di Fidae Lombardia –, non si è fermata: le lezioni continuano, anche se in altre modalità, soprattutto per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Un discorso a parte, invece, va fatto per i nidi e le scuole dell’infanzia, dove si sta lavorando a iniziative di collegamento con i bambini e di vicinanza alle famiglie, ma dove la continuità del servizio non può essere la stessa delle scuole degli altri ordini e gradi».
Il tema delle rette è molto sentito dalle famiglie. «Le rette scolastiche – spiega don Zucchelli – sono annuali e coprono le spese dell’intero periodo scolastico, ossia dodici mesi per la gestione della struttura e ben quattordici per i costi del personale. Per prassi le scuole sono solite frazionare, con rate mensili, bimestrali o trimestrali, la retta annua, la cui entità resta l’unica somma di riferimento per tutti i servizi educativi e amministrativi resi a ragazzi e famiglie lungo l’intero anno scolastico. Nel momento in cui un genitore iscrive a scuola il proprio figlio si impegna a corrispondere alla scuola l’intero importo annuo, a prescindere da eventi non previsti o prevedibili: assenze, malattie, eventi straordinari, risultati conseguiti. Nella retta scolastica è compresa tutta l’esperienza formativa-educativa di un intero anno, perché la scuola opera, cresce, si progetta, anche quando gli alunni sono assenti».
I diversi ordini
È necessario però distinguere i vari ordini di scuola. «Dalla primaria in su – dice – la scuola continua, anzi, ha registrato un aggravio di lavoro per gli insegnanti: non è facile reinventarsi e reimpostare tutte le lezioni in modalità così nuove. Per i nidi e le scuole dell’infanzia il discorso è diverso: per i primi, pochi giorni fa è uscita una comunicazione di Inps che sottolinea che le rette, se pagate, verranno rimborsate ai genitori; per le seconde invece Agidae e Fidae hanno sottolineato che la retta è annuale ed è l’unica somma di riferimento per tutti i servizi amministrativi ed educativi. Tuttavia abbiamo proposto alle scuole di attivare uno sconto sulla retta per i mesi in cui non c’è stata attività didattica in presenza, sulla base della situazione delle singole scuole e in attesa di eventuali nuove decisioni da parte dello Stato. Questo però vale solo per la scuola dell’infanzia perché per i bambini e i ragazzini più grandi la scuola sta continuando, il problema non si pone».
Al governo richieste precise. «Fidae ha inviato una lettera anche al Presidente della Repubblica – aggiunge –, in cui si esprime preoccupazione perché tante scuole potrebbero avere serie difficoltà senza il pagamento delle rette. Abbiamo chiesto finanziamenti ulteriori, un fondo straordinario per l’erogazione di contributi aggiuntivi a tutela del mantenimento del servizio e a tutela dei dipendenti, la detraibilità integrale delle rette, l’accesso ai fondi previsti per agevolare l’utilizzo di piattaforme per la didattica a distanza e l’azzeramento dei tributi locali per le realtà educative no profit». C’è anche un’altra questione. «A vent’anni dalla legge sulla parità scolastica – conclude il presidente – possiamo dire che sia stata attuata su tutti i livelli, tranne che economico. È stata avanzata la proposta di un costo standard da “attribuire” a ogni studente, che frequenti la scuola pubblica o quella privata.Lo Stato, secondo gli studi che sono stati fatti, potrebbe risparmiare sei milioni di euro».
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