Scuola, nominato il 90% dei supplenti: «Avvio regolare»

La prima campanella. Coperti 3.226 posti su 3.500 in Bergamasca. Resta l’incognita rinunce, «ma non saranno tante».

Finite le vacanze, sono più di sette milioni gli studenti che torneranno sui banchi delle scuole statali italiane la prossima settimana. Di nuovo in aula da lunedì 12 settembre 160mila giovani bergamaschi (130mila negli istituti statali e 30mila in quelli paritari), e con loro 13mila docenti (nelle sole scuole statali), 3mila impiegati del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, e 140 dirigenti scolastici.

«I docenti non mancano»

Dopo tre anni di pandemia, quest’anno, per la prima volta, si torna a scuola senza mascherine – tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio – senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e senza didattica a distanza (Dad) (se un alunno si ammalerà di Covid rimarrà a casa come accade per una qualunque influenza e non potrà seguire le lezioni on line). Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha assicurato che «allo stato attuale cominceremo un anno scolastico in cui non mancano i docenti»; le operazioni di immissione in ruolo effettuate ad agosto hanno consentito l’assunzione di 50.415 docenti, 9.021 Ata e 317 dirigenti scolastici, e nei prossimi giorni – fanno sapere dal ministero – le nomine proseguiranno.

«Avvio d’anno regolare»

A Bergamo con il primo bollettino pubblicato mercoledì 7 settembre il 90% dei posti mancanti sono stati coperti: 3.226 i supplenti nominati (dei 3.500 necessari), ha fatto sapere ieri sera Vincenzo Cubelli, il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale. «Dovremo poi ovviare alle rinunce, che inevitabilmente ci saranno, ma non ne prevediamo molte. Contiamo in un avvio d’anno scolastico regolare», ha aggiunto il provveditore. Alla vigilia della prima campanella, Cubelli augura agli studenti «un lungo viaggio dentro la conoscenza di sé e del mondo» e ai dirigenti e al personale scolastico «un anno in cui il Covid non sia più il problema, e ci si possa riappropriare di uno spazio progettuale utilizzando i fondi del Pnrr destinati alle aule, ai laboratori e alla lotta alla dispersione, per poter costruire un nuovo modello di scuola».

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