Scuola, le palestre sono ancora off limits
Ma è caos, c’è chi le usa lo stesso

Secondo l’ultimo decreto questi impianti dovrebbero essere utilizzati solo per le attività di interesse nazionale. Non mancano però le eccezioni.

Palestre chiuse, anche a scuola, almeno fino al prossimo Dpcm. La regola è chiara, ma non vale per tutti: sono parecchi infatti gli istituti scolastici che da qualche settimana hanno riaperto le porte delle palestre per consentire ai loro alunni di svolgere (con tutte le precauzioni del caso) l’ora di educazione fisica al coperto, nell’impossibilità, vista la stagione, di fare ginnastica in cortile ogni giorno e a tutte le ore.

L’ultimo Decreto non sembra lasciare spazio ai dubbi: le palestre vanno chiuse (le uniche ad aprire sono quelle che ospitano le attività sportive ritenute di «interesse nazionale») e nel solco di quanto è stato stabilito dal Governo, anche l’indicazione di Ats è quella di tenere gli studenti in classe o tutt’al più all’esterno.

Sul tema si è espresso anche l’Ufficio scolastico provinciale che, in mancanza di chiarimenti da parte dell’Esecutivo, aderisce alle indicazioni dell’Azienda sanitaria, pur sostenendo il movimento sempre più ampio di dirigenti che premono affinché le palestre siano riaperte al più presto. Ci sono poi tanti presidi che nell’ambito dell’autonomia scolastica hanno invece deciso di riaprire le palestre attenendosi alle linee guida dettate a giugno dal ministero dell’Istruzione. Risultato, oggi ci sono scuole in cui si fa ginnastica in palestra e altre in cui si resta in classe a fare teoria.

«All’inizio dell’anno scolastico abbiamo inviato un documento sull’educazione fisica e sull’utilizzo delle palestre in sicurezza, raccomandando che l’attività motoria fosse fatta solo all’aperto, senza attività di squadra o di contatto, rispettando il distanziamento e senza l’obbligo di indossare la mascherina – spiega Piero Imbrogno, referente per le attività sportive di Ats –. All’inizio le palestre potevano essere utilizzate con una serie di prescrizioni, ma con il peggiorare della situazione epidemiologica, i Dpcm hanno confermato fino a oggi che devono restare chiuse, senza eccezioni, e questa rimane la nostra indicazione».

Il ministero dell’Istruzione aveva annunciato una nota per l’educazione fisica, che però non è mai arrivata e neppure la Regione si è mai espressa. «È chiaro che si tratta di una situazione temporanea – specifica Sergio Piazzolla, referente per la sicurezza delle scuole di Ats – stiamo valutando eventuali modifiche e alleggerimenti delle indicazioni, anche alla luce del quadro epidemiologico in evoluzione». Nel frattempo l’Ufficio scolastico provinciale ha chiesto un parere al ministero dell’Istruzione: «Stiamo ancora aspettando – dice la dirigente Patrizia Graziani –. Il ministero ha consentito l’utilizzo delle palestre ai licei sportivi, considerando l’attività di palestra come attività laboratoriale. Per analogia, se solo loro hanno l’autorizzazione, vuol dire che le altre scuole non ce l’hanno. Non abbiamo notizie rispetto all’utilizzo delle palestre, ma esiste un’autonomia dei dirigenti scolastici, per cui nel momento in cui organizzano queste cose, se ne assumono anche la responsabilità».

In città e in provincia le palestre aperte ci sono, come a Colognola: «Le scuole che dispongono di strutture con capienza olimpica vengono utilizzate – spiega Sonia Claris, dirigente dell’Istituto comprensivo Muzio – anche se si privilegia l’attività all’aperto. In palestra si rispetta il distanziamento di due metri, vengono effettuati esercizi non di contatto e con piccoli attrezzi che vanno sanificati. Per i ragazzi l’educazione fisica è una materia curricolare, hanno diritto al movimento, dall’altro canto siamo ancora nella pandemia, per cui serve molta prudenza».

«Sappiamo che alcuni istituti le utilizzano, perché il Comune si è impegnato a sanificare le palestre dopo le attività delle associazioni sportive permesse dal Dpcm, prima di restituirle alle scuole – spiega l’assessore comunale all’Istruzione Loredana Poli –. Detto questo, ritengo molto impropria l’indicazione di Ats, perché le scuole hanno messo a punto un protocollo di funzionamento per bolle e igienizzano gli ambienti. Portare una bolla (una classe scolastica, ndr) in un ambiente più ampio dell’aula per un’attività motoria codificata dalle linee guida del ministero, mi sembra una condizione di sicurezza controllata»

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