Scuola e trasporti, si rivedono gli ingressi: due terzi dei ragazzi alle 8, gli altri alle 10

Grassi, direttore dell’Agenzia per il Tpl: «Così evitiamo agli studenti di stare in giro mezza giornata». Confermato il potenziamento dell’offerta: «Nei primi 6 mesi del 2021 ci è costato 2,6 milioni». Stop agli aumenti.

Si riprende a settembre con l’obiettivo del 100% di lezioni in presenza, come confermato dalla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Patrizia Graziani, e con «i primi due mesi con ingressi scaglionati» spiega Emilio Grassi. direttore dell’Agenzia per il Trasporto pubblico locale, giunto al termine di un confronto con i dirigenti dei vari istituti scolastici provinciali. Confermato quindi l’ingresso in classe in due fasce orarie, alle 8 e alle 10, ma con una novità importante: «Non più 50 e 50, ma due terzi degli studenti nella prima fascia e la restante parte nella seconda, così da alleggerire la pressione sul secondo ingresso che crea comunque dei problemi sia alle scuole che alla gestione familiare» rivela Grassi. «Le scuole si stanno organizzando e mandando le informazioni necessarie affinché il servizio sia il più efficace e puntuale possibile. Questo riequilibrio è determinato anche dal fatto che chi entrava nella seconda fascia spesso doveva di fatto rimanere in giro mezza giornata» sottolinea Grassi, confermando le preoccupazioni espresse dalla stessa Graziani pochi giorni fa.

In sostanza a settembre si ripartirà come offerta di corse sulla falsariga dell’ultimo periodo di lezioni dell’ultimo anno scolastico, ma con un differente riequilibrio: «Le basi di partenza sono il 100% di presenza in aula, l’80% massimo di capienza ammissibile sui mezzi - e presumiamo che su questo versante non ci saranno novità significative - e le due fasce orarie d’ingresso. Su questo stiamo rimodulando il servizio».

Ecco tutte le corse in più

Confermato anche il potenziamento delle corse già introdotto lo scorso anno scolastico dopo che il ritorno in classe al 100% a settembre aveva evidenziato qualche falla e problemi di sovraffollamento in determinate linee, soprattutto extraurbane. In numeri l’offerta dovrebbe aggirarsi sulle 2.810 corse (una più, una meno) interurbane nelle fasce di punta d’ingresso, più 1.300 urbane.

Chiaramente rispetto allo scenario precedente è prevista una redistribuzione tra le due fasce d’ingresso, mentre non ci sono variazioni in quelle d’uscita che non hanno mai presentato particolari problemi di gestione dei flussi.

«Confermiamo inoltre le corse aggiuntive già operate in passato con mezzi privati a noleggio» rileva Grassi: in tutto fino a 300 corse in più al giorno con 30-40 autobus aggiuntivi. Con l’auspicio che quest’anno scolastico abbia un andamento più regolare di quello precedente, caratterizzato da frequenti cambi in corsa: ad un certo punto, pur con una presenza in classe del 50% degli studenti, il servizio era stato comunque organizzato come se la percentuale fosse del 75, così da avere un assetto minimamente stabile dell’offerta dei mezzi.

Un’offerta aumentata in 2 anni

Comparando in modo dinamico le corse offerte, quelle extraurbane erano 1.980 a settembre 2019, quindi in epoca pre-Covid, per passare poi a 2.620 un anno dopo e infine a 2.810. Quelle urbane sono invece passate rispettivamente da 1.000 a 1.200 per attestarsi poi a 1.300.

Un potenziamento chiaramente non a costo zero, anzi: «Nel primo semestre di quest’anno abbiamo avuto 86 giorni di potenziamento tra riprese, variazioni e interruzioni varie delle lezioni in presenza: il tutto è costato 2,6 milioni di euro». E con molta probabilità «la spesa che dovremo affrontare da qui a fine 2021 non sarà inferiore» rileva il direttore dell’Agenzia per il Tpl.

Sullo sfondo «anche quest’anno è stata fatta una valutazione delle tariffe che avrebbe comportato un aumento del 2,37% comprensivo sia dell’adeguamento all’inflazione che di alcune voci rimaste in sospeso in precedenza» ricorda Grassi. «Ci siamo confrontati con le aziende di trasporto che hanno rinunciato ad applicare questo adeguamento per il 2021» conclude. La questione tornerà comunque sul tavolo l’anno prossimo, sperando che nel frattempo la situazione si sia normalizzata. O quanto meno stabilizzata.

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