Scuola a settembre, vaccini a prof e studenti: in più di 110 mila ancora senza

All’appello, oltre ai 65 mila under 12 esclusi dalla campagna, mancano 44 mila ragazzi tra i 12 e 19 anni e circa 4 mila insegnanti.

Quel che accadrà a settembre, e dunque in autunno, lo si determina anche oggi. Come arriverà Bergamo all’appuntamento col ritorno in classe? Verosimilmente – e anche inevitabilmente, considerando che sotto i 12 anni non è autorizzata l’inoculazione – ci si presenterà di nuovo tra i banchi con quasi due terzi della popolazione scolastica non vaccinata.

Il puzzle dei numeri restituisce quest’incastro. Partendo dagli studenti, i meno esposti agli effetti clinici del virus ma comunque possibili vettori del contagio: secondo i dati dell’Ats aggiornati al 4 luglio, tra i 12 e i 19 anni – in sostanza l’età che va dalla seconda media alla fine delle superiori, anche se oltre i 16 c’è chi lascia la scuola – risultano 2.259 bergamaschi già con la vaccinazione completa (il 2,74%), altri 23.713 (il 28,82%) con la prima dose e dunque in attesa del richiamo, e infine 12.233 prenotazioni (il 14,87%). In sostanza, incrociando i tempi dei richiami e quelli degli appuntamenti fissati, è facile immaginare che a inizio settembre, alla ripresa delle lezioni, 38.205 bergamaschi tra i 12 e i 19 anni avranno ricevuto almeno una dose; e di questi, tendenzialmente, i 23.713 che a oggi hanno solo la prima immunizzazione saranno coperti in tempo anche col richiamo . In quanti torneranno in aula senza gli anticorpi da vaccinazione? Al momento, in questa fascia risultano 44.087 non prenotati, cioè il 53,57% della platea: bisognerà capire quanti aderiranno nelle prossime settimane, magari al ritorno dalle vacanze, e quando scoccherà il loro appuntamento. Chi in ogni caso non riceverà l’iniezione sono gli under 12 anni: cifre dell’Istat alla mano, sono 65.408 i bergamaschi tra i 6 (sostanzialmente, la prima elementare) e gli 11 anni, e sommandoli ai 12-19enni non vaccinati si arriva a 109.495 bambini , adolescenti e ragazzi in età scolastica non protetti dal vaccino (ma una quota, sicuramente, ha maturato gli anticorpi guarendo dall’infezione contratta nei mesi scorsi).

C’è poi l’altro fronte, quello delle persone con un’età dove il virus morde con ben più forza. Gli operatori scolastici – insegnanti e personale non docente – della Bergamasca, secondo la ricognizione dell’Ats di aprile, sono circa 25.300, e ad aprile avevano aderito in 20.110, praticamente l’80% della platea . Da allora a oggi, è ragionevole pensare che altri se ne siano aggiunti (magari un migliaio ancora?): sia perché la campagna specifica rivolta a questi lavoratori è rimasta aperta, sia perché altri potrebbero essersi vaccinati tramite la campagna «ordinaria» che è proseguita per scaglioni anagrafici.

E allora, tirando le somme, la proiezione a oggi per settembre inoltrato indica che 59.315 tra studenti e lavoratori della scuola (ai 20.110 operatori che avevano aderito a luglio si aggiunge appunto un altro migliaio di adesioni virtuali, obiettivo verosimile) arriveranno in aula già vaccinati con almeno una dose, altri 113.685 cittadini del «mondo scuola» potrebbero rientrare tra i banchi senza inoculazione. In termini percentuali, i vaccinati sarebbero il 34,3% contro il 65,7% dei non vaccinati. Stime teoriche, da verificare alla prova dei fatti dopo le vacanze.

«Bisogna tornare in presenza»

«Siamo in una situazione di transito – la definisce Leo Venturelli, pediatra e garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Bergamo -. La vaccinazione per gli adolescenti prosegue a macchia di leopardo, in Lombardia e in Bergamasca comunque i segnali sono positivi». Trasparenza e fiducia sono la bussola da mantenere anche nelle prossime settimane: «Noi pediatri italiani siamo dell’idea che la vaccinazione sia un’opportunità positiva per i ragazzi – prosegue Venturelli -. Certo non siamo assolutisti: no all’obbligatorietà, ma sì alla discussione. L’indicazione, dal mio punto di vista, è quella di dare garanzie ai ragazzi per riprendere tranquillamente la scuola, protetti col vaccino . Cosa ci chiedono i genitori? Una parte discreta ha qualche dubbio, domanda quali siano i rischi, anche perché la comunicazione e i tecnici hanno lasciato delle perplessità, ma in generale l’idea della vaccinazione ha attecchito. Rispetto ai dubbi, cerchiamo di dare risposte coerenti e tranquillizzanti. Con un’osservazione: molte famiglie non hanno ancora vaccinato i propri figli perché adesso ci sono di mezzo le vacanze, e quindi non siamo in presenza di un rifiuto del vaccino ma di una dilazione».

L’obiettivo da non mancare, dopo due anni scolastici mutilati dalla pandemia, è poter tornare a vivere l’aula senza più interruzioni: «Il ritorno in presenza e la possibilità di un anno “normale” è la motivazione preponderante nel far accettare ai genitori e ai ragazzi la vaccinazione – conclude il garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza -: la vaccinazione è anche la garanzia per un ritorno al minimo di libertà, consente di tornare a vedere i compagni in sicurezza, è il recupero di quell’habitus sociale che è mancato. E allo stesso modo è importante che anche tra gli insegnanti, che sono più esposti alle conseguenze del virus, si possano avere coperture importanti».

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