Scoperto un cunicolo sotterraneo, un pezzo di storia di Pianico

Il passaggio individuato nei pressi del torrente Borlezza. Tra le ipotesi un collegamento al castello citato in antiche cronache.

«D’oro al castello di rosso, chiuso, finestrato di due e murato di nero, merlato alla guelfa le due torri ciascuna di tre, la cortina di quattro, fondato su una collina di verde avente alla base quattro colline ugualmente di verde solcate da un fiume defluente in banda», recita il Dpr del 27 giugno 1983 nell’atto di descrivere lo stemma del Comune di Pianico, un territorio reso importante dalla grande quantità di fossili, reperti archeologici e minerali di epoca preistorica rinvenuti, ma che dal punto di vista dell’antropizzazione stenta a trovare conferme circa le proprie radici. Eppure, è proprio lo stemma comunale, con il castello e le sue torri, a raccontare di un passato quantomeno da provare a ricostruire. E l’occasione l’ha offerta il recente ritrovamento di un cunicolo sotterraneo, nei pressi del torrente Borlezza. Al cunicolo sotterraneo si accede da un ingresso poco visibile nei pressi del Borlezza, che rimane sotto il livello del percorso e si estende per 70 metri, prima di interrompersi per quella che pare potrebbe trattarsi di una frana. Tante le suggestioni su quest’ultima scoperta, dall’ipotesi che possa trattarsi di un collegamento sotterraneo di una rete più ampia ancora da scoprire a quella, meno probabile, data la sua collocazione, che fungesse da collegamento al castello, poche le certezze.

Ma cosa si sa realmente del castello di Pianico? Nelle «Effemeridi» di Donato Calvi si legge che il 25 giugno 1222 molti membri dei Codoferri, una famiglia di Solto Collina, fecero donazione alla città di Bergamo di quanto possedevano nei castelli e nelle fortezze di Solto Collina e Pianico. Dunque, all’epoca esisteva una struttura di questo tipo a Pianico. Un’ulteriore conferma si trova in un atto notarile del 1364, dove sono menzionati il castello, la chiesa di San Zenone e altri toponimi. Anche a Sellere c’era un castello, come si riscontra in un altro documento del 1457. Nel Dizionario Odeporico pubblicato nel 1819 da Giovanni Maironi si legge: «In Pianico si vedono le vestigia di un antico castello, opera degli infelici tempi delle fazioni Guelfa e Ghibellina» La località più elevata del paese è ancora oggi denominata «Castello». Proprio qui, alla sommità di una collina rocciosa con pareti strapiombanti, sono visibili gli ultimi ruderi del castello. I resti corrispondono a un recinto fortificato dalla pianta vagamente rettangolare. L’area oggi è in una proprietà privata, è occupata da un vigneto, da orti e da un traliccio dell’alta tensione. Altre fonti parlano di un castello per uso difensivo in periodo Medievale, appartenente alla famiglia Foresti, originaria di Solto Collina e trasferitasi a Sellere/Pianico nel Trecento. Con il declino della famiglia, estinta nel Settecento, anche il paese subì un drastico ridimensionamento. A questi elementi documentati ora si aggiunge il ritrovamento del cunicolo. Alcuni anziani pianichesi raccontano di altri cunicoli, accessi e collegamenti. La speranza del sindaco Maurizio Pezzoli è quella che possa essere presto fatta chiarezza, magari, per una nuova pubblicazione sulla storia di Pianico. Nuove ricerche nel cunicolo potrebbero prendere il via già nell’autunno inoltrato di quest’anno.

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