Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 17 Novembre 2023
Sciopero, i primi dati sull’adesione nella Bergamasca
MOBILITAZIONE . La mobilitazione nazionale del 17 novembre era proclamata per i lavoratori di scuola, sanità, pubblico impiego, Rsa, cooperative sociali, trasporti, poste, appalti.
Nel giorno della mobilitazione di Cgil e Uil contro una legge di Bilancio che considerano «sbagliata e pensata non nell’interesse del Paese», spiegano i sindacati, in tanti hanno incrociato le braccia anche nella provincia di Bergamo. La mobilitazione nazionale era proclamata per i lavoratori di scuola, sanità, pubblico impiego, Rsa, cooperative sociali, trasporti, poste, appalti (di vigilanza, pulizie e multiservizi, ristorazione collettiva, ad esempio di ospedali e scuole). Per partecipare al presidio tenuto a Milano, da Bergamo sono confluiti di fronte al Palazzo di Regione Lombardia circa 180 tra lavoratori e sindacalisti.
I primi dati
Per alcuni luoghi di lavoro sono disponibili i primi dati relativi all’adesione allo sciopero, in una nota diffusa dalla Cgil con i commenti dei segretari della Fp-Cgil e del comparto trasporti Filt-Cgil, dopo le considerazioni del segretario generale Marco Toscano.
«Lo sciopero di oggi è l’inizio di una mobilitazione per contestare una legge di Bilancio che non è all’altezza delle sfide che il Paese deve affrontare» ha commentato oggi Marco Toscano, segretario generale della Cgil di Bergamo. «Il governo non risponde minimamente alle esigenze del settore pubblico. Le risorse per i rinnovi contrattuali sono scarse e quanto stanziato per i contratti non recupera l’inflazione degli ultimi due anni. Sul fronte della sanità, la Corte dei Conti ha evidenziato che i 3 miliardi aggiuntivi stanziati per il 2024 non mutano la flessione del finanziamento al SSN in rapporto al pil, in discesa fino al 6% nel 2026. Inoltre il finanziamento non lascia margini al recupero dell’aumento del fabbisogno di spesa legato all’aumento dei prezzi che ha interessato anche il settore sanitario. Insomma il governo non investe nel servizio pubblico, nella sanità e nella scuola, tutti ambiti il cui buon funzionamento dovrebbe essere una garanzia per ogni cittadino». La mobilitazione - conclude Toscano - continua con lo sciopero generale di tutti gli altri settori delle regioni del Nord Italia venerdì prossimo, 24 novembre, con una manifestazione provinciale a Bergamo».
Funzione pubblica
«Per noi è stato sciopero pienamente riuscito» ha dichiarato poco fa Giorgio Locatelli, segretario generale della Funzione Pubblica-Cgil di Bergamo. «Della nostra categoria eravamo una sessantina questa mattina al presidio sotto palazzo di Regione Lombardia. E molti, in svariati posti di lavoro pubblico e privato della provincia, hanno incrociato le braccia, in alcuni casi anche portando alla chiusura dei servizi. Alcuni dati preliminari ci parlano della chiusura dell’ufficio dimissioni protette della Asst Papa Giovanni XXIII, poi di 3 sale operatorie su 5 nel reparto chirurgia della Asst Bergamo Ovest, insieme al Centro Prelievi ed endoscopia che garantivano solo le urgenze. Solo casi urgenti anche per il servizio di medicina della Asst Bergamo Est. All’Ufficio farmaceutico di Ats abbiamo rilevato un’adesione al 100%, al Policlinico di Ponte San Pietro abbiamo avuto il 60% di adesione tra i fisioterapisti. Sono rimasti chiusi i Centri Diurni Disabili di Cassinone, Bonate, Almenno, Spirano e Verdello. Ma anche le biblioteche comunali di Nembro e Dalmine e l’ufficio protocollo del Comune di Ghisalba. Particolarmente rilevante lo sottolineiamo, è il dato riscontrato nella sanità pubblica, dove generalmente il personale (soprattutto nei reparti ospedalieri) è ridotto all’osso e la dotazione organica spesso coincide con i contingenti minimi in caso di sciopero (rendendo di fatto impossibile a questi lavoratori la garanzia del diritto). «Dati come questi – conclude locatelli – ci fanno immaginare che in ogni reparto dove ci fosse anche solo un poco di agio i lavoratori abbiano aderito in massa. Dovremo aspettare lunedì per i dati ufficiali dalle strutture pubbliche, ma già queste prime avvisaglie ci consegnano uno spaccato di una piena riuscita della mobilitazione. Questo è il primo passo per cambiare una legge di Bilancio iniqua e penalizzante. Un passo ampio, un passo decisivo».
Trasporti
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, per il quale lo sciopero è stato ridotto a 4 ore, dalle 9 alle 13, dopo la precettazione del ministro Matteo Salvini, interviene Marco Sala, segretario generale della Filt-Cgil di Bergamo per fornire i dati dell’adesione nelle aziende del Tpl. «Siamo soddisfatti. Nonostante il caos generato in questi giorni per la precettazione che ha subito il settore, i lavoratori hanno comunque dato un segnale importante, e hanno dimostrato che le ragioni della protesta sono state capite, e i problemi sono fortemente sentiti» ha spiegato Sala. «Abbiamo infatti registrato una buona riuscita di questa mobilitazione, secondo i dati raccolti dai nostri delegati presso le aziende. In Atb, in Arriva e per il servizio urbano di Locatelli siamo a circa il 50% dell’adesione del personale viaggiante in servizio (dunque degli autisti di turno). Per le linee Locatelli extraurbane, al 25%. Per quanto riguarda Teb, invece, abbiamo registrato una partecipazione al 40%».
A Bergamo una cinquantina di studenti ha manifestato in centro in occasione della Giornata internazionale dello Studente «per portare in piazza rivendicazioni e proposte, da un punto di vista sia giuridico che sociale, volte a costruire una scuola realmente inclusiva». La manifestazione è stata promossa da UdS Bergamo, con Centro Sociale Pacì Paciana, Non una di meno, Fridays for Future, Rete Adriana e collettivo LAS. «Serve cambiare la scuola per cambiare il sistema - hanno spiegato dall’Unione degli Studenti di Bergamo -. Anche in Lombardia non viene garantito un reale diritto allo studio. Chiediamo un reddito di formazione e lo stanziamento dei fondi necessari a garantire la totale gratuità dei materiali scolastici e del trasporto pubblico a tutti gli studenti lombardi».
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