Schianto in pieno centro, muore papà di 33 anni

VIA PETRARCA. Yemlal El Arbi, di Osio Sotto, in sella alla sua motocicletta si è scontrato con un’auto. Violentissimo l’impatto, è morto in ospedale.

Hanno tentato di rianimarlo per un’ora, a terra. L’ambulanza lo ha portato via con una corsa disperata all’ospedale Papa Giovanni XXIII, ma lì si è spento.

È morto nella mattinata di sabato 7 settembre Yemlal El Arbi, conosciuto da tutti come «Zaccaria», il motociclista 33enne rimasto gravemente ferito in uno scontro con un’auto in pieno centro, in via Petrarca, all’angolo con via Locatelli. Si tratta del secondo incidente mortale in moto sulle strade della città nel giro di poche ore: venerdì 6 settembre in via per Grumello era morto un altro motociclista di 33 anni, Simone Monzio Compagnoni, che abitava a Canonica d’Adda.

La dinamica

Sabato 7 settembre è successo tutto nel giro di pochi secondi, intorno alle 10,20. Il giovane in sella alla Yamaha proveniva da via Verdi verso via Petrarca procedendo, secondo quanto affermano anche alcuni testimoni, a velocità elevata. All’incrocio con via Locatelli si è schiantato contro un’auto, una Mercedes nera guidata da un uomo di 72 anni che proveniva dalla direzione opposta e stava svoltando a sinistra. L’impatto, violentissimo, è stato inevitabile.

È stato soccorso da due operatrici sanitarie che si trovavano nei pressi del luogo dell’incidente

L’automobilista è rimasto illeso, mentre per Yemlal non c’è stato nulla da fare. Lo schianto con l’autovettura è stato talmente forte da spezzare la sua moto in due contro la colonna all’angolo di via Locatelli, facendo sbalzare il giovane per oltre 20 metri, e facendolo cadere a terra poco distante da piazza della Libertà. Lì è stato soccorso da due operatrici sanitarie che si trovavano nei pressi del luogo dell’incidente, del quale hanno avvertito il forte rumore dovuto allo schianto. Le condizioni sono apparse subito critiche. Sul posto sono arrivate due ambulanze e due auto mediche, oltre alla polizia locale per effettuare i rilievi e la strada è stata temporaneamente chiusa in entrambe le direzioni. I medici hanno cercato di rianimare Yemlal, privo di sensi, per oltre un’ora. L’ambulanza lo ha trasportato d’urgenza in ospedale dove, però, è deceduto.

Nell’incidente è rimasta coinvolta senza gravi conseguenze anche una signora di 52 anni a passeggio con il proprio cane e residente nella zona. La donna era ferma sul marciapiede all’incrocio tra le due vie, in attesa del semaforo verde per attraversare la strada, probabilmente in direzione largo Belotti. È stata colpita da alcuni frammenti di carrozzeria volati in seguito all’impatto, ma non ha riportato gravi ferite. Un colpo di fortuna, che tuttavia non ha evitato lo spavento.

Sotto choc, la donna si è fermata e si è seduta sotto il porticato. I soccorsi hanno trasportato anche lei in ospedale, con codice giallo, per accertamenti.

Il ricordo

Yemlal viveva a Osio Sotto, in via Vittorio Veneto. Italiano di origine marocchina, era sposato e aveva un bimbo di due anni. Lavorava a Osio, alla Lena anticorrosione Srl, azienda specializzata nel settore delle vernici. In paese sono sconcertati per la sua morte, a cominciare dal titolare dell’azienda, Alberto Lena. «Siamo tutti sotto choc per l’accaduto. Lavorava da noi da dieci anni. Non ho parole» è tutto ciò che riesce a dire.

Per tutti «Zac» era una brava persona, umile, semplice. «Un bravissimo ragazzo» lo descrive la titolare della tabaccheria di fronte a casa sua, al civico 33, dove andava a comprare le sigarette. «Una persona tranquilla, non usciva spesso. Era casa e lavoro» dice Dilenia, dipendente del parrucchiere Ming Yuan, negozio proprio sotto l’abitazione di Yemlal. «Erano appena tornati dalle vacanze in Marocco» aggiunge.

«La moto gli era appena arrivata, la stava proprio aspettando»

Alla moglie e al suo piccolo teneva tantissimo. Così come alla sua passione, le motocicletta. La sua Yamaha R1, in sella alla quale ha perso la vita, era stato il suo ultimo acquisto. A raccontarlo sono Massimo e Mauro de La Bottega della Pizza di via Osio, di cui Yemlal era cliente abituale. Hanno appreso della sua morte dalle nostre parole. «No, Zac» esclamano rimanendo impietriti. Con i ragazzi della pizzeria chiacchierava spesso. «Veniva di frequente, a mezzogiorno o la sera. E quando non veniva lui andavamo noi a consegnare le pizze nella ditta dove lavorava». Raccontano della moto: «Gli era appena arrivata. La stava proprio aspettando» spiegano. Ma anche dei suoi progetti per il futuro: «Zac» guardava avanti, e dopo dieci anni alla Lena aveva intenzione di cambiare lavoro. «Non sappiamo se avesse trovato un altro lavoro. Ma lui voleva mettersi in proprio come artigiano, magari facendo l’imbianchino - ci rivelano Massimo e Mauro -. Ci stava pensando». Un sogno spezzato troppo in fretta.

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