
(Foto di Agazzi)
IL CANTIERE. Tecnica particolare per realizzare l’opera anti-allagamento, finanziata dal Pnrr. La chiusura di via Statuto sta creando un effetto tappo nelle altre strade. Rota: «Inevitabile».
Un signore a passeggio con il cane si accomoda sulla panchina davanti agli ex Ospedali Riuniti, dove il cantiere per la nuova vasca di laminazione è entrato nel vivo: svettano i bracci delle benne «mordenti» che infilandosi dentro l’asfalto stanno definendo il perimetro della futura vasca, lunga 75 metri, con una profondità di 7 metri, un volume di invaso di circa 3.130 metri cubi. Si punta a chiudere per gennaio 2026, ripristinando la viabilità, con la riapertura di via Statuto, chiusa dallo scorso dicembre.
La recinzione del cantiere (un’area di circa 700 metri quadri) è un poco aperta, si riescono a vedere i macchinari posizionati da un paio di mesi. Si scava al centimetro, per evitare di aprire voragini in mezzo al quartiere di Santa Lucia, luogo sensibile, tra le scuole, le piscine e l’Accademia della Guardia di Finanza. Per realizzare l’opera, del valore di quasi 4 milioni di euro, finanziata con risorse Pnrr, si è scelto di utilizzare una tecnica particolare, spiega l’assessore ai Lavori pubblici Ferruccio Rota. «Si fa nei contesti urbanizzati, ad esempio quando si realizzano parcheggi interrati in pieno centro. Le benne mordenti realizzano dei diaframmi in calcestruzzo armato procedendo verticalmente, un intervento mirato che scende in profondità evitando che il terreno frani – spiega –. I diaframmi saranno le pareti perimetrali della vasca: lo scavo fatto dalle benne viene riempito di fango, poi si mettono le gabbie in acciaio e si procede con il gettito in calcestruzzo. Terminata questa operazione, si procederà allo scavo della vasca, realizzando il fondo, pareti e soletta».
La vasca una volta terminata e «chiusa» dalla soletta di asfalto non si vedrà più, il parcheggio pubblico (con le strisce blu) lungo il marciapiede sarà ripristinato. Per il suo svuotamento, sono previsti due impianti di sollevamento: uno per pompare le acque di lavaggio verso la rete fognaria di via dello Statuto e l’altro per convogliare le acque meteoriche nella Roggia Curna, attraverso una tubazione dedicata, al termine dell’evento di pioggia. Sarà installato un sistema di monitoraggio e telecontrollo che garantirà la gestione in tempo reale del sistema, anche da remoto. Lavori di non poco conto, con operazioni propedeutiche che hanno richiesto mesi. «Sono stati spostati tutti i sottoservizi – fa il punto l’assessore Rota –, ma è stata necessaria anche una bonifica bellica per identificare eventuali ordigni, procedura richiesta per i luoghi sensibili come questo, vicino all’ex ospedale. Fortunatamente non è stato trovato nulla».
L’opera è attesa dal quartiere che già nel 2016 venne colpito dalle prime «bombe d’acqua». Anche con gli eventi dello scorso settembre, l’acqua si è insidiata in alcuni spazi della nuova Accademia della Guardia di Finanza, creando allagamenti e relativi disagi. «L’obiettivo – ricorda l’assessore Rota – è creare una protezione da una potenziale alluvione, l’acqua sarà trattenuta e poco alla volta sarà rilasciata, per non mandare in crisi la zona». Negli ultimi anni, con le forti precipitazioni, il sistema della gestione delle acque si è rivelato insufficiente, da qui la previsione della vasca in largo Barozzi, inserita nello studio dell’Università di Pavia del 2018, lo stesso che ha indagato le criticità della valle di Astino e Longuelo.
Un’opera voluta dai residenti che però, a cantiere aperto, lamentano disagi legati alla nuova viabilità provvisoria. In particolare con la chiusura dell’ultimo tratto di via dello Statuto, le auto si riversano su via XXIV Maggio, per raggiungere il quartiere di Loreto e via Carducci. «Si formano lunghissime code, soprattutto durante gli orari di uscita dalle scuole», raccontano al negozio di Ortofrutta all’angolo con via dello Statuto. La stessa fotografia viene scattata dall’edicola della piazzetta, dai residenti seduti a bere il caffè. «Abbiamo notato un calo nelle vendite – denuncia Mario Agazzi, dell’omonimo negozio di calzature –. Ci sono troppi cantieri, via Moroni è chiusa per la e-Brt, stanno costruendo nuovi supermercati tra via Carducci e via King. Alcuni clienti rinunciano e si fermano nei centri commerciali. Sarebbe bello se qualcuno del Comune venisse qui almeno a parlarci». Alternative alla chiusura di via dello Statuto non ce ne sono, spiega l’assessore Rota: «La tecnica esecutiva scelta impone di utilizzare attrezzature voluminose che hanno bisogno di spazi, per questioni di sicurezza. Appena sarà possibile riapriremo la strada. Avremmo voluto tenere aperta almeno una corsia, ma è risultato impossibile».
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