Scalo merci di Bergamo, spunta la soluzione del trasloco a Rovato

Infrastrutture. Sarebbe la proposta di Rfi in vista della chiusura di quello di Bergamo. Dal tavolo Ocse la richiesta di una proroga.

Spunta l’ipotesi di Rovato, per il trasloco dello scalo merci di Bergamo. Pare infatti questa la soluzione che Rfi proporrà nell’incontro di martedì con Regione, Provincia e Comune. In quella sede le istituzioni locali torneranno a chiedere una proroga di un anno per l’operatività di quello attuale (posizione ribadita anche ieri nella cabina di regia del Tavolo Ocse Bergamo 2030), la cui gestione scade il 31 dicembre, e solo dopo la nuova scadenza prendere in considerazione Rovato come «ponte» verso la destinazione definitiva di Cortenuova.

I 12 mesi in più - che comunque non è detto che le ferrovie concedano - rappresentano, però, solo una boccata d’ossigeno-«tampone», perché i tempi per l’avvio sulle stesse aree del cantiere per la realizzazione della nuova stazione europea e del polo intermodale sono dettati dai fondi del Pnrr e quindi non sono rinviabili. Dopo un anno, dunque, si renderà necessario un trasloco «temporaneo» - appunto ipotizzato a Rovato - per poi dare corso al trasferimento definitivo nelle ex Acciaierie, per ora l’unica localizzazione accreditata sul piatto della programmazione provinciale. Questa tabella di marcia - 12 mesi di proroga, sede provvisoria a Rovato e poi insediamento a Cortenuova - dovrà anche essere discussa con gli operatori economici (Cisaf e Lotrafer), attualmente attivi sull’area, per i quali le difficoltà di un trasferimento in due fasi non sono secondarie.

La questione dello scalo merci è stata discussa venerdì mattina nella cabina di regia del Tavolo Ocse. Una seduta lunga e articolata, durante la quale il capitolo infrastrutture è stato solo uno dei temi affrontatati (lavoro, turismo, montagna, tra gli altri focus in scaletta).

Rappresentanti del mondo istituzionale, economico, Università, sindacati e banche si sono confrontati per oltre tre ore, partendo da una lettura della situazione attuale per costruire una visione futura del territorio, proiettata fino al 2030. «La riunione è andata benissimo, con un’ampia partecipazione e una discussione molto franca», commenta Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di commercio di Bergamo e padrone di casa. Sullo scalo merci l’unione di intenti è chiara: chiedere a Rfi garanzie per una proroga di un anno.

Mazzoleni mantiene il massimo riserbo sui contenuti del confronto di ieri, ma sulla questione ribadisce la posizione già espressa: «Una breve proroga di un anno mi pare una soluzione di buonsenso, anche se è evidente che sarà l’ultima e non sarà sufficiente. I tempi dello scalo merci e quelli di avvio della nuova stazione europea non si sposano». Sulla stessa linea il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi: «Il problema non si risolve con una proroga, ma con un anno in più si garantiscono i servizi alle aziende, e si può programmare una ricollocazione temporanea in attesa di quella definitiva».

I conti però non si possono fare senza l’oste: Rfi, che venerdì era il convitato di pietra. «Sull’ipotesi di Rovato bisognerà sentire anche gli operatori (che sono già stati informati, ndr)», si limita ad aggiungere Mazzoleni. Tra i temi, lo sviluppo della logistica nella Bassa. La Provincia ha infatti commissionato all’Università (ieri era presente il rettore Sergio Cavalieri) uno studio per il Piano d’area d’integrazione del Ptcp. L’obiettivo è trovare delle regole diffuse per l’insediamento dei poli logistici e capire quanto siano realmente funzionali alle aziende del territorio.

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