Sbalzati in moto da un’auto pirata. La lettera: «L’aiuto negato è umiliante»

Riportiamo una lettera giunta alla nostra redazione e firmata da un lettore - A.D. - che racconta di un incidente dello scorso 14 giugno.

«Spettabile redazione, scrivo questa lettera perché lunedì 14 giugno 2021 è accaduto un episodio molto grave e umiliante per me e la mia ragazza. Erano circa le 17,30 quando, dopo una giornata di lavoro, ci stavamo dirigendo, a bordo del mio scooter, verso il parco della Trucca per fare un po’ di sport».

«In quel momento il traffico non era per niente scorrevole. Stavamo percorrendo via Martin Luther King in direzione della circonvallazione, ed eravamo a circa un minuto dal parco quando, poco prima dell’incrocio con via Cavalli, a ridosso del semaforo, un’utilitaria di colore grigio/oro, con a bordo una signora e un bimbo nel seggiolino adagiato sul sedile posteriore, a semaforo rosso e macchine ferme in coda, ha improvvisamente invaso la corsia opposta, senza segnalare con la freccia direzionale né guardare nello specchietto laterale, travolgendo me e la mia ragazza, che stavamo sopraggiungendo, fortunatamente a bassa velocità.

«Potreste dire, un incidente stradale, può capitare... La cosa raccapricciante è che oltre ad essere stati sbalzati sull’asfalto bollente, la signora non ci ha prestato soccorso: infatti, con la scusa di spostare l’auto nell’adiacente via Cavalli mentre noi mettevamo in sicurezza il mezzo e ci apprestavamo a chiamare il 112, la signora conscia dell’errore e delle sue conseguenze ha pensato bene di dileguarsi. Oltre al politrauma, lesioni ed escoriazioni subite, la ferita più grande è stata proprio questa: non riesco a capacitarmi come nel 2021 una persona adulta (e supponiamo in questo caso madre del piccolo a bordo) causa un incidente, fa finta di niente, non si preoccupa dei danni fisici, non fornisce assistenza psicologica a due ragazzi, omette soccorso e sparisce nel nulla».

«Con questa lettera vorrei chiedere a chiunque fosse vicino al luogo dell’incidente, che ha visto l’impatto e che ha notato qualche dettaglio dell’utilitaria, o meglio ancora la targa (anche numeri o lettere potrebbero rivelarsi decisivi), di scrivere alla redazione, in modo che questa persona possa essere identificata e perseguita penalmente dalla magistratura. L’insegnamento che avrei dato a mio figlio, se mi fossi trovato in una situazione simile, sarebbe stato quello di fargli capire che di fronte ad un errore, piccolo o grande che sia, si può rimediare e che nella vita di tutti i giorni, andare a dormire con la coscienza a posto sia una delle cose più importanti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA