Santa Lucia, il sogno e l’attesa: una storia nel cuore dei bergamaschi - Foto e video

LA TRADIZIONE. Ogni anno i bambini aspettano con trepidazione «la notte più lunga che ci sia» e anche i grandi la ricordano con un pizzico di nostalgia. Ecco la storia di questa tradizione, con le immagini della festa oggi e delle epoche passate.

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«La notte più lunga che ci sia». È il proverbio popolare più famoso per indicare la gioiosa, ansiosa e magica attesa dei bambini e dei fanciulli perché, nella notte del 12 dicembre, vigilia della sua festa, Santa Lucia porta tanti doni. E cercano di stare svegli, pensando di sentire il campanello della santa in arrivo. Giorni prima avevano portato, davanti alla statua della santa nella chiesa della Madonna dello Spasimo, in via XX Settembre, popolarmente nota anche come chiesa di Santa Lucia, una letterina con le loro richieste di doni, abbellita da disegni e pensierini usciti dal loro cuore. E ammettiamolo: anche gli adulti e gli anziani, con un pizzico di nostalgia, con la mente ritornano agli anni della loro fanciullezza, quando anch’essi scrivevano la loro letterina.

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La vita della Santa

Secondo la tradizione, Lucia era una giovane di Siracusa, dove nacque nell’anno 283. In seguito alla malattia della madre, si recò a Catania a pregare sulla tomba della patrona Sant’Agata per invocarne la guarigione. La santa le apparve, promise di guarirla e la invitò a dedicare la vita ai sofferenti e ai poveri. E così fece tornata a Siracusa, dopo aver rotto il fidanzamento. Il fidanzato però la denunciò al prefetto accusandola di essere cristiana. Arrestata, con forza incredibile riuscì a sopportare torture e umiliazioni. Fu martirizzata per decapitazione, oppure con un coltello piantato in gola, secondo un’altra tradizione, il 13 dicembre 304. Soltanto nell’anno Mille si disse che alla santa furono cavati gli occhi, forse per il nome Lucia, che significa «luce». Da qui la sua invocazione come protettrice della vista. Il culto a Santa Lucia fu immediato.

La sua sepoltura

Santa Lucia venne sepolta nelle catacombe di Siracusa. Il luogo venne tenuto segreto dopo l’occupazione araba della Sicilia per paura che venisse trafugato, evento tutt’altro che raro in quelle epoche. Infatti, era diffusa convinzione che i corpi santi proteggessero le città. È ciò che successe nell’anno 1039 quando un generale bizantino, con un inganno, riuscì a farsi rivelare il luogo della sepoltura e fece trasportare il corpo della santa a Costantinopoli (l’attuale Istanbul) come dono all’imperatrice Teodora. Nel 1204, durante le Crociate, il doge Enrico Dandolo portò il corpo a Venezia, dove ancora oggi è conservato nella chiesa di San Geremia. La maschera d’argento che copre il suo volto fu fatta mettere nel 1955 dal cardinale patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro San Papa Giovanni XXIII.

Santa Lucia, le foto di oggi e di ieri

Una carrellata emozionante per vivere la Santa Lucia di Bergamo, con foto di oggi e di ieri, recuperate dall’archivio de L’Eco di Bergamo.

(Archivi L’Eco di Bergamo e Storylab, Foto Bedolis e Colleoni)

Devozione e tradizioni

La devozione a Santa Lucia si diffuse in numerose località del Nord e del Sud Italia. In Lombardia, oltre che a Bergamo, si mantiene anche a Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Sondrio. Nel giorno della sua festa, a Verona si tiene si tiene una fiera di bancarelle per una settimana, mentre a Bologna si svolge un mercato con tante bancarelle. A Palermo si tiene una fiera di bancarelle, dove svettano dolci particolari.

La santa viene festeggiata anche in Scandinavia con una processione di ragazze vestite di bianco e con in testa una corona di sette candele accese e si usa preparare focaccine dolci

Stupefacenti i festeggiamenti a Siracusa, che durano ben otto giorni, con Messa solenne in Duomo, processioni in costumi tradizionali e preparazione di pane a forma di occhi. Anche gli emigranti italiani, che fra Otto-Novecento emigrarono in nazioni europee e sudamericane, portarono con sé le tradizioni legate a Santa Lucia. La santa viene festeggiata anche in Scandinavia con una processione di ragazze vestite di bianco e con in testa una corona di sette candele accese e si usa preparare focaccine dolci.

Santa Lucia a Bergamo

Nella nostra città, la devozione a Santa Lucia affonda le radici in una festa solenne che si teneva nell’omonimo monastero delle monache Domenicane, costruito a partire dal 1337 in una zona di via Broseta. Nel 1566, il vescovo Federico Cornaro ne decretò la fusione con il monastero delle Umiliate di Sant’Agata in contrada Prato, situato dove oggi sorge Palazzo Frizzoni, sede del Comune di Bergamo, dove si continuò a celebrare la festa solenne in onore della santa. La soppressione napoleonica del monastero nel 1798 mise fine alla festa.

La soppressione napoleonica nel 1798 mise fine alla festa. L’anno successivo venne riaperta al culto l’attuale chiesa della Madonna dello Spasimo in via XX Settembre, popolarmene nota come chiesa di Santa Lucia

L’anno successivo venne riaperta al culto l’attuale chiesa della Madonna dello Spasimo in via XX Settembre, popolarmene nota come chiesa di Santa Lucia. Fu allora che la popolazione chiese a gran voce la reintroduzione della festa solenne di Santa Lucia, che fu concessa nel 1807 dalla Fabbriceria parrocchiale di Sant’Alessandro in Colonna. Nel 1911 in questa chiesa venne collocata una statua della santa, davanti alla quale i bambini portano le loro letterine, opera dell’artista Taich di Parigi.

La tradizione dei doni: forse a Brescia?

Non si è ancora accertata storicamente l’inizio della tradizione dei doni portati da Santa Lucia. Si sa che, prima dell’introduzione del Calendario gregoriano, il solstizio d’inverno, che segna l’inizio della stagione più fredda, cadeva nella giornata del 13 dicembre, festa di Santa Lucia. Nelle campagne, in questa data, era diffusa la tradizione di donare parte del proprio raccolto ai contadini meno fortunati. Una tradizione consolidata, pur non conoscendo l’anno, racconta che alcune donne di Cremona decisero di inviare in aiuto ai contadini di Brescia dei sacchi di grano a bordo di un carro trainato da asini. La distribuzione, porta a porta, avvenne nella notte tra il 12 e il 13 dicembre e si cominciò a parlare di un intervento della Santa. Nacque così, da questa antica usanza contadina, la tradizione dei doni.

Le letterine dei bimbi

Dall’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento, nella nostra città la festa di Santa Lucia era caratterizzata dall’offrire doni agli orfani e ai bambini poveri, per esempio quelli dell’asilo delle suore di Carità in via San Bernardino e della Pia Scuola San Gerolamo Emiliani, nella parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna. Non si sa l’anno preciso in cui venne introdotta la tradizione delle letterine, ma è documentata a partire dagli anni Trenta del 1900, per diventare patrimonio condiviso. Neppure si conosce chi l’abbia introdotta, ma probabilmente fu un sacerdote addetto alla chiesa. Questa tradizione è in uso anche in altre città italiane, ma pare che a Bergamo sia sentita in modo più forte.

Nel corso del tempo, L’Eco di Bergamo ha seguito l’evolversi di questa tradizione

Nel corso del tempo, L’Eco di Bergamo ha seguito l’evolversi di questa tradizione. Verso la fine degli anni Quaranta, il quotidiano lanciava l’allarme perché in non poche letterine i bambini chiedevano alla santa il dono di armi giocattolo, nonostante fossero passati pochi anni dalla fine della guerra mondiale. Puntuali le segnalazioni di letterine con storie di dolori, per esempio quella di una bimba che chiedeva alla santa un cane guida per la sorella cieca. Anche le mamme aggiungevano richieste accanto a quelle dei figli, per esempio due mamme chiedevano protezione e aiuti per il proprio figlioletto malato e per una bimba che aveva bisogno di un’operazione al cervello.

Spesso i bambini chiedono alla santa di essere generosa anche con i coetanei di famiglie in difficoltà

Negli ultimi anni, specchio del nostro tempo, sono aumentate le richieste di doni «moderni». Infatti, nelle letterine, accanto agli ultimi prodotti delle nuove tecnologie, si pone con maggiore frequenza la richiesta di far trovare un lavoro sicuro al papà o la grazia di conservarlo, di far tornare in salute un fratellino o un amichetto, la pace in famiglia, oppure il buon esito di un intervento chirurgico. Spesso i bambini chiedono alla santa di essere generosa anche con i coetanei di famiglie in difficoltà. E immancabilmente promettono di essere più buoni, oppure ammettono di esserlo stato poco, o di essere disubbidienti, ma di voler migliorare.

Le chiese dedicate a Santa Lucia

Sono tre le chiese parrocchiali a lei dedicate in Bergamasca. Una è in città, quella nota anche come tempio votivo. Le altre due sono ad Ambriola, frazione di Costa Serina, e a Cornale di Pradalunga. C’è anche una chiesa sussidiaria a Lenna: la sua festa vede con concerti di bande, iniziative di solidarietà, concorsi letterari o di disegno nelle scuole, mentre in passato si teneva una importante fiera del bestiame e un circo equestre piantava le sue tende. Comunque in almeno una quarantina di parrocchie bergamasche ci sono tracce artistiche di una devozione alla santa in passato.

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