Sanità, attese infinite: servono fino a due anni per una mammografia - Il grafico

I dati delle Asst. Tempi più lunghi per le visite specialistiche programmabili mentre più celeri per le urgenze. E migliorano anche per Tc e risonanze.

È un po’ come una caccia al tesoro. Tortuosa e incerta. E il tesoro in effetti è prezioso, il più prezioso: la salute. Prenotare una visita o un esame in tempi rapidi attraverso la sanità pubblica è una sfida quotidiana per tanti, con risultati diversissimi: a volte bastano pochi giorni, molte altre volte l’attesa si dilata quasi all’infinito. Possono passare mesi, addirittura un anno, se non di più: per una mammografia per esempio, uno degli esami più importanti, si può attendere due anni. A dirlo sono i dati più oggettivi, i numeri, che rendicontano le stesse Asst.

Le visite specialistiche (dermatologia, neurologia, pneumologia…) paiono le più complicate da trovare, lì la coda è lunga e il ricorso al «privato» diventa una scorciatoia obbligata per chi vuole appuntamenti a stretto giro. Una tendenza recente, invece, è quella di una miglior risposta da parte della sanità pubblica per le risonanze magnetiche o le tomografie computerizzate: esami diagnostici, questi ultimi, che costituiscono tra l’altro il grosso delle prestazioni aggiuntive messe a disposizione con la recente sperimentazione regionale sugli esami in orario serale o nel weekend. Lo conferma anche una prova «sul campo», cioè il tentativo di prenotare tramite la piattaforma regionale due esami di questo tipo.

Per una risonanza alla spalla, giovedì 6 ottobre si poteva trovare un primo appuntamento a Piario per il 21 dicembre, oppure si passava all’11 gennaio a Romano di Lombardia, sempre in orari pomeridiani; al mattino, la prima disponibilità era a San Pellegrino (Istituto Quarenghi) il 20 gennaio. Per una risonanza magnetica del rachide cervicale il calendario partiva dal 9 gennaio (Palazzolo), poi si passava al 16 gennaio (Istituto Quarenghi), sempre al mattino; al pomeriggio il primo «buco» era al 30 gennaio, poi si passava a metà febbraio.

A due velocità

La normativa in fatto di trasparenza indica alle aziende sanitarie di pubblicare sui propri siti un monitoraggio sui tempi medi d’attesa per le prestazioni ambulatoriali o gli interventi chirurgici, con dati aggiornati periodicamente. Anche le Asst bergamasche, ovviamente, adempiono a questa «prescrizione». Spulciando i documenti, emerge un quadro composito sulle prestazioni erogate in regime di Servizio sanitario nazionale, cioè in regime pubblico.

Il report dell’Asst «Papa Giovanni» sui «tempi medi d’attesa prospettici» è il più dettagliato (c’è la differenziazione per classi di priorità) e anche il più aggiornato (a settembre). Emerge già da qui – così come nelle altre aziende – la «doppia velocità»: la risposta è celere per le urgenze e invece più rallentata per l’attività «programmabile». Una mammografia bilaterale con priorità definita «breve» ha una risposta media entro 8 giorni (dato di agosto), ma con la priorità «programmabile» si passa a 607 giorni; una mammografia monolaterale «programmabile», invece, ha un tempo medio d’attesa di 798 giorni. Tempi in genere veloci per le tomografie computerizzate: 38 giorni per una Tc dell’addome completo, 21 per una Tc del rachide. Calendarizzazioni ben più dilatate, seppur con una «varianza» significativa, per le visite specialistiche «programmabili»: 52 giorni per una prima visita cardiologica, 143 giorni per una visita neurologica, 129 giorni per una prima visita gastroenterologica, 204 per una spirometria semplice, 210 per una prima visita pneumologica (ma per le urgenze l’attesa è di un solo giorno), 227 per una prima visita dermatologica (ma solo 9 giorni se la priorità è breve, e addirittura zero giorni se c’è l’urgenza).

L’Asst Bergamo Est ha pubblicato un report sui tempi d’attesa dei ricoveri per gli interventi aggiornato ad agosto. Guardando alle performance del «Bolognini», per esempio, i tempi d’attesa medi sono in linea ai target per quanto riguarda le coronografie, le angioplastiche, i melanomi, il tumore della mammella; si sfora invece – sono alcuni esempi – per la colecistectomia laparoscopica in classe B (l’obiettivo è 60 giorni, la performance media è stata di 159 giorni), per la riparazione dell’ernia inguinale in classe B (obiettivo 60 giorni, media di 111 giorni). Per una protesi d’anca in classe C, che ha un target di 180 giorni, si è invece arrivati a 262 giorni. Il report sulle prestazioni ambulatoriali è invece riferito al 2020, anno «imparagonabile» perché stravolto dall’impatto delle prime due ondate Covid.

Il prospetto dell’Asst Bergamo Ovest – aggiornato ad agosto – si concentra sulle prestazioni ambulatoriali, senza suddivisione per classi di priorità. Tra le prestazioni più celeri, le Tc variano tra alcuni giorni e alcune settimane (la tomografia computerizzata del capo ha avuto un’attesa media di 12 giorni a Treviglio e 51 giorni a Romano, una Tc del massiccio facciale di 31 giorni a Treviglio e 10 a Romano, per una Tc del collo attesa di 21 giorni a Treviglio e 77 a Romano); per la colonscopia l’attesa media è invece di 53 giorni a Treviglio e 40 a Romano, per una radiografia dell’esofago con contrasto 107 giorni, per un eco (color) doppler dei tronchi sovraaortici 99 giorni, per un’ecografia di grossi vasi addominali 182 giorni, per una angio-Rm dei vasi del collo 83 giorni.

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