Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 01 Gennaio 2025
Sanità, al via gli ospedali in rete. Sette hub in Lombardia, c’è anche il «Papa Giovanni»
LE REGOLE 2025. Il Pirellone vara la delibera con il nuovo modello organizzativo. Il Cup unico «sarà progressivamente attivato».
Un «modello a rete»: un ospedale più grande al centro, in raccordo con quelli più piccoli. Per far cosa? Per sperimentare nuovi modelli clinici, ma anche – ed è la novità più rilevante – per provare a potenziare le assunzioni, sfruttando la maggior attrattività delle strutture più note e organizzate.
Il documento
La giunta regionale ha deliberato ieri le «regole di sistema» per il 2025, il maxi-documento da 250 pagine che traccia le linee del sistema sociosanitario per l’anno nuovo. E tra queste c’è appunto lo sviluppo di un «modello a rete tra aziende sanitarie pubbliche»: «La Regione Lombardia – si legge nel documento – punta a implementare questo modello per rispondere alle esigenze di carenza di personale e risorse, migliorando la qualità delle cure e aumentando le competenze dei professionisti: l’obiettivo è garantire pari livelli di appropriatezza delle cure, accesso alle alte specialità, equità nell’accesso alle diagnostiche avanzate, e una presa in carico più completa e coordinata, che coinvolga specialisti e professionisti in modo integrato su tutta la rete di strutture sanitarie pubbliche».
In tutta la Lombardia sono stati individuati 7 hub: per la Bergamasca il riferimento è l’Asst Papa Giovanni, a cui afferiranno – secondo questo modello a rete per le assunzioni e per alcuni ambiti clinici – le Asst Bergamo Est e Bergamo Ovest; gli altri hub lombardi sono il Sette Laghi di Varese, Niguarda e Policlinico a Milano, i Civili di Brescia, il San Matteo di Pavia e il San Gerardo di Monza.
L’«auspicio» della Regione è che «abbiano inizio esperienze interaziendali in ambito sanitario capaci di ottimizzare le risorse, le competenze e il personale», attraverso un confronto costante tra le direzioni strategiche delle Asst messe in raccordo: «La creazione di reti territoriali che favoriscano la condivisione di informazioni e competenze permette di ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario, riducendo disuguaglianze nell’accesso ai servizi e migliorando la continuità delle cure», è la filosofia della Regione.
Dal Trauma center alle malattie rare
Così, oltre all’aspetto delle assunzioni, la strategia punta a mettere a fattore comune anche «reti clinico-organizzative» come i Trauma center, le reti Stroke e Stemi (ictus e infarto), l’assistenza materno-neonatale, le Terapie intensive pediatriche, i trapianti, le malattie rare, la rete ematologica e oncologica, le malattie infettive e la rete neurochirurgica, ma anche medicina di laboratorio, piattaforme robotiche e diagnostiche di nuova generazione. In attesa di tradurre operativamente i principi delineati nelle «regole di sistema», sul fronte delle assunzioni è già stato sperimentato un modello analogo in tempi recenti: per superare i gettonisti, come previsto dalla delibera regionale di gennaio, era stata data la possibilità alle Asst di stipulare delle convenzioni tra di loro, con le strutture più grandi che mettevano a disposizione dei professionisti per le strutture più piccole.
Nel documento, tra i vari temi, si fa anche il punto sull’atteso «Cup unico», partito in via sperimentale dalla Asst Franciacorta e volto a una piena condivisione delle agende per le prenotazioni delle prestazioni di specialistica ambulatoriale: nel 2025, si legge nelle «regole di sistema», il nuovo Cup regionale «sarà progressivamente attivato presso tutti gli enti sanitari pubblici e privati».
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