Sangue, donazioni su ma serve plasma: «Siamo sotto del 30%»

La Giornata mondiale. Nel 2024 aumento della raccolta ma solo il 14% dona il prezioso emoderivato (entrambi il 9%) che risulta decisivo per la cura di molte patologie.

La fluttuazione appare minima, ma il significato è forte: è il primo segno di un’inversione di tendenza dopo anni di flessione. Un risultato concreto che si traduce in vita, cura, aiuto a chi ne ha bisogno. Nei primi quattro mesi del 2024, da gennaio ad aprile, la raccolta di sangue intero e di aferesi – cioè del plasma – dell’Avis Provinciale di Bergamo ha contato complessivamente 21.245 donazioni, in aumento dell’1,04% rispetto alle 21.027 dello stesso periodo del 2023. Una svolta che sa d’incoraggiamento, dopo un lungo periodo in cui i numeri volgevano al basso, visto che negli ultimi dieci anni – al netto del rimbalzo post-Covid del 2021 – il saldo era sempre stato negativo. Il dato più rilevante è soprattutto l’aumento delle donazioni di plasma: «materia» tra le più preziose e ricercate, le unità di plasma raccolte dall’Avis in provincia di Bergamo sono aumentate del 3,52% nei primi quattro mesi del 2024 rispetto a gennaio-aprile 2023 (da 5.342 a 5.530 unità raccolte). È proprio il plasma a trainare la ripresa, visto che il ritmo dei prelievi di sangue intero viaggia su ritmi più stabili: dalle 15.685 unità raccolte a gennaio-aprile 2023 si è passati alle 15.715 di gennaio-aprile 2024 (+0,19%).

L’importanza del plasma

Cade oggi (14 giugno) la Giornata mondiale del donatore di sangue, istituita vent’anni fa, occasione di riflessione e sensibilizzazione su un gesto vitale. Luca Barcella, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del «Papa Giovanni» e del Dipartimento di Medicina trasfusionale ed Ematologia della provincia di Bergamo, usa una metafora d’atletica per raccontare l’importanza del gesto: «La donazione è come una staffetta, con quattro componenti indispensabili: i donatori, il centro trasfusionale con le associazioni, i centri di lavorazione e validazione, infine il medico che utilizza il sangue». Il «testimone» che si passano i frazionisti di questa staffetta per la vita è il sangue, sempre più prezioso: «Il sangue e gli emoderivati sono come farmaci – approfondisce Barcella -: globuli rossi, piastrine, plasma sono fondamentali per il sistema sanitario. Sul sangue siamo autosufficienti, ma sul plasma no: è su quest’ultimo che occorre aumentare gli sforzi. Lo scorso anno in Italia c’è stato un incremento della raccolta, ma ancora non basta: siamo al 30% in meno rispetto al fabbisogno necessario». Anche perché c’è una «polarizzazione» nelle donazioni: «I dati sulla provincia di Bergamo (l’Avis raccoglie il 74% del totale, il resto è fatto dai centri di trasfusione, ndr) indicano che il 77% dona solo il sangue intero, il 14% solo il plasma, il 9% entrambi – spiega Barcella -. È importante fare informazione: è vero che la donazione del plasma è più impegnativa, perché richiede circa 45 minuti contro i 5-7 minuti del sangue, ma tra una donazione di plasma e l’altra possono passare solo 14 giorni contro i 90 giorni tra una donazione di sangue e l’altra». L’«oro rosso» (il sangue) o l’«oro giallo» (il plasma) diventano così farmaci ormai sempre più utilizzati e determinanti per la sopravvivenza: «Le unità raccolte – conclude Barcella – vanno a pazienti chirurgici, sono fondamentali per i trapianti, ma sono indispensabili anche per i pazienti con tumori. Un quinto delle sacche serve per le necessità di malati di leucemia, linfomi o di malattie rare, come emofilie, disordini della coagulazione, immunodeficienze: l’impiego dei plasmaderivati è ancora più importante proprio per queste patologie». Tra l’altro, segnala Barcella, «due terzi di chi riceve il sangue ha più di 65 anni: con l’inverno demografico, avremo sempre più bisogno di sangue perché aumenteranno le patologie per cui si richiede una trasfusione».

«Aumentare i donatori»

Giovedì 13 giugno l’Avis Comunale di Bergamo ha celebrato con un momento di ringraziamento i propri volontari al cineteatro «Santa Caterina», intrecciando la riconoscenza ai volontari con l’importanza della sensibilizzazione. Aumentare la platea dei donatori è un gioco di squadra: «Stiamo lavorando anche con i giovani, con gli studenti, puntando sul valore dell’educazione – le parole di Paolo Comana, presidente dell’Avis Comunale Bergamo -. Occorre radicare nell’opinione pubblica il dovere di cittadinanza attiva che chiede ognuno di essere vicino all’altro». Per Artemio Trapattoni, presidente dell’Avis Provinciale Bergamo, «è importante sottolineare ogni giorno la presenza dei donatori, perché salvano vite umane. Dobbiamo fare in modo che ognuno di noi riesca a far comprendere l’importanza di questo gesto: ognuno di noi può diventare protagonista». Anche a livello nazionale c’è un obiettivo: «C’è ancora bisogno di sangue, ma soprattutto di plasma», ribadisce Tiziano Gamba, componente del Consiglio direttivo del Centro nazionale sangue presso l’Istituto superiore di sanità. «Il sangue è un farmaco prezioso che il donatore mette a disposizione di chi ha bisogno – rimarca Barbara Giussani, responsabile sanitaria delle unità di raccolta dell’Avis Provinciale Bergamo -. La valutazione fatta sul donatore è approfondita, viene valutato sugli stili di vita, per garantire la massima sicurezza e qualità».

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