Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 27 Gennaio 2025
San Vigilio, la funicolare «decolla» ma al castello serve manutenzione
IN CITTA’ ALTA. Nel 2024 le timbrature sono state 250mila, il 25% in più dell’anno precedente. «Edifici storici da mettere in sicurezza». Il Comune: «Mancano i fondi».
Turisti con scarpe da trekking che a gran falcate raggiungono la cima, coppie di innamorati alla ricerca di un panorama da bacio, amiche che si scattano la foto-souvenir del viaggio a Bergamo. Anche un gruppetto di turisti giapponesi si sofferma davanti alla casa del Castellano e mette il naso tra le sbarre del cancello, per vedere qualcosa di più di quel malmesso edificio. «Vengono soprattutto stranieri, e quando organizziamo qualche iniziativa, la gente è sempre tanta» dice Francesco Gilardi, architetto e volontario dell’associazione «Castrum Capelle» che da anni si batte per ridare una vita al castello di San Vigilio, di proprietà comunale. O ciò che ne rimane.
Gli edifici di San Vigilio
Oltre alla casa del Castellano, che è l’unico edificio utilizzabile in virtù di un accordo stretto tra il Comune e l’associazione, c’è la dirimpettaia casa del Capitano, sorretta da importanti impalcature ancorate alla terrazza panoramica. Più sotto c’è la casa del Custode, abitata fino a qualche decennio fa, ormai avvolta dall’edera, dipinta dalle macchie gialle di gelsomino invernale. Scorci che, forse per il fascino decadente, piacciono ai turisti.
L’esperienza, con approdo alla stazioncina dei primi del Novecento, piace: rispetto al 2023, c’è stato un incremento del 25%
La funicolare di San Vigilio
I quali per raggiungere San Vigilio, usano molto la funicolare di Atb. Nel 2024 le «timbrature» sono state 250mila (un piccolo numero se raffrontato con quello della funicolare bassa, con 2 milioni di accessi, sempre nel 2024). Ma l’esperienza, con approdo alla stazioncina dei primi del Novecento, piace: rispetto al 2023, c’è stato un incremento del 25%.
«Dagli anni Sessanta nessun intervento»
È anche in virtù della sensibilità dimostrata dai turisti di passaggio che l’associazione chiede al Comune un intervento manutentivo sul castello: «Se non si fa qualcosa il rischio è il crollo di alcune parti – denuncia Gilardi -. Come la casa del Capitano: una volta crollato il tetto, la situazione è degenerata. L’ultimo intervento importante che si ricorda risale agli anni Sessanta, con il sindaco Simoncini».
«Serve un intervento di impermeabilizzazione perché piove e si allaga e qui ci sono anche le cannoniere. Poi il muro della casa delle milizie, di epoca veneziana, pericolante, addossato al torrione. Infine la sistemazione dei parapetti, per rendere accessibile questo luogo di straordinaria bellezza
Lo scorso anno un rattoppo al tetto, quando «Castrum capelle» segnalava al Comune il rischio che, dentro la casa del Castellano, si potesse aprire una voragine. «Non capisco perché il Comune non sia mai intervenuto, da anni è così – continua il volontario -. La città non sembra affezionata al castello, forse perché da sempre è stato solo un presidio militare, non è mai stato vissuto dalle persone che non hanno sviluppato relazioni con questo luogo, usato oggi come parco». Una funzione «banale» agli occhi dei volontari che nella stratificazione di pietre, mura e pareti traballanti leggono i capitoli della storia di Bergamo (una mostra permanente è allestita nella casa del Castellano, info su www.castrumcapelle.org). Qualcosa che rischia di andar perduto, denuncia «Castrum Capelle». Che al Comune chiede un intervento urgente. L’associazione è al lavoro su un piccolo progetto per una «prima messa in sicurezza del torrione di San Vigilio, che risale al ’400, il più bello, perché si apre un panorama eccezionale – spiega Gilardi -. Serve un intervento di impermeabilizzazione perché piove e si allaga e qui ci sono anche le cannoniere. Poi il muro della casa delle milizie, di epoca veneziana, pericolante, addossato al torrione. Infine la sistemazione dei parapetti, per rendere accessibile questo luogo di straordinaria bellezza».
Previsto un progetto di scavi archeologici
L’associazione aveva presentato un primo progetto di recupero del castello, un piano di circa 4 milioni di euro che prevedeva scavi archeologici. «Gli studi effettuati ci dicono che nei pressi della casa del Custode ci sono i resti della cappella dedicata al Maria Maddalena che, proprio per la sua intitolazione, dovrebbe risalire all’epoca dei Franchi – spiega Gilardi -. A ridosso dell’edificio doveva esserci anche la porta d’ingresso. Il nostro progetto di recupero voleva accendere l’attenzione sul castello».
«Dobbiamo mettere mano a tante scuole, stiamo lavorando ai nuovi asili nido e dobbiamo affrontare tutte le opere per la messa in sicurezza idraulica, dallo scolmatore del Tremana alla vasca di laminazione di Astino, opere che magari passano inosservate, ma che sono in queste momento fondamentali»
Il Comune: «Ci sono interventi più urgenti»
Le ambizioni dell’associazione si sono ridimensionate: «Speriamo nella sensibilità della nuova Giunta, almeno per la messa in sicurezza» accenna Gilardi. Ma le casse comunali devono fare i conti con «interventi più urgenti – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Ferruccio Rota -. Dobbiamo mettere mano a tante scuole, stiamo lavorando ai nuovi asili nido e dobbiamo affrontare tutte le opere per la messa in sicurezza idraulica, dallo scolmatore del Tremana alla vasca di laminazione di Astino, opere che magari passano inosservate, ma che sono in queste momento fondamentali. Mi piacerebbe poter prevedere un intervento sul castello di San Vigilio, ma in questo momento le priorità sono altre e non credo sia possibile reperire risorse nel prossimo bilancio».
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