Russia, manager della Siad rapito per estorsione: liberato dalla polizia

A MOSCA. Si tratta di Stefano Guidotti, 56 anni, che lavora per l’ufficio di rappresentanza in Russia per il gruppo Siad. Liberato dopo tre giorni. Quattro arrestati.

Un manager italiano che lavora per l’ufficio di rappresentanza in Russia del gruppo Siad, Stefano Guidotti, è stato rapito a scopo di estorsione ed è stato liberato tre giorni dopo con un intervento della polizia, che ha arrestato tre persone. La notizia, riportata dal canale Telegram Mash, è stata confermata all’Ansa dall’ambasciata italiana in Russia, la quale ha sottolineato che il connazionale, che vive a Mosca, sta bene.

Guidotti è stato sequestrato nel centro di Mosca e liberato nella regione di Bryansk, circa 400 chilometri a sud-ovest della capitale. Il manager di 56 anni dirige l’ufficio commerciale in Russia del gruppo bergamasco Siad, produttore di gas tecnici industriali. Siad a Mosca non ha un sito produttivo ma è presente con Siad Macchine Impianti, una filiale tecnico-commerciale dove lavorano ingegneri che si occupano dell’assistenza alla vendita. Al mercato russo fornisce macchinari di grandi dimensioni. Stefano Guidotti, nato a Milano da una famiglia originaria di San Benedetto del Tronto (dove ha vissuto fino al 2006, prima di andare a Mosca), da tempo dirige l’ufficio e venerdì 28 giugno è stato rapito a scopo di estorsione da un gruppo di sequestratori arrestati dalla polizia con un blitz.

Quattro arrestati

Il manager, scrive Mash, è stato aggredito venerdì sul viale Sadovaya-Triumfalnaya di Mosca e spinto in un’auto Bmw che si è allontanata. L’operazione che ha portato alla liberazione di Guidotti a Bryansk è avvenuta nel distretto di Novostroika. I sequestratori, secondo gli investigatori, erano quattro uomini fra i 21 e i 36 anni. La televisione Ren riferisce che si tratta di tre russi e un cittadino uzbeko.

La polizia russa ha diffuso un video dei momenti della liberazione dell’italiano. Nelle immagini, pubblicate dalla testata Rbc, si vedono agenti entrare in una casa attraverso una finestra, mentre un uomo, presumibilmente uno dei sequestratori, è steso a terra a faccia in giù e ammanettato dietro la schiena in giardino. Successivamente sono mostrati altri due uomini dentro la casa, nella stessa posizione. Infine si vede il momento in cui i poliziotti entrano nella stanza dove il rapito è tenuto, steso in un letto, con il polso destro ammanettato ad un mobile e con indosso una maglietta nera. «Siamo della polizia, tutto a posto», dice una voce. A quel punto Guidotti, che aveva sollevato la testa, la lascia cadere, con un gesto evidente di sollievo.

«Dimagrito e ha una costola incrinata, ma sta bene»

«Stefano sta bene – ha detto la mamma di Guidotti, Luigia, al quotidiano Il Resto del Carlino – L’ho sentito al telefono, mi ha detto che ha perso due chili, ma che è stato trattato bene dai sequestratori. Ha una costola incrinata a seguito della colluttazione ingaggiata con i banditi al momento del sequestro, ma sta bene».

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